Si dice che fosse il figlio dello scriba e miniatore, Joachinus de Gigantibus de Rothenburg, da cui il suo nome in italiano Todeschino ("piccolo tedesco")[1]. Questa relazione è stata comunque messa in discussione[2].
Giovanni Todeschino, nato a Bergamo secondo il suo testamento, è menzionato nell'archivio dei re di Napoli dal 1482 per il quale realizzò diverse decorazioni di opere in collaborazione con gli altri membri del laboratorio reale: Cola Rapicano, suo figlio Nardo e Cristoforo Majorana[3].
Sembra che abbia seguito Federico I di Napoli durante il suo esilio in Turenna. In questa occasione, e durante un breve soggiorno tra l'inverno 1501 e la primavera 1502, produsse diverse opere in Francia e collaborò con Jean Bourdichon a vari manoscritti tra cui il libro delle ore di Federico I. In questa occasione, influenzò lo stile di diversi miniatori della Turenna[4]. Ritornò a Napoli nel giugno 1503 dove fu indicato come residente a San Domenico Maggiore. Morì qualche tempo dopo, prima del gennaio 1504[5].
Pietro Summonte in una lettera, del 20 marzo 1524, indirizzata a Marcantonio Michiel, si riferisce ancora a lui in termini elogiativi e indica che era stato influenzato dal miniatore romano di origine padovana Gaspare da Padova[6]
Teresa Urso propose di identificare Giovanni Todeschino nel "Maestro di Plinio a Londra", un miniatore attivo a Roma[7][8]. Questa identificazione è stata comunque contestata da Jonathan Alexander che vede uno stile diverso[3].
libro delle ore per un committente napoletano anonimo, 2 miniature (f.176v e 179) in collaborazione con Nardo Rapicano, 1483, Morgan Library and Museum, New York, M.1052[10]
Il libro delle ore di Federico I di Napoli, in collaborazione con Jean Bourdichon e il suo laboratorio tra cui il Maestro francese di Claude, intorno al 1501, BNF Lat. 10532[13]
Officia octo (raccolta di preghiere) di Leonardo Corvino, in collaborazione con Bourdichon, British Library, Ms Add 21591
Ore della Sainte-Chapelle di Jean II Nicolay, venduto da Sotheby's il 19 giugno 1989 lotto 3033, collezione privata[14]
Crucifixion, New York, collezione Breslauer
Note
^(EN) Jonathan James Graham Alexander, The Painted page: Italian Renaissance book illumination, 1450-1550, Royal Academy of Arts (Great Britain), Pierpont Morgan Library, 1994, p. 106.
^G. Toscano,, La Biblioteca reale di Napoli al tempo della dinastia aragonese, Catalogo di mostra (Napoli, Castel Nuovo, 30 settembre – 15 dicembre 1998), a cura di Valencia, 1998
^Jannic Durand et M.-P. Laffitte (dir.), Le trésor de la Sainte-Chapelle, Paris, RMN, 2001, no 30 (notice de T. D’Urso), cat. d’exp., Paris, Musée du Louvre, 31 maggio-27 agosto 2001
Bibliografia
Teresa Urso, Giovanni Todeschino: la miniatura «all'antica» tra Venezia, Napoli e Tours, éditeur Arte Tipografica, 2008 ISBN 9788889776636
Teresa Urso, Napoli 1506: il Maestro del retablo di Bolea e l’eredità artistica di Giovanni Todeschino , in Mara Hofmann, Caroline Zöhl, Eberhard König, Quand la peinture était dans les livres. Mélanges en l’honneur de François Avril, Turnhout, Paris, Brepols, Biblioteca nazionale di Francia, coll. «Ars Nova» (no 15), 2007 (DOI 10.1484/M.ARS-EB.3.23), p. 79-88
(EN) Jonathan J. G. Alexander, The Painted Book in Renaissance Italy 1450-1600, Yale university pressª ed., 2016, p. 60-61, ISBN978-0-300-20398-1.