Giovanni nacque in una famiglia di pittori, era figlio del pittore Antonio Brighenti nato nel 1752, e padre dell'altro Antonio Brighenti, anche lui pittore e nato nel 1810. Frequentò l'Accademia Carrara di Bergamo sotto l'insegnamento di Giuseppe Diotti. Sposò Maria Giuseppa Crespi, dalla quale ebbe Antonio, anch'egli pittore, e con il quale collaborò, rimanendo comunque difficile attribuire alcune opere all'uno piuttosto che all'altro.
Opere
Dipinse la pala d'altare della chiesa di Ganda di Aviatico nel 1819, intitolata a Gesù crocifisso, la Vergine e i Santi Giovanni e Sebastiano.
Lasciò numerosi affreschi nelle chiese della Val Seriana, di Bergamo fino a Lecco[1], tanto che egli stesso riteneva d'essere migliore nella pittura dell'affresco che in altre tecniche[2].
Nel 1832 dipinse due tele ad olio per la chiesa di Castione della Presolana intitolate Ester ed Assuero e la cacciata di Eliodoro dal tempio; nel 1836 eseguì per la parrocchia di Gazzaniga (Natività di Gesù e Presentazione al Tempio), mentre per la cappella del cimitero di Clusone realizzò la pala raffigurante Cristo crocifisso e l'Addolorata[3].
Del pittore ci rimane l'immagine da lui impressa in un autoritratto, notevolmente realistico; Giovanni si dipinge affetto da un leggero strabismo, avvolto in un manto rosso, con la tavolozza e i pennelli in mano, con una libreria sullo sfondo su cui sono visibili testi di letteratura classica[2].
La lista da lui redatta, intitolata Li principali miei dipinti a fresco' elenca le seguenti opere[4]:
Chiesa parrocchiale di Sant'Ippolito di Gazzaniga: Quattro Evangelisti, controfacciata, sopra l'ingresso principale, piccole medaglie sopra le cappelle delle entrate laterali;
Chiesa di Valle San Martino di Calolzio: tazza del coro con Trinità e san Martino portato in cielo, Quattro Evangelisti sulle pareti laterali;
Chiesa di San Giorgio a Bergamo: quattro medaglie sotto la volta;