Nato a Giulianova, iniziò a rivelare la sua passione per la musica in giovane età. Per interessamento di Giulia Colonna di Stigliano, moglie del duca d'Atri Giangirolamo Acquaviva[1][2], ebbe la possibilità di studiare a Napoli, dove ebbe tra i suoi insegnanti Gaetano Ciandelli e Saverio Mercadante. A 14 anni decise di dedicarsi in particolare allo studio del violoncello, strumento col quale si esibì in concerto per l'Europa, suonando in molte città tedesche, a Vienna, Parigi, nonché a Firenze, dove fu sempre accolto con entusiasmo. Lasciò Parigi in occasione delle due tournée in America, nel 1874 e 1875. Il miraggio dell’America sembrò al Braga ancora più grande dopo le disastrose vicende legate alla rappresentazione del “Caligola”. Il 29 agosto 1874 si imbarcò su una nave da Brest, città portuale della Francia, nella regione della Bretagna, diretto a New York. La prima tournée in America toccò diverse città, quali Boston, New Bedford, Worcester, Springfield, Filadelfia, Baltimora, Washington, Lockport ed altre. Il pubblico americano ebbe grande ammirazione per Gaetano Braga, come testimoniato da un articolo del “Courrier des Estats-Unis, riportato nel numero della Gazzetta Musicale di Milano del 15 novembre 1874. Durante la tournée si recò anche a Cleveland, dove compose “L’esule”, una delle sue più famose melodie, nella quale trasfuse la nostalgia per la sua terra natia echeggiando un popolarissimo canto abruzzese. A Chicago ottenne uno dei più splendidi successi che gli toccassero in America. Il suo concerto destò un vero e proprio delirio tra gli spettatori e la stampa americana non esitò ad elogiare i suoi meriti non solo come compositore, ma soprattutto come esecutore, chiamandolo “King violoncellist”. Tornò in America una seconda volta nell’agosto del 1875. Giunse a NewYork il 7 settembre 1875 e vi rimase fino al 13 novembre, irritato e pentito per non aver trovato un contratto conveniente, partì di nuovo per l’Europa.[3][4][5]
Come compositore raggiunse l'apice del successo con le opereIl ritratto, Reginella e Caligola.
Nel 1860 scrisse il "Mormile" che, rappresentato alla Scala, si rivelò un insuccesso. Dopo questa avvilente parentesi, tornò a Milano dove compose tra l'altro un Ruy Blas, da Victor Hugo, che non fu mai rappresentato poiché la giuria del Teatro alla Scala gli preferì l'omonima opera di Filippo Marchetti.
"Io, Braga e il Violoncello"[7], documentario di Giuliano Braga, che ripercorre le tappe fondamentali della vita del Maestro Braga. Opera patrocinata dai comuni di Giulianova, Teramo, Roseto degli Abruzzi, Città di Castello
Andrea Sessa, Il melodramma italiano 1861-1900, Firenze, Olschki 2003, pp. 68–69. - ISBN 88-222-5213-6
Renato Badalì, Dizionario della musica italiana. La musica strumentale, Roma, Tascabili Economici Newton, 1996 - ISBN 88-8183-509-6
Carla Ortolani, Gaetano Braga, in Gente d'Abruzzo. Dizionario biografico, Castelli (Teramo), Andromeda editrice, vol. 2, pp. 31–36
Gianluca Sulli, Il salotto europeo di Gaetano Braga, in La romanza italiana da salotto, a cura di Francesco Sanvitale, EDT, Torino 2002, pp. 603–607 - ISBN 88-7063-615-1