Immortali (Impero bizantino)

Gli Immortali (in greco: Ἀθάνατοι, Athanatoi) erano una delle unità militari d'élite tagmata dell'Impero bizantino, istituite per la prima volta alla fine del X secolo. Il nome deriva da a- ("senza") + thanatos ("morte").

Storia

Gli Athanatoi erano un corpo militare di giovani uomini di rango nobiliare che fu originariamente creato da Giovanni I Zimisce (r. 969-976) nel 970 per la sua guerra contro i Rus', dove giocarono un ruolo decisivo nelle battaglie di Preslav e durante l'assedio di Dorostolon.[1][2] L'unità era comandata da un domestikos, come la maggior parte degli altri tagmata, e durante la campagna militare si accampavano vicino alla guardia del corpo imperiale, l'Hetaireia.[1] Lo storico contemporaneo Leone Diacono descrive gli Athanatoi come un reggimento di cavalleria d'assalto pesantemente corazzata, "rivestita di armatura" o come "cavalieri armati adornati d'oro".[3] L'unità di Zimisce fu probabilmente sciolta poco dopo la sua morte, poiché non venne più citata nelle fonti.[1]

Il nome degli Athanatoi fu ripreso sotto l'imperatore Michele VII (r. 1071–1078), quando il suo ministro Niceforo riformò l'esercito.[1] Questa riorganizzazione faceva parte di un più ampio sforzo per risolvere la grave crisi militare in cui versava l'Impero, in seguito alla disastrosa sconfitta subita dai Bizantini contro i Turchi Selgiuchidi nella Battaglia di Manzicerta nel 1071. I Selgiuchidi avevano successivamente invaso la maggior parte dell'Asia Minore, che era in origine l'area geografica di reclutamento dell'esercito prima della suddetta sconfitta. Come parte del processo di riorganizzazione, i resti delle truppe provinciali dei themata orientali (province militari) furono riuniti come Immortali, fornendo un nuovo elemento del tagma.[4]

I documenti contemporanei sembrano collocare gli Athanatoi tra gli altri contingenti stranieri, ma gli studiosi moderni solitamente ritengono che l'unità fosse composta da nativi e autoctoni bizantini.[1] Lo schema standard di disposizione dell'accampamento dell'esercito bizantino alla fine del X secolo, mostra che gli Immortali erano schierati nei pressi della tenda imperiale, all'interno di un perimetro esterno.[5]

Lo storico bizantino Niceforo Briennio il Giovane scriveva che gli Immortali erano circa 10.000, ma questa è molto probabilmente un'allusione alla vecchia Guardia Immortale persiana.[6] La nuova unità combatté sotto il futuro imperatore Alessio I Comneno nella battaglia di Kalavrye (1078) contro il generale ribelle Niceforo Briennio il Vecchio[7], e sono menzionati nelle guerre contro i Peceneghi negli anni 1090, ma scompaiono in seguito, insieme a un'altra creazione contemporanea, gli Archontopouloi.[7]

Nella cultura popolare

Nel romanzo di Walter Scott Il conte Roberto di Paride, gli Immortali compaiono come rivali della Guardia Variaga vichinga o anglosassone per ottenere il favore dell'imperatore.

In Rise of The Tomb Raider (2015) gli “Athanatoi” o “immortali” sono guerrieri corazzati che parlano greco e sorvegliano la città immaginaria di Kitezh.

Note

  1. ^ a b c d e David Kazhdan e George Lusztig, International Mathematics Research Notices, vol. 1991, n. 2, 1991, pp. 21, DOI:10.1155/s1073792891000041, http://dx.doi.org/10.1155/s1073792891000041. URL consultato il 21 settembre 2024.
  2. ^ MICHELE G. SULLIVAN, Controversy Erupts Over Proteomics Studies, in Internal Medicine News, vol. 38, n. 11, 2005-06, pp. 42, DOI:10.1016/s1097-8690(05)70958-6. URL consultato il 21 settembre 2024.
  3. ^ MICHELE G. SULLIVAN, Sunless Tanning Cuts Tanning Bed Use, in Internal Medicine News, vol. 38, n. 8, 2005-04, pp. 38, DOI:10.1016/s1097-8690(05)70393-0. URL consultato il 21 settembre 2024.
  4. ^ Ian Heath, Behavioural psychotherapy, in Nursing Standard, vol. 2, n. 39, 2 luglio 1988, pp. 29–29, DOI:10.7748/ns.2.39.29.s56. URL consultato il 21 settembre 2024.
  5. ^ John Haldon, Byzantium at War AD 600-1453, 2 agosto 2004, DOI:10.4324/9780203494622. URL consultato il 21 settembre 2024.
  6. ^ R. H., David Nicolle e Angus McBride, Armies of the Ottoman Turks, 1300-1774., in Military Affairs, vol. 48, n. 4, 1984-10, pp. 206, DOI:10.2307/1987725. URL consultato il 21 settembre 2024.
  7. ^ a b G. F. Birkenmeier e R. Wiegandt, Acta Mathematica Hungarica, vol. 94, n. 4, 2002, pp. 269–280, DOI:10.1023/a:1015687427750, http://dx.doi.org/10.1023/a:1015687427750. URL consultato il 21 settembre 2024.

Bibliografia