Heptranchias perlo
Lo squalo manzo (Heptranchias perlo Bonnaterre, 1788) è uno squalo della famiglia Hexanchidae, ed è l'unico membro del genere Heptranchias. Areale e habitatNon è molto comune, ma il suo areale è ampio attraverso le zone tropicali e temperate di tutti gli oceani, ad eccezione dell'Oceano Pacifico nordorientale[1]. Nell'Oceano Atlantico Occidentale abita le acque dalla Carolina del Nord negli USA fino alla parte settentrionale del Golfo del Messico, Cuba compresa, e più a Sud la zona tra il Venezuela e l'Argentina[2]. In quello Orientale, lo si è rinvenuto dal Marocco alla Namibia, ed anche nel Mediterraneo. Vive anche nell'Oceano Indiano ad Ovest dell'India, presso Aldabra, a Sud del Mozambico, ed in Sudafrica. Nel Pacifico infine, è stato trovato dal Giappone alla Cina, in Indonesia, Australia, Nuova Zelanda a Nord del Cile[3][4]. Vive sul fondale e nella zona pelagica. Sono state catturate specie dalla superficie ai 1000 metri di profondità[5], ma in genere abitano tra i 150 ed i 450 metri[6]. Principalmente vivono sulla piattaforma continentale, ma possono radunarsi attorno ai seamount[7]. TassonomiaIl nome Heptranchias deriva dal Greco heptra cioè "sette braccia", e agchein, cioè "strozzatura", in riferimento alle sette paia di fessure branchiali. Alcuni autori assegnano alla specie una sua famiglia, quella degli Heptranchiidae[8]. AspettoLa caratteristica fondamentale che distingue la specie è la presenza di 7 paia di fessure branchiali che si estendono sino alla gola[3][4][9]. Di solito grandi tra i 60 ed i 120 cm, questi squali possono raggiungere anche gli 1.40 metri[3]. Il corpo è snello e fusiforme, la testa è sottile ed appuntita e gli occhi sono relativamente grandi e verdi fluorescenti in alcuni individui[3]. L'unica pinna dorsale nasce al di sopra dei margini interni delle pinne pelviche, è dritta sul margine anteriore e concava su quello inferiore, e la sua punta è arrotondata. La pinna anale è di piccole dimensioni[2] ed i margini sono praticamente diritti. Anche le pinne pettorali sono piccole ed il margine esterno è leggermente concavo. La bocca è appuntita e molto ricurva, e contiene da 9 ad 11 denti per lato sulla mascella superiore e 5 per lato sulla inferiore[10]. I denti superiori sono appuntiti e presentano piccole cuspidi laterali, quelli inferiori sono bassi, larghi e disposti a pettine[2]. Questi squali sono dotati di un peduncolo caudale allungato. I dentelli dermici sono molto sottili e trasparenti, e presentano una linea mediana e due cuspidi terminali. Il corpo è marroncino, e a volte presenta macchie scure indistinte; nei giovani si notano delle macchie bianche in corrispondenza delle punte della pinna dorsale e di quella caudale, mentre negli adulti i margini di tutte le pinne sono più chiari del resto del corpo.[2][3][4][11][12] AlimentazioneA dispetto delle dimensioni relativamente piccole, la specie è considerata un top predator negli ecosistemi che abita. In generale si nutre di piccoli squali e razze, piccoli pesci ossei, gamberi, granchi, aragoste, seppie ed altri cefalopodi[11]. Presso il Great Meteor Seamount nell'Atlantico Occidentale si nutre soprattutto di teleostei e cefalopodi, ed in misura minore di piccoli pesci cartilaginei. Al largo della Tunisia invece, oltre ai teleosti predilige i crostacei. In Australia, tra i teleosti più consumati ci sono il Lepidorhynchus denticulatus per quanto riguarda gli individui piccoli, Gempylus serpens e trichiuridi per quanto riguarda gli individui più grossi[13]. La nuotata è molto vigorosa, e l'attività alimentare aumenta nelle ore notturne. A volte la specie può diventare preda di altri squali. I parassiti che conosciamo sono i nematodi dei generi Anisakis e Contracaecum, ed il cestode Crossobothrium dohrnii[4]. RiproduzioneLa specie è ovovivipara[14], ed apparentemente non esistono stagioni dell'accoppiamento. La madre mette al mondo da 9 a 12 cuccioli per volta[3], che alla nascita sono lunghi circa 26 cm. Alla maturità i maschi sono lunghi tra i 75 e gli 85 cm e le femmine tra i 90 ed i 100. La maturità sessuale nel maschio è inoltre sottolineata dalla formazione di muco sulla punta degli emipeni[3][4]. Rapporti con l'uomoLa specie è molto attiva e può essere aggressiva e mordere quando è pescata, ma in generale è considerata troppo piccola per essere pericolosa per l'uomo[3]. Questi squali sono pescati in numeri non molto grandi in modo accidentale durante la pesca commerciale in acque profonde, dai pescherecci a lunga tratta e durante la pesca a strascico[7]. Sono utilizzati per la produzione di farina di pesce ed olio ricavato dal fegato. La carne è di buona qualità, ma mediamente velenosa[4][9][15] Si crede che questa specie a lenta riproduzione sia in rapido declino in zone interessate dalla pesca di profondità, ed essa è classificata come Near Threatened (cioè prossima alla minaccia) dalla Unione internazionale per la conservazione della natura. Occasionalmente in Giappone si è riusciti a mantenere questi squali in cattività[7]. Note
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