La vita di Guido fu contrassegnata dalla preghiera, dal digiuno e dalla carità e per il suo comportamento fu ritenuto santo già in vita. Così, per non cadere nel peccato di orgoglio, all'età di quarant'anni lasciò la città natale di Pisa e visse in solitudine presso Donoratico, dove costruì un oratorio che dedicò alla Vergine Maria.
Qui morì il 20 maggio 1140 ed ebbe sepoltura.
Culto
L'oratorio di San Guido
Il culto per Guido della Gherardesca sorse spontaneo subito dopo la morte dell'eremita e l'oratorio della Madonna della Gloria divenne meta di fedeli. Nel 1212 fu concesso il trasferimento del corpo dall'oratorio alla chiesa madre di Donoratico. Infine papa Callisto III nel 1458 autorizzò la traslazione del corpo nel Duomo di Pisa[1].
La memoria liturgica del beato Guido ricorre il 20 maggio, come riportato dal Martirologio Romano: «A Castagneto in Toscana, beato Guidone della Gherardesca, eremita»[2].
Gabriele Zaccagnini, I santi nuovi della devozione pisana nell'età comunale (secoli XII–XV), in Cesare Alzati e Gabriella Rossetti (a cura di), Profili istituzionali della santità medievale. Culti importati, culti esportati e culti autoctoni nella Toscana Occidentale e nella circolazione mediterranea ed europea, Pisa, GISEM-ETS, 2008, p. 297, ISBN978-88-467-2387-1.