Indiana Jones e l'ultima crociataIndiana Jones e l'ultima crociata (Indiana Jones and the Last Crusade) è un film del 1989 diretto da Steven Spielberg, da una storia co-scritta dal produttore esecutivo George Lucas. È il terzo capitolo del franchise di Indiana Jones, nonché sequel del film I predatori dell'arca perduta (1981). Harrison Ford riprende il ruolo del protagonista, mentre Sean Connery interpreta suo padre. Dopo le reazioni contrastanti ottenute da Indiana Jones e il tempio maledetto, Spielberg scelse di attenuare il tono oscuro e la violenza.[1] Il regista ha indicato questo film come il suo preferito della saga.[2][3] Nei cinque anni trascorsi fra Il tempio maledetto e L'ultima crociata, Spielberg e Lucas esaminarono diverse sceneggiature prima di accettare quella di Jeffrey Boam. Le location delle riprese compresero Spagna, Italia, Germania ovest, Giordania, Regno Unito e Stati Uniti.[4] Il film fu distribuito dalla Paramount Pictures in Nordamerica nel maggio 1989 e fu un successo, diventando il film di maggior incasso del 1989. Fu accolto con recensioni prevalentemente positive da parte del pubblico e della critica e vinse l'Oscar al miglior montaggio sonoro. Trama1938. Indiana Jones, come già tentò di fare quando era un giovane scout, sottrae al trafficante di reperti Panama la croce d'oro di Coronado per donarla al museo della sua università, diretto dall'amico Marcus Brody. Viene quindi contattato dal miliardario Walter Donovan affinché lo aiuti nella ricerca del Santo Graal, interrotta dalla misteriosa sparizione dell'archeologo incaricato: proprio suo padre Henry Jones Sr.. Dopo aver inaspettatamente ricevuto dal padre il diario sulla ricerca del Graal per posta da Venezia, si dirige con Marcus nella città lagunare e riprende le ricerche insieme alla dottoressa Elsa Schneider, riuscendo a scoprire che il calice sacro è custodito nei pressi dell'antica città di Alessandretta. Apprende anche da Kazim, membro della Confraternita della Spada Cruciforme, che il padre è tenuto prigioniero dai nazisti, che vogliono impossessarsi del suo diario. Riesce a liberarlo dopo aver scoperto che la dottoressa Schneider e Donovan sono complici dei tedeschi. Indy, Henry, Marcus e il loro amico Sallah giungono in modo rocambolesco nell'antico tempio di Alessandretta ma vengono catturati dai tedeschi guidati da Donovan. Questi ferisce mortalmente Henry per costringere Indy a recuperare il Graal, unica possibilità di salvezza per il padre. Usando le indicazioni del diario, Jones supera le tre trappole mortali che difendono il Graal e, seguito da Donovan ed Elsa, incontra il cavaliere crociato che custodisce da 700 anni la coppa sacra, insieme a numerose altre tra cui, chi vuole averla, deve scegliere a rischio della vita. Elsa indica intenzionalmente una coppa sbagliata a Donovan, che subito dopo aver bevuto va incontro a una morte terribile. Jones invece sceglie con saggezza e versando acqua dalla coppa sacra sulle ferite del padre lo guarisce all'istante; nel mentre Elsa s'impossessa del calice ignorando l'avvertimento del cavaliere che la coppa non deve superare il confine del tempio, e scatenando così un terremoto in cui trova la morte. Indiana vorrebbe a sua volta recuperare il Graal a rischio della vita ma è convinto dal padre a desistere rispettandone la sacralità. Dopo l'addio al cavaliere, Indy, Henry, Marcus e Sallah fuggono dal tempio cavalcando verso il tramonto. PersonaggiProduzioneCastingSean Connery fu scelto per interpretare Henry Jones Sr., un professore di letteratura medievale a cui importa più cercare il Graal che crescere il figlio. Spielberg, fan di Connery, quando suggerì di far apparire il padre di Indiana nel film, pensava che nessun altro avrebbe potuto interpretare quel ruolo.[5] Anche Gregory Peck fu preso in considerazione, in alternativa, per il ruolo. Connery inizialmente rifiutò il ruolo poiché aveva solo dodici anni in più di Ford, ma poi accettò. Connery iniziò a rimodellare il suo personaggio e furono apportati cambiamenti alla sceneggiatura per accontentarlo. Connery disse che voleva interpretare Henry Jones come una specie di Richard Francis Burton. La battuta che pronuncia a proposito di Elsa "È una che parla nel sonno" fu improvvisata, e fu lasciata perché aveva fatto ridere la troupe[6]. Nella sceneggiatura di Boam, il momento in cui Jones sr. dice al figlio di essere stato a letto con Elsa avviene più tardi.[7] Per la parte del cavaliere crociato custode del Graal si pensò per breve tempo a Laurence Olivier, ma i gravi problemi di salute che affliggevano l'attore resero la scelta impossibile. Camei d'eccezione furono quelli di Michael Sheard e Ronald Lacey, già visti nel primo film, nei ruoli di Oskar Schomburg e di Toht; qui invece interpretano Adolf Hitler ed Heinrich Himmler. La Croce di Coronado è l'unico reperto archeologico della pentalogia totalmente inventato. LocationLe scene iniziali vennero girate presso lo Arch Canyon National Park, nello Utah[8]. Per la sequenza del treno si utilizzò la Cumbres and Toltec Scenic Railroad, una linea ferroviaria a scartamento ridotto lunga 103 chilometri che corre tra Nuovo Messico e Colorado[9]. A Venezia venne usata la Chiesa di San Barnaba come immagine esterna della biblioteca, dove si trova l'entrata alle catacombe dove riposa uno dei cavalieri. Si tratta di una chiesa sconsacrata ma, nella realtà, non è adibita a biblioteca[10]. Le scene della biblioteca vennero riprese in uno studio; le ricostruzioni delle catacombe sono frutto di fantasia, dato che la città lagunare non ne può possedere. Per le riprese dell'incontro con Elsa e dell'inseguimento in motoscafo, la troupe ottenne il controllo totale e l'interdizione ai turisti del Canal Grande dalle sette del mattino all'una del pomeriggio[11]. Il castello di Brunwald raffigurato è in realtà il castello di Bürresheim, situato nei pressi di Mayen nella Renania-Palatinato; gli interni invece vennero ricreati in studio. La Repubblica di Hatay è veramente esistita per pochi mesi tra il settembre 1938 e il giugno 1939; la bandiera mostrata nella pellicola è però inventata. La facciata del nascondiglio del Graal è l'El Khasneh al Faroun in Giordania, mentre le scene interne vennero anch'esse registrate in studio a Londra. DistribuzioneIl film uscì nelle sale statunitensi il 24 maggio 1989, mentre in Italia il 6 ottobre dello stesso anno. Edizione italianaL'edizione italiana del film è stata curata da Claudia Gvirtzman Ditcher per la società United International Pictures e con l'adattamento dei dialoghi da parte di Roberto Rizzi; il doppiaggio, invece, venne eseguito dalla C.D.C. presso gli studi della International Recording sotto la direzione di Manlio De Angelis.[12] Rispetto al primo capitolo della serie fu cambiato il doppiatore di Marcus Brody, da Sergio Rossi a Sergio Tedesco. AccoglienzaIncassiA fronte di un budget di 48.000.000 di dollari, il film fu un successo finanziario: incassò 197.171.806 dollari negli Stati Uniti e in Canada più altri 277.000.000 a livello internazionale, per un totale mondiale di 474.171.806 dollari.[13] Nonostante la concorrenza di Batman (che lo superò nel Nord America),[14] Indiana Jones e l'ultima crociata fu il film col maggiore incasso del 1989. CriticaSu Rotten Tomatoes ha una percentuale di gradimento dell'84%, con un voto medio di 8/10 basato su 136 recensioni. Il suo consenso critico recita: "Più leggero e più comico del precedente, Indiana Jones e l'ultima crociata restituisce la serie alla vivace avventura seriale de I predatori dell'arca perduta, aggiungendo un duo esplosivo formato da Harrison Ford e Sean Connery".[15] Metacritic ha calcolato un punteggio medio ponderato di 65/100 sulla base di 14 recensioni, indicando "recensioni generalmente favorevoli".[16] Il pubblico intervistato da CinemaScore ha dato al film "A" come voto medio.[17] Jay Boyar dell'Orlando Sentinel affermò che "mentre il film manca della novità de I predatori e del ritmo senza fiato de Il tempio maledetto, è stato un divertente capitolo della serie".[18] Peter Travers di Rolling Stone osservò che il film era "il più sfrenato e spiritoso Indy di sempre". Richard Corliss di Time e David Ansen di Newsweek lo elogiarono, così come Vincent Canby del New York Times.[19][20] "Anche se sembra avere il modo di un film di serie B di un'era precedente, magicamente ricostituito, L'ultima crociata è un originale accattivante", scrisse Canby, definendo la rivelazione che Jones aveva un padre che non era orgoglioso di lui una "sorpresa comica". Canby credeva che il film non corrispondesse ai due precedenti nel ritmo, ma avesse comunque "sequenze esilaranti fuori dal comune", come l'inseguimento nel treno del circo. Disse anche che Spielberg stava maturando, concentrandosi sulla relazione padre-figlio,[20] una osservazione cui fece eco McBride in Variety.[21] Roger Ebert elogiò la sequenza raffigurante Jones come boy scout adolescente con la croce di Coronado, paragonandolo allo "stile illustrativo delle riviste di avventura per ragazzi degli anni '40". Disse che Spielberg "deve aver sfogliato i suoi vecchi numeri della rivista Boys' Life... la sensazione di poter inciampare in avventure sbalorditive semplicemente facendo un'escursione con la tua truppa Scout. Spielberg illumina la scena con i colori forti e basilari delle vecchie riviste pulp."[22] The Hollywood Reporter ritenne che Connery e Ford meritassero le nomination agli Oscar.[19] Il film fu stroncato da Andrew Sarris in The New York Observer, David Denby in New York, Stanley Kauffmann in The New Republic e Georgia Brown in The Village Voice.[19] Jonathan Rosenbaum del Chicago Reader definì il film "senza anima".[23] Il Washington Post recensì il film due volte. La prima recensione, di Hal Hinson, fu negativa, descrivendo la storia come "quasi tutti inseguimenti ed esposizione noiosa". Sebbene avesse elogiato Ford e Connery, pensava che l'esplorazione della personalità di Jones avesse eliminato il mistero e che Spielberg non avrebbe dovuto cercare di maturare la sua narrazione.[24] Due giorni dopo, Desson Thomson pubblicò una seconda recensione positiva elogiando l'avventura e l'azione del film, nonché la profondità tematica della relazione padre-figlio.[25] Riconoscimenti
Influenza culturaleLa relazione di un figlio con il padre separato è un tema comune nei film di Spielberg, tra cui E.T. l'extra-terrestre e Hook - Capitan Uncino.[26] Il tema dell'esplorazione che vede uniti padre e figlio e l'uso di immagini religiose è analoga ad altri due film del 1989, Star Trek V - L'ultima frontiera e L'uomo dei sogni. Scrivendo per il New York Times, Caryn James riteneva che la combinazione di questi film riflettesse le preoccupazioni della New Age, dove l'adorazione di Dio era equiparata alla ricerca dei padri, e che né Indiana né suo padre fossero preoccupati di trovare il Graal o sconfiggere i nazisti, ma piuttosto entrambi cercassero un rispetto professionale reciproco. Egli ha messo a confronto la distruzione biblicamente epica del tempio con la conversazione più efficace e tranquilla tra i Jones alla fine del film.[non chiaro].[27] Altri mediaDa questo film vennero tratti tre videogiochi, i primi due della LucasArts:
SequelIl sequel, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, è uscito nel 2008. Note
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