Tra il 1834 e il 1843 si ha notizia che lavorò in diverse occasioni al Duomo di Milano[1]. Tuttavia la maggior parte delle sue opere furono realizzate nelle città dello stato sabaudo, dove collaborò anche con lo scultore Stefano Butti.
Tra il 1836 e il 1838, per la Barriera Albertina, realizzò statue allegoriche raffiguranti virtù o attività civiche[2][1].
A Palazzo Bertelli, inaugurato il 4 novembre del 1837, realizzò la statua superiore, che raffigura un'allegoria della città di Novara[3].
Tra il 1839 e il 1841 realizzò, a Palazzo Orelli, il vertice e gli acroteri laterali del timpano, con rappresentazioni dell'Acqua e della Terra, assieme alla statua di Melchiorre Gioja all'interno[4][5].
Per lo scurolo di Sant'Alessandro a Fontaneto d'Agogna (NO), nel 1845, Argenti eseguì le 12 statue in terracotta con i santi onomastici degli illustri committenti, proprietari in Fontaneto[6].
Nel 1851 realizzò, al palazzo dell'Archivio di Stato di Novara, sull'architrave dell'ingresso, la statua del Genio della Conservazione[7][8].
Dal 1852, nel cortile centrale dell'Ospedale maggiore della Carità, realizzò medaglie e busti marmorei di benefattori organizzati in base a un suo progetto decorativo[9].
A Vercelli, nel 1864, in collaborazione con lo scultore Ercole Villa che ritrasse lo statista Cavour, Argenti realizzò le due statue allegoriche alla base del monumento dedicate all'Agricoltura che tiene in mano i frutti della terra e al Commercio che auspica il libero mercato, come titola il grande volume ai suoi piedi[11].
Tra il 1867 e il 1869 eseguì la serie di medaglioni a tema religioso per il Duomo di Novara[12].
Opere
Molti sono i suoi lavori nella città di Novara ed in provincia.
A titolo di esempio, a Novara realizzò, al Palazzo Civico, il monumento a Carlo Alberto, distrutto nel periodo della seconda guerra mondiale. Rappresentava un'aquila con un'ala spezzata, posta tra due statue, raffiguranti la Vigilanza e la Temperanza[13].
Altre opere
A Lu (AL) nella Chiesa di Santa Maria Nuova, nel 1846, Argenti realizza l'altorilievo della Madonna Assunta che decora l'abside[14].
A Meina (VCO) nella villa Faraggiana, realizza le decorazioni scultoree della facciata in pietra di Viggiù[18].
A Vercelli, realizza le statue di quattro apostoli poste sulla facciata del duomo (il gruppo a destra)[19].
Ad Aosta realizza le statue rappresentanti i due fiumi che attraversano la città: il Buthier e la Dora Baltea. Le due statue si trovano sulla facciata dell'Hotel de Ville (1838-1842) in piazza Chanoux[20].
Riconoscimenti
Nel 1926 il comune di Novara gli ha intitolato una via nel quartiere Sacro Cuore, presso Largo Leonardi[21][22].
^Monumenti, su Comune di Lu. URL consultato il 25 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2010).
^ Flavia Fiori e Mario Airoldi, Il Santuario di Loreto in Oleggio e le corporazioni dei mestieri, illustrazioni di Giacomo Gallarate, Museo di arte religiosa, 1993.
^ Roberto Cardano, Il santuario del Varallino, su Parrocchia di Galliate, 13 settembre 2018. URL consultato il 25 novembre 2021.
^ Roberto Cardano, La chiesa parrocchiale, su Parrocchia di Galliate, 13 settembre 2018. URL consultato il 25 novembre 2021.
Francesco Caravatti, Viggiù nella storia e nell'arte, Varese, Arti Grafiche Varesine, 1925.
Gottardo Ortelli, Picasass. Storia del mestiere e degli uomini che hanno fatto la storia di Viggiù, Varese, Macchione Editore, 1995.
Gabriella Bottarelli e Walter Guerra, Dizionario architetti, ceramisti, incisori, pittori e scultori di Varese e del Varesotto dal sec. XII al sec. XX, Varese, Archivio Artistico Varesino, 1998.
Marina Dell'Omo, Uno scultore dell'800 per il Novarese. Giuseppe Argenti, in Novarien, n. 14, Interlinea Edizioni, 1984, pp. 192-206, ISSN 0078-253X (WC · ACNP).