Il nome del genere deriva da due parole latine: "gleba" (= suolo) e "-ionis" (= caratteristico di) la cui applicazione risulta incerta (forse derivata da qualche uso agricolo).[3][4]. L'epiteto specifico (segetum) significa "dei campi di grano", dal latino"seges"' (= campo di grano).[5]
Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Carl Linnaeus (1707-1778) e Jules Pierre Fourreau (1844-1871) nella pubblicazione " Annales de la Société Linnéenne de Lyon. Lyons" ( Ann. Soc. Linn. Lyon sér. 2, 17: 90) del 1869.[6]
Descrizione
Portamento. La specie di questa voce è una erbacea con un ciclo biologico annuale. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. L'indumento è assente o è formato da peli di tpo basifissi.[7][8][9][10][11][12][13]
Fusto. La parte aerea in genere è eretta, semplice o ramosa e glabra. Altezza media: 2-6 dm.
Foglie. Le foglie, verdi-glauche e carnose, sono disposte in modo alterno ed hanno una lamina a margini seghettati-dentati e sono del tipo profondamente pennatopartite con segmenti lanceolati e dentati sui bordi. La forma ha un contorno lanceolato. Sono sub-picciolate quelle basali e sessili quelle cauline (largamente abbraccianti). Dimensione delle foglie: 2-4 x 5-9 cm.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolini solitari o raramente raccolti in modo corimboso lasso. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato radiato. I capolini sono formati da un involucro, con forme più larghe che alte, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, piatte e a consistenza erbacea, con forme ovali e verdi, brunicce sui margini, sono disposte in modo più o meno embricato su 3-4 serie. Il ricettacolo, da convesso a emisferico, è sprovvisto di pagliette avvolgenti la base dei fiori. Diametro degli involucri: 1-2 cm. Diametro dei capolini: 2-4 cm. Lunghezza del peduncolo: 5 cm.
fiori del raggio (esterni): sono femminili, fertili e sono disposti su una serie; la forma è ligulata (zigomorfa); a volte possono mancare o essere sterili;
fiori del raggio: la forma della corolla alla base è brevemente tubulosa, mentre all'apice è ligulata; la ligula, ovale-ellittica, può terminare con 3 denti; il colore generalmente è giallo;
fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; il colore è giallo.
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere, con un collare di filamenti a balaustra, possono essere sia di tipo basifissa che medifissa. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre non polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
Gineceo: l'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. In alcune specie è presente un certo dimorfismo tra gli acheni dei fiori ligulati esterni (con forme trigone e 2(-3) ali) e quelli tubulosi del disco centrale (con forme cilindriche, 10 coste o un'ala). L'apice è arrotondato marginalmente o con una piccola corona. Il pericarpo è privo di cellule mucillaginifere e sacche di resina. Lunghezza degli acheni: 2-2,5 mm.
Biologia
Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[8][9] Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori. Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Distribuzione e habitat
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Steno-Mediterraneo Turanico divenuto Euri-Mediterraneo. Distribuzione: in Italia questa specie è abbastanza comune al Centro e Sud; è molto rara nel Settentrione. Nelle Alpi ha una distribuzione discontinua. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia e Austria. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nei Monti Vosgi e Pirenei.[16] Altrove si trova in nell'areale del Mediterraneo.[2] Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono i campi, le vigne, gli uliveti e gli incolti. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 800 ms.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare oltre a quello planiziale.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae.
Sistematica
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[17], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[18] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[19]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][10][11]
Filogenesi
Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Glebonis (insieme alla sottotribù Glebionidinae) è incluso nel clade Mediterranean clade.[20]
All'interno della sottotribù Glebionis fa parte del gruppo originale insieme ai generi Argyranthemum, Heteranthemis e Ismelia delle Glebionidinae caratterizzato da un certo dimorfismo tra gli acheni dei fiori ligulati esterni e quelli tubulosi del disco centrale.
I caratteri distintivi della specie Glebionis segetum sono:[12]
le foglie sono profondamente incise-dentate;
gli acheni dei fiori del raggio hanno delle forme trigone e alate;
gli acheni dei fiori del disco hanno delle forme cilindriche con 10 coste.
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 91, ISBN88-7621-458-5.