La gens Atilia pone le sue origini (o quantomeno le commistioni) fra il popolo dei Volsci, implacabili nemici di Roma degli inizi, e definitivamente conglobati nello stato romano dal 345 a.C. dopo la spartizione delle sfere di influenza fra Roma e i Sanniti. Da ricordare che il primo Atilius a diventare console fu M. Atilius Regulus Calenus nel 335 a.C., dieci anni dopo.
Analizzando l'elenco dei consoli romani si può vedere che la gens Atilia pose 19 volte dei consoli al servizio di Roma, di cui ben 12 nell'arco delle tre guerre puniche e solo tre in età imperiale.
In età repubblicana la gens utilizzava prevalentemente i praenomina Marco, Gaio, Lucio, Aulo e Sesto.
258 a.C.Aulo Atilio Calatino, console nel 258 con C. Sulpicius Q.f. Paterculus; fu console anche nel 254, dittatore nel 249 e censore nel 247
257 a.C.Gaio Atilio Regolo, console assieme a Cn. Cornelius P.f. Blasio II. Ricoprì la carica di console una seconda volta nel 250
256 a.C. Marco Atilio Regolo, console suffectus. Era stato già console nel 267
254 a.C.Aulo Atilio Calatino: in quest'anno fu console per la seconda volta, assieme a Gnaeus Cornelius Scipio Asina, anche lui al secondo consolato
250 a.C.Gaio Atilio Regolo ricoprì in quest'anno per la seconda volta la carica di console, questa volta assieme a L. Manlius A.f. Vulso, anche lui al secondo consolato.
235 a.C. T. Manlius T.f. Torquatus I, C. Atilius A.f. Bulbus II
227 a.C.Marco Atilio Regolo, console con Publius Valerius L.f. Flaccus. Ricoprì la stessa carica nel 217 come console suffetto. Fu tribuno della plebe nel 216 e censore nel 214 a.C.
108 d.C. Ap. Annius Trebonius Gallus, M. Atilius Metilius Bradua
127 d.C. T. Atilius Rufus Titianus, M. Gavius Squilla Gallicanus
185 d.C. Ti. Claudius Maternus, M. Ap. Atilius Bradua Regillus Atticus
Tra mito e storia: la Gens Atilia nell'Eneide
Alcuni esponenti della Gens Atilia portavano l'agnomen "Serranus". Questo nome ricorre due volte nell'Eneide di Virgilio, in passi che il poeta sembra legare tra loro per dimostrare la continuità tra figure mitiche e personaggi della storia romana.
Il primo passo si trova nel sesto libro, quando Anchise mostra al figlio Enea nei Campi Elisi i futuri protagonisti di Roma, tra i quali anche uno degli Atilii caratterizzati dall'agnomen.
" Chi te, o grande Catone, potrà passare sotto silenzio, e te, o Cosso? chi la stirpe di Gracco o la coppia - due fulmini in guerra - degli Scipiadi, rovina della Libia, e la frugale forza di Fabrizio, o te, che nel solco, Serrano, affondi i semi?"
(Virgilio, Eneide, VI, traduzione in prosa di Carlo Carena)
Nel nono libro del poema, Niso fa irruzione nel ricco padiglione del condottiero Remo, il quale verrà da lui massacrato nel sonno con gli accompagnatori personali e alcuni guerrieri ai suoi ordini, in particolare un adolescente chiamato Serrano: questi nel testo è definito insignis facie - ovvero "bellissimo d'aspetto" - espressione che per molti traduttori andrebbe intesa in senso non solo fisico, ovvero chi è bello è anche buono (il concetto di Kalokagathia, mutuato dal mondo greco), e dunque benvoluto. Virgilio non fa di Serrano il capostipite della Gens Atilia, ma semplicemente un personaggio il cui nome rimane nella memoria collettiva per il macabro assassinio, effettuato tramite decapitazione, al pari di Remo (in onore del quale verrà poi chiamato il fratello gemello di Romolo).
" Uccide vicini tre incauti schiavetti distesi in mezzo alle armi
e lo scudiero di Remo; uccide anche l'auriga, sotto i cavalli
scovatolo; con la spada gli recide la gola riversa.
Poi tronca la testa al loro signore, e lascia che il corpo
rantoli in grosso fiotto; caldo di sangue nerastro
si imbibisce a terra il giaciglio. E ancora Lamiro e Lamo
e il giovinetto Serrano, che in quell'ultima notte a lungo
aveva giocato, bello d'aspetto; le membra domate dal dio
gravemente, stava disteso; fortunato, se ancora avesse prolungato
il gioco per tutta la notte, fino a che non spuntasse la luce "
(Virgilio, Eneide, IX, traduzione di Francesco Della Corte)
Note
^ Lodovico Mangini, Historie di Asola, fortezza posta tra gli confini del ducato di Mantova, Brescia e Cremona. Vol. I, Mantova, 1999.