Dopo un iniziale periodo di formazione a Roma, con la morte del padre e per mancanza di sussidi, Giacomo tornò a Palermo come allievo presso Pietro Novelli.[1] Contemporaneo di Andrea Carrera, le sue opere sono permeate dallo stile novellesco, a tratti per colori e linee, per mano del maestro influenzato da Antoon van Dyck, quest'ultimo visitatore a Palermo nel periodo della peste.[1]
Le informazioni sull'artista sono incomplete e frammentarie. Solo alcuni dipinti autografi permettono di determinare il periodo di massima espressione artistica compresa nei primi decenni del XVII secolo.
XVII secolo, San Giovanni e Apostoli, olio su tela, olio su tela proveniente dalla Congregazione di Santa Margherita e custodito nella Galleria dell'Università.[5]
XVII secolo, Giudizio di Salomone, Sansone e il leone, Mosè, Giuseppe si libera dalla cisterna, quadroni documentati nel transetto di Casa Professa.[21]
XVII secolo, Beata Vergine, opera documentata nella chiesa della Concezione alli Porrazzi.[21]
XVII secolo, Sant'Andrea, opera documentata nella chiesa di Sant'Andrea alla Civita di Malta.[21]
XVII secolo, Comunione di San Gerolamo, olio su tela, cm 214 x 198, opera provenienza dalla collezione di Giovan Battista Finocchiaro, 1826, e custodita nel Museo civico al Castello Ursino di Catania.
^Pagina XX e 14, Agostino Gallo, "Elogio storico di Pietro Novelli da Morreale in Sicilia, pittore, architetto e incisore", Terza edizione, Palermo, Reale Stamperia, 1830.
^Pagina 131, Gaetano Grano, Philipp Hackert, "Memorie de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII sino al secolo XIX", Messina, 1821.
^Pagina 26, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo", Volume IV, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
^Pagina 279 e 280, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo", Volume primo, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
Hans Vollmer, "Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart", Begründet von Ulrich Thieme und Felix Becker, Band 23: Leitenstorfer–Mander, E. A. Seemann, Leipzig, 1929, S. 420.