Inno al Nilo

Inno al Nilo
Altri titoliInno ad Hapy
Ostrakon ieratico che conserva una parte dell'"Inno al Nilo". Museo Egizio, Torino (S. 6356)
Autoreclero dell'antico Egitto
1ª ed. originale
Lingua originaleegiziano antico
Hapy raffigurato nel Tempio di Kôm Ombo

L'Inno al Nilo, o Inno ad Hapy, è un inno composto dagli antichi egizi per venerare il fiume Nilo (Hapy)[1], poiché, per loro, l'Egitto era il "Dono del Nilo"[2]; lo stesso Erodoto chiamava l'Egitto in tale modo, perché da esso gli egizi traevano le risorse per continuare a vivere[2]. I popoli che si erano stabiliti vicino alle rive del Nilo, infatti, condividevano la stessa lingua e adoravano divinità simili[2].

Descrizione

Gli antichi egizi veneravano il fiume come una divinità (Hapy) con beni e offerte[2]. Nell'inno, il fiume è descritto con qualità umane, tuttavia, esso possedeva caratteristiche divine[1] e che "le offerte sono fatte per te [il Nilo, ndr], gli uomini sono immolati per te, vengono istituite grandi feste per te: gli uccelli sono sacrificati per te, le gazzelle sono prese per te sulla montagna, le fiamme pure sono preparate per te"[3]. Inoltre, esso ricoprì un ruolo importante per il raccolto, infatti, se i livelli dell'acqua fossero stati troppo alti, il loro rifugio sarebbe stato spazzato via; se, viceversa, non fosse stato abbastanza alto avrebbe portato carestie e disgrazie[2]. Il fiume Nilo ha fatto sì che gli egizi diventassero una civiltà attiva e florida[1], e in segno di gratitudine essi recitavano un inno a esso, per esempio: "Rende l'umanità valorosa, arricchendone alcuni, concedendo il suo amore agli altri" e "Si stanchi l'acqua da tutti gli occhi e vigila sull'aumento delle sue buone cose"[3]

Il Nilo, inoltre, garantì al popolo egiziano anche terra feconda, a causa delle regolari inondazioni[1].

Testo

«Salute a te, o Nilo che sei uscito dalla terra,
che sei venuto per far vivere l’Egitto!
Occulto di natura, oscuro di giorno, lodato dai suoi seguaci;
è lui che irriga i campi, che è creato da Ra per far vivere tutto il bestiame;
che disseta il deserto, lontano dall’acqua:
è la sua rugiada, che scende dal cielo.
Amato da Gheb, capo dei cereali, che fa prosperare tutti i laboratori di Ptah.
Signore dei pesci, che fa risalire gli uccelli acquatici [verso sud];
è lui che produce l’orzo e fa nascere il grano perché siano in festa i templi.
Se è pigro, i nasi sono otturati e tutti sono poveri,
si diminuiscono i pani degli dei e periscono milioni di uomini.
Se è crudele, tutta la terra inorridisce, grandi e piccoli gridano.
Sono ricompensati gli uomini quando si avvicina: Khnum lo ha creato.
Quando (il Nilo) comincia ad alzare, il paese è in giubilo, tutti sono in gioia.
Ogni mascella prende a ridere, tutti i denti sono scoperti (nel riso).
Portatore di nutrimento, ricco di alimenti, creatore di ogni cosa buona,
signore di riverenza, dal dolce odore, benigno quando viene;
è lui che fa nascere le erbe per il bestiame e dà vittime a ogni dio;
(anche) quando è (ancora) nella Duat, il cielo e la terra sono ai suoi ordini,
essendo il conquistatore delle Due Terre;
è lui che fa divenire pieni i magazzini, che fa larghi i granai,
che dà qualcosa ai poveri,
che fa crescere gli alberi secondo il desiderio di ognuno e non si ha mancanza d’essi.
Quando è adirato, i sudditi sono indigenti,sono distrutti i cibi dell’anno,
si vede il ricco preoccupato, si vede ognuno con le sue armi,
il compagno aggredisce il suo compagno;
non ci sono vesti per vestire, non ci sono ornamenti per i figli del nobile.
Non c’è parto di madre, per la sterilità (causata) dalla sua mancanza.
Nessuno si unge.
È lui che ristabilisce la verità nel cuore degli uomini:chi dice menzogna gli dovrà render conto.
Si è adirati con il mare che non porta grano,
si adorano tutti gli dei, che facciano calare volatili sul deserto.
Non c’è chi batta la sua mano per l’oro,
non c’è chi si abbeveri d’argento, non si mangia il vero lapislazzuli:
l’orzo è invece il prodotto pregiato.
Quando (il Nilo) monta nella città, gli affamati si saziano coi prodotti della campagnatenendo la brocca alle labbra e un fiore di loto alle narici.
Ogni cosa è abbondante nel paese, ogni erba nella pianura.
Avevano dimenticato di mangiare, ogni cosa buona era ridotta nelle abitazioni,
la terra era caduta in miseria.
Ma mentre fluisci, o Nilo, ti si fanno offerte,
ti si sacrificano buoi, ti si fanno grandi offerte, ti si ingrassano volatili, ti si prendono
antilopi nel deserto,
ricambiandoti i benefici.
Si offre (anche) a ogni dio, come si fa al Nilo,
con incenso, buoi e capre, e volatili in olocausto»

Note

  1. ^ a b c d (EN) Hymn to the Nile, su arcjohn.wordpress.com, 2010.
  2. ^ a b c d e Mike Dowling, Ancient Egypt: The Gift of the Nile, su mrdowling.com, 2016.
  3. ^ a b Paul Halsall, Hymn To The Nile, Fordham University, 1998.

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