Hieracium sect. Umbrosa
La sezione Hieracium sect. Umbrosa Stace & P.D. Sell è una sezione di piante angiosperme dicotiledoni del genere Hieracium della famiglia delle Asteraceae.[1][2][3] EtimologiaIl nome del genere deriva dalla parola greca hierax o hierakion (= sparviere, falco). Il nome del genere è stato dato inizialmente dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 - 1708) rifacendosi probabilmente ad alcuni scritti del naturalista romano Gaio Plinio Secondo (23 - 79) nei quali, secondo la tradizione, i rapaci si servivano di questa pianta per irrobustire la loro vista.[4][5] Il nome della sezione (umbrosa) indica delle piante che preferiscono l'ombra.[6] Il nome scientifico della sezione è stato definito dai botanici Clive Anthony Stace (nato nel 1938) e Peter Derek Sell (1929–2013). DescrizioneHabitus. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee (e aromatiche), a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, inoltre spesso hanno l'asse fiorale eretto e privo di foglie (piante scapose), oppure le foglie basali sono assenti alla fioritura. Le specie di questo gruppo sono piante di tipo fillopode (raramente sono hypofillopode). Queste piante sono anche provviste di lattice (i vasi latticiferi sono anastomizzati), ma sono prive di stoloni.[7][8][9][10][11][12][13][2][14] Radici. Le radici sono secondarie da rizoma. Fusto. La parte aerea del fusto è eretta da molle a robusta con ramosità media e colorazioni variabili da verde chiaro a verde-glauco (in basso sono rosso-violacee). La superficie può essere sia glabra che pelosa. Le piante di questa sezione possono raggiungere un'altezza massima di 3 - 6 dm (raramente raggiungono i 7 dm). La parte sotterranea spesso è un fittone. Foglie. Le foglie si dividono in basali e cauline disposte in modo alternato. La lamina è intera con forme da ellittiche a lanceolate. I bordi possono essere continui o variamente dentati (anche profondamente dentati, ma raramente sono lobati). La superficie può essere glabra o variamente pubescente. La consistenza è molle. Quelle basali (da 3 a 6) sono provviste di picciolo. Le foglie cauline (da 2 a 6) sono alato-picciolate (quelle inferiori), arrotondate e sub-amplessicauli (le medie e superiori) e progressivamente più ridotte. I piccioli sono seminascosti da una densa villosità sericea allungata di peli ghiandolari. Infiorescenza. La sinflorescenza è del tipo lasso-paniculata con 2 - 5 rami e diversi capolini (in totale fino a 15). L'acladio è di 1 – 3 cm. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un peduncolo (da sottile a ingrossato e sotteso da alcune brattee fogliacee) che sorregge un involucro composto da diverse brattee (o squame) disposte su 2 serie in modo embricato, all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. L'involucro ha delle forme da ovoidi a cilindrico-ellissoidi Le brattee si dividono in esterne e interne; quelle esterne (formano quasi un calice) sono da poche a una dozzina con forme da deltate a lanceolate o lineari; quelle interne possono arrivare a due dozzine ed hanno delle forme lineari-lanceolate con margini scariosi e apici acuminati con forme ottuse. Il ricettacolo è nudo, ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori, e alveolato (il margine degli alveoli è brevemente dentato). Gl'involucri sono seminascosti da una densa villosità sericea allungata di peli ghiandolari (i peli semplici e stellati sono quasi assenti). Dimensione dell'involucro: 8 – 10 mm. Fiori. I fiori (da 6 a 150) sono tutti del tipo ligulato, tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e zigomorfi. In alcuni casi i fiori femminili sono "stilosi".
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono scuri (bruno-rossastri) a forma colonnare-obconica (o più o meno cilindrica) e sono ristretti alla base (e ingrossati all'apice), mentre la superficie (liscia o appena rugosa) è provvista di 8 - 10 coste che nella parte apicale confluiscono in un orlo anulare. Il pappo è formato 20 a 80 setole biancastre (o giallastre) semplici disposte su due serie (quelle interne sono più lunghe e più rigide, quelle esterne sono fragili). Dimensione degli acheni: 3 - 4,5 mm. BiologiaAntesi: la fioritura in genere è anticipata (il picco antesico è primaverile-estivo). Distribuzione e habitatL'habitat preferito sono gli arbusteti subalpini, le peccete e le faggete. La distribuzione è prevalentemente alpina (dal Trentino al Piemonte). TassonomiaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][12][13] FilogenesiIl genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae. Il genere Hieracium (insieme al genere Pilosella) costituisce il nucleo principale della sottotribù Hieraciinae e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello" posizionato nel "core" delle Hieraciinae.[13][22] Il genere Hieracium è un genere estremamente polimorfo con maggioranza di specie apomittiche. Di questo genere sono descritte circa 1000 specie sessuali e oltre 3000 specie apomittiche[12][23], delle quali circa 250 e più sono presenti nella flora spontanea italiana. I caratteri distintivi per il genere Hieracium sono:[2]
Le specie di questo genere, provviste di molte sottospecie, formano degli aggregati o sezioni con diverse specie incluse, altre sono considerati "intermediare" (o impropriamente ibridi in quanto queste specie essendo apomittiche non si incrociano e quindi non danno prole feconda) con altre specie. A causa di ciò si pongono dei problemi di sistematica quasi insolubili e per avere uno sguardo d'insieme su questa grande variabilità può essere necessario assumere un diverso concetto di specie. Qui in particolare viene seguita la suddivisione in sezioni del materiale botanico così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[2] La sezione XXVII Umbrosa, insieme alle sezioni Subalpina, Bocconea, Pulmonarioidea, Jurassica e Alpestria, costituisce un gruppo di specie intermediarie a distribuzione prevalentemente subalpina; in particolate la sezione di questa voce ha delle affinità con la sezione Prenanthoidea. I caratteri distintivi per le specie di questa sezione sono:[2]
Specie della flora italianaNella flora spontanea italiana, per la sezione di questa voce, sono presenti le seguenti specie (principali e secondarie o derivate):[2][3] Specie principale. Hieracium umbrosum Jord., 1848[24] - Sparviere sciafilo: l'altezza massima della pianta è di 40 – 60 cm (massimo 70 cm); il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Orofita - Europeo; l'habitat tipico sono gli arbusteti subalpini, le faggete e le peccete; in Italia è una specie rara e si trova su tutto l'arco alpino fino ad una quota compresa tra 1.000 e 1.800 m s.l.m.. Per questa specie sono riconosciute 10 sottospecie presenti in Italia.
Specie principale. Hieracium obscuratum Murr, 1899[25] - Sparviere oscurato: l'altezza massima della pianta è di 30 – 50 cm (massimo 60 cm); il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Artico - Alpico; l'habitat tipico sono gli arbusteti subalpini, le faggete e le alnete; in Italia è una specie rara e si trova su tutto l'arco alpino fino ad una quota compresa tra 1.200 e 2.000 m s.l.m.. Per questa specie sono riconosciute 4 sottospecie presenti in Italia.
Note
Bibliografia
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