Horo (indumento)Lo horo (母衣?) era un tipo di mantello utilizzato dai samurai durante l'epoca feudale del Giappone. Veniva fissato alla parte posteriore dell'armatura e utilizzato sui campi di battaglia come sistema di difesa o come segno di riconoscimento. DescrizioneUno horo era lungo circa 1,8 metri e costituito da diverse strisce di stoffa cucite insieme con una frangia sui bordi superiore e inferiore. Le strisce di tessuto cucite insieme formano una specie di borsa, che doveva essere riempita d'aria come un palloncino mentre il samurai stava cavalcando.[1] Una struttura di vimini, bambù o osso di balena conosciuta come oikago, simile alla crinolina, che si dice sia stata inventata da Hatakeyama Masanaga durante la Guerra Ōnin (1467-1477),[2] era talvolta usata per mantenere lo horo aperto. Il montaggio dello horo generalmente implicava una combinazione di corde di fissaggio e l'aiuto di altre persone. Le corde superiori erano fissate al kabuto (l'elmo) o al dō (l'armatura pettorale) del samurai mentre le corde inferiori erano attaccate alla vita.[3] Lo stemma di famiglia (mon) di chi lo indossava era segnato sullo horo.[1] UsoLo horo era già usato tempo prima, nel periodo Kamakura (1185–1333).[4] Quando l’horo era gonfio, si diceva che proteggesse l'indossatore dalle frecce sulla schiena e sui fianchi.[1][5][6] Secondo la ricostruzione dell'esperto di armi Mike Loades, uno horo di seta gonfio d'aria poteva proteggere la schiena di un samurai a cavallo dal 70% circa delle frecce dirette contro di lui; uno horo, inoltre, poteva confondere l'arciere nemico coi suoi movimenti, aumentando così le probabilità di errore.[7] Indossando uno horo si diceva che l'indossatore fosse marchiato come un messaggero (tsukai-ban) o una persona importante.[8] Secondo lo Hosokawa Yūsai Oboegaki, diario di Hosokawa Yūsai (1534–1610) catturare il capo di un'élite di messaggeri tsukai-ban era considerato un trofeo. Note
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