Giovanni Spampinato

Giovanni Spampinato

Giovanni Spampinato (Ragusa, 6 novembre 1946Ragusa, 27 ottobre 1972) è stato un giornalista italiano, vittima del terrorismo di estrema destra.[1]

Biografia

Corrispondente da Ragusa de L'Ora di Palermo e de l'Unità tra la fine degli anni Sessanta e i primissimi dei Settanta, Giovanni Spampinato, 25 anni, si era affermato pubblicando un'ampia e approfondita inchiesta sul neofascismo. Un lavoro sul campo, condotto a Ragusa, Catania e Siracusa, col quale il giovane cronista era riuscito a documentare le attività clandestine e i rapporti delle organizzazioni di estrema destra locale con la criminalità organizzata – che controllava i traffici illeciti di opere d'arte, armi, sigarette e droga – e con esponenti di primo piano del fascismo eversivo nazionale e internazionale, fautori di quella strategia della tensione che già nel 1969 a Milano aveva provocato la strage di piazza Fontana.

Nella sua Cinquecento, la notte del 27 ottobre 1972, lo raggiunsero sei pallottole esplose da due pistole. A sparare, a pochi centimetri da lui dentro l'abitacolo, fu Roberto Campria, figlio del presidente del tribunale di Ragusa. L'intoccabile trentenne era uno dei maggiori indiziati di un altro omicidio, quello del commerciante di antiquariato e oggetti d'arte, Angelo Tumino, consumato nella stessa città il 25 febbraio dello stesso anno.

Giovanni Spampinato era stato l'unico giornalista a rivelare che era coinvolto nelle indagini; che una pista, quindi, portava dentro il Palazzo di Giustizia; e che, perciò, secondo logica e procedura, l'inchiesta penale doveva essere affidata ai giudici di un'altra città. L'inchiesta invece non fu trasferita e il giovane cronista fu criticato e isolato nell'ambiente dei corrispondenti. Ad oggi, del delitto Tumino non si conoscono ancora esecutori, mandanti e movente.

Quell'omicidio si verificò proprio nei giorni in cui Spampinato rivelava la presenza a Ragusa del “bombardiere nero” Stefano Delle Chiaie (all'epoca ricercato per le bombe del 12 dicembre 1969 all'Altare della Patria) e di altri noti fascisti romani legati a Junio Valerio Borghese, che nel dicembre del 1970 aveva tentato un colpo di Stato. Uno di questi personaggi, Vittorio Quintavalle, fu interrogato dagli inquirenti che seguivano le indagini sul delitto e questo rafforzò nella mente del cronista l'impressione che l'omicidio Tumino potesse essere collegato alle trame eversive che stava documentando. Tanto più che i contatti fra Campria e Tumino e fra questi e i trafficanti di estrema destra erano molto frequenti. Fu assassinato prima di poterlo dimostrare.

Nel settembre 2007, Giovanni Spampinato è stato insignito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del premio Saint Vincent per il giornalismo alla memoria.

Note

Bibliografia

  • Il triangolo della morte. Tumino, Campria, Spampinato di Gianni Bonina (Ragusa 1992)
    Del delitto Spampinato nei primi anni novanta si è occupato il giornalista catanese Bonina con questo libro, da cui emerge il quadro complesso che, sul piano umano oltre che sociale, ha determinato quegli eventi tragici.
  • Gli insabbiati, storie di giornalisti uccisi dalla mafia e sepolti dall'indifferenza di Luciano Mirone (Castelvecchi, 1999)
    Dal libro del cronista etneo L. Mirone emergono soprattutto gli scenari foschi che ne hanno costituito lo sfondo e gli insoluti.
  • Morte a Ragusa di Carlo Ruta (Edi.bi.si., Messina 2004).
    È la più recente ricostruzione della vicenda si ritrova in: sulla scorta di documenti tratti dal palazzo di giustizia di Ragusa e di nuove testimonianze, in tale libro vengono chiarificati i nessi causali tra i delitti Tumino e Spampinato, mentre vengono offerti i riscontri oggettivi sui deficit dell'istruttoria sulla prima uccisione, già allora motivo di censure da parte dell'opinione pubblica e dell'informazione democratica nazionale.
  • Il caso Spampinato. Inchiesta drammaturgica di Roberto Rossi e Danilo Schininà (Centro studi Feliciano Rossitto, Ragusa, 2007).
    Un documentario teatrale che ricostruisce la vicenda cucendo assieme carte giudiziarie, articoli, video e testimonianze dell'epoca. Andato in scena in prima nazionale a Riccione nel 2008, ospite del Premio di giornalismo televisivo intitolato ad Ilaria Alpi.
  • C'erano bei cani ma molto seri. Storia di mio fratello Giovanni ucciso per aver scritto troppo di Alberto Spampinato (Ponte alle Grazie, Milano 2009). Nuova edizione: Melampo, Milano, 2014.
    Dalla descrizione: "C'era un campo di girasoli, e mangiavamo i semi ancora verdi. C'erano le mucche, e la sera facevano la ricotta... Il padrone di casa, o un suo figlio, era cacciatore. C'erano bei cani, ma molto seri. Un giorno legarono un cane in cortile, e stette lì forse per due giorni. Il cane ululava, si lamentava, era straziante. Ci dissero di non avvicinarci, aveva la rabbia. Poi lo abbatterono a fucilate. Ricordo l'odore della terra bagnata dagli acquazzoni estivi. Quell'odore mi inebriava". Così, ricordando la propria infanzia, scriveva nel 1971 il giovane giornalista ragusano Giovanni Spampinato, in una tragica e involontaria profezia: fu ucciso poco tempo dopo in circostanze ancora non chiarite. Come corrispondente dell'"Ora" di Palermo indagava su un omicidio e aveva cominciato a rivelare un perverso intreccio fra mafia, eversione nera e servizi segreti. Il fratello minore Alberto, anche lui giornalista, affida oggi a queste pagine un toccante e inquieto ritratto della sua famiglia di origine e un'inchiesta sulle vere cause della morte di Giovanni; ma al contempo vi raccoglie un'indagine personale e profonda sulla storia culturale e sociale della sua terra, la Sicilia, e del nostro Paese: dalla seconda guerra mondiale all'impegno del padre per l'ideale comunista, dal regno incontrastato della cultura contadina alle nuove stagioni dell'industrializzazione e della contestazione, fino all'emergere dei poteri oscuri della reazione e della criminalità.
  • Il caso Spampinato, Inchieste, rapporti, documenti, a cura di Giovanna Corradini, Archivio storico AccadeinSicilia, Ragusa 2012. In questo testo sono riportate le inchieste più significative sul caso, dagli anni settanta a tempi più recenti. Vengono proposti inoltre alcuni aggiornamenti e una straordinaria selezione di documenti, fino ad oggi largamente inediti.

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