Imperatrici del Giappone

Per imperatrici giapponesi o Imperatrici del Giappone si intende un sovrano imperiale di sesso femminile (女性天皇?, Josei Tennō). Comunemente il termine viene anche utilizzato per indicare un'imperatrice consorte (皇后?, Kōgō).

Imperatrici regnanti

Imperatrice del Giappone
(JA) 女性天皇 (Josei Tennō)
Stemma
Stemma
Stendardo dell'imperatore del Giappone
Trattamento d'onoreSua Maestà imperiale
Famiglia
Luogo d'origineGiappone (bandiera) Giappone
DimorePalazzo imperiale di Tokyo, Tokyo

Ci furono otto sovrani di sesso femminile (sei imperatori femmine di cui due che regnarono due volte) nella storia antica del Giappone tra il 593 e il 770, e altri due nel periodo moderno (Periodo Edo). Anche se ci furono otto imperatrici regnanti, i loro successori furono spesso scelti tra i maschi della stirpe imperiale paterna, motivo per cui alcuni studiosi conservatori sostengono che i regni delle donne erano temporanei e che solo la tradizione maschile di successione doveva essere mantenuta.[1] Dopo molti secoli, i regni femminili arrivarono ad essere ufficialmente vietati solo quando la legge della casa imperiale fu emanata nel 1889 accanto alla nuova Costituzione Meiji.

  • Imperatrice Jingū r. 206–269 —leggendaria/mitologica; rimossa dell'elenco degli Imperatori nel XIX [senza fonte]
  • Imperatrice Suiko (554–628), r. 593–628—prima imperatrice regnante
  • Imperatrice Kōgyoku (594–661), r. 642–645—in precedenza Principessa Takara (Imperatrice Consorte di Jomei)
  • Imperatrice Saimei (594–661), r. 655–661 (coincide con l'imperatrice Kōgyoku)
  • Imperatrice Jitō (645–702), r. 690–697
  • Imperatrice Genmei (661–721), r. 707–715
  • Imperatrice Genshō (680–748), r. 715–724—in precedenza Principessa Hidaka
  • Imperatrice Kōken (718–770), r. 749–758
  • Imperatrice Shōtoku (718–770), r. 764–770 (coincide con l'imperatrice Kōken)
  • Imperatrice Meishō (1624–1696), r. 1629–1643
  • Imperatrice Go-Sakuramachi (1740–1813), r. 1762–1771—imperatrice regnante più recente

Imperatrici consorte

Lo stesso argomento in dettaglio: Consorti dei sovrani del Giappone.
Imperatrice Consorte del Giappone
(JA) 皇后 (Kōgō)
Stemma
Stemma
Stendardo dell'Imperatrice Consorte
Trattamento d'onoreSua Maestà imperiale
Famiglia
Luogo d'origineGiappone (bandiera) Giappone
DimorePalazzo imperiale di Tokyo, Tokyo

Nel Giappone antico molte delle imperatrici consorte erano principesse, tranne Iwa-no hime (imperatrice consorte di Nintoku). Dopo Kōmyō Kōgō (imperatrice consorte di Shōmu), le figlie del clan Fujiwara o altri clan poterono diventare imperatrici consorte. In origine Chūgū (中宮) significava il palazzo per Kōgō, Kōtaigō (皇太后) (Madre Imperatrice/Imperatrice Vedova), o Tai-Kōtaigō (太皇太后) (Grande Imperatrice Madre/Grande Imperatrice Vedova). Fino a metà del periodo Heian, l'imperatore ebbe una sola imperatrice consorte, e l'imperatrice consorte era chiamata anche Chūgū. Dall'Imperatore Ichijō, poiché alcuni imperatori ebbero due imperatrici consorte, una di loro era chiamata Kōgō e l'altra era chiamata Chūgū.

Imperatrici non-regnanti

Kōgō (皇后?) è il titolo dell'imperatrice consorte non regnante. Il titolo, ancora in uso, è generalmente conferito alla moglie dell'imperatore che ha partorito l'erede al trono.[2] Il titolo fu conferito postumo nell'806 alla defunta madre dell'Imperatore Heizei.[3]

Jōkōgō (上皇后?) è invece attribuito alla consorte di un sovrano dopo l'abdicazione del marito, il quale assume il titolo di Daijō Tennō (太上天皇?).

Chūgū (中宮?) era un termine che si è evoluto durante il periodo Heian; e arrivò a identificare il titolo dell'imperatrice. Per un periodo, chūgū rimpiazzò kōgō; e poi i titoli sono diventati intercambiabili.[4]

I numeri delle kōgō variano, ma vi era una sola Chūgū alla volta.[5]

Il titolo kōtaigō era dato alla moglie di un ex-imperatore; e il titolo tai-kōtaigō venne ad essere in uso per una imperatrice vedova.[4]

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Note

  1. ^ (EN) Life in the Cloudy Imperial Fishbowl, in Japan Times, 27 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2010).
  2. ^ Nussbaum 2002, p. 543, voce "Kōgō".
  3. ^ Richard Ponsonby-Fane The Imperial Family, 1959, p. 318.
  4. ^ a b Nussbaum 2002, p. 127, voce "Chūgū".
  5. ^ Ponsonby-Fane, pp. 300–302.
  6. ^ Jōchi Daigaku, Monumenta Nipponica: Studies on Japanese Culture, Past and Present, vol. 44, Sophia University, 1989, p. 455.
  7. ^ Kawamata municipal website: 絹製品 Archiviato il 3 aprile 2008 in Internet Archive.

Bibliografia

Voci correlate

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