Giovanni Tristano (architetto)Giovanni Tristano (Ferrara, 1515 – Roma, 1575) è stato un architetto e gesuita italiano. Fu uno degli architetti più importanti nell'imponente attività edificatoria della compagnia di Gesù nella seconda metà del XVI secolo.[1] BiografiaAppartenne a una famiglia di capomastri e dovette ricevere la prima formazione direttamente in cantiere anche mancano notizie sulla prima parte della vita. Tra il 1544 e il 1548 risultano le prime tracce della sua attività a Ferrara insieme al fratello Lorenzo. Entrò nell'ordine dei Gesuiti nel 1555 a seguito della prematura scomparsa della moglie e del figlio e sulle orme del fratello. Doveva già godere di una discreta fama di costruttore se, inviato dall'ordine a Roma, cominciò subito a prestare la propria attività a servizio della Compagnia, occupandosi nei vent’anni successivi, di vari cantieri e supervisionando i progetti che giungevano dalle province. Fu infatti il primo a ricoprire (dal 1558 fino alla morte) il ruolo di «consiliarius aedificiorum» all'interno dell'ordine. Diventò così il principale architetto nella prima stagione edilizia e di espansione territoriale gesuitica e il primo interprete di uno stile peculiare voluto dalla compagnia, fatto di sobrietà e solidità e di specifiche tipologie messe a punto per le esigenze dei gesuiti.[1] La sua attività progettuale si ampliò a tutta la penisola. Visitò di persona la maggior parte dei siti dei progetti, ma soltanto in pochi casi potette sovrintendere all’avvio della costruzione salvo qualche visita periodica. Produsse anche progetti a distanza, basandosi su sommari rilievi, come ad esempio, quello del collegio e chiesa di Dillingen in Germania. Nel 1558-1559 fu a Napoli (chiesa del Gesù e collegio di Nola). Tra il 1563 e il 1565 risiedette in Sicilia dove si occupò di diverse sedi dell'ordine a Messina, Bivona, Caltabellotta, Siracusa, Catania e soprattutto per la chiesa del Gesù e collegio (casa professa) di Palermo. Tra il 1560 e il 1570 fu diverse volte a Perugia (collegio, chiesa del Gesù, palazzo vescovile). Opere
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