Carlo, morto giovane, citato nella targa della madre;
Teobaldo († 1312), citato nella targa della madre, eletto vescovo di Metz nel 1296, citato (messires Thibaus nostre freres) in una lettera, datata 1301, del fratello Enrico (Henris cuens de Bar)[3]; vescovo di Liegi nel 1302; ucciso in battaglia a Roma il 26 maggio 1312; sepolto a San Pietro (Roma).
Rinaldo († 1316), citato nella targa della madre, canonico di Reims, Beauvais, Cambrai, Laon e Verdun; arcidiacono a Bruxelles e Besançon; vescovo di Metz nel 1302, come ci viene confermato da una lettera del 1314 (Renaut evesque de Mets)[4]; secondo le Europäische Stammtafeln[5], vol I, 2227 morì per avvelenamento;
Erardo († ca. 1336), citato nella targa della madre, monaco nel 1292, citato (messires Erars de Bar nostre freres) in una lettera, datata 1301, del fratello Enrico (Henris cuens de Bar)[3] e poi signore di Pierreponte d'Ancerville nel 1302; sposò Isabella di Lorena, figlia di Teobaldo II, duca di Lorena e Isabella di Rumigny, come risulta da una lettera del 1320 (Erard de Bar chevalier Sires de Pierrepont et Ysabel de Lorrainne sa femme)[6]; ebbe sei figli;
Pietro († ca. 1349), citato nella targa della madre, signore di Pierrefort nel 1300; signore di Bettingen, 1326/1334; sposato in prime nozze con Giovanna di Vienne, figlia di Ugo di Vienne, signore di Longwy e di Pagny (nipote di Isabella di Borgogna); ebbe quattro figli con la prima moglie; sposato in seconde nozze con Eleonora di Poitiers-Valentinois[7]
Alice († 1307), citata nella targa della madre; sposata nel 1278 con Mattia di Lorena († affogato nel 1282), signore di Beauregard, figlio di Federico III, duca di Lorena
Maria († 1333), citata nella targa della madre, sposata con Gobert VIII d'Aspremont († 1325), come ci viene confermato da una lettera del 1314 del fratello Rinaldo (Marie de Bar femme de monsieur Gobert d´Aspremont)[4];
Margherita, citata nella targa della madre; badessa di Saint-Maur a Verdun;
Enrichetta († dopo il 1311), citata, assieme alla sorella, Isabella, dallo storico, Georges Poull, nel suo libro La Maison souveraine et ducale de Bar (1994).