Gabriella Pozzuolo

Gabriella Pozzuolo
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Altezza162 cm
Peso57 kg
Ginnastica artistica
SocietàAndrea Doria
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 17 aprile 2024

Gabriella Angela Pozzuolo (Genova, 28 novembre 1946) è un'ex ginnasta italiana.

Biografia

Nata a Genova nel 1946, ha iniziato a praticare la ginnastica artistica a nove anni[1], su consiglio medico, per curare un problema di asma[1], arrivando poi in nazionale circa cinque anni dopo[1].

Nel 1964 è stata campionessa italiana nel concorso generale individuale ai campionati italiani assoluti con i colori della S.G. Andrea Doria della sua città, interrompendo la striscia di successi di Adriana Biagiotti, che aveva trionfato l'anno precedente e che vincerà poi, dall'anno dopo, altri tre titoli consecutivi.

L'anno successivo ha preso parte agli Europei di Sofia 1965, mentre nel 1966 è stata di scena ai Mondiali di Dortmund, dove è arrivata 93ª nel concorso individuale con 68,996 punti.

A 21 anni ha partecipato ai Giochi olimpici di Città del Messico 1968, in cinque gare (la nazionale italiana non prendeva parte al concorso a squadre), chiudendo 64ª nel concorso individuale con 69,650 punti, 75ª al corpo libero con 17,350, 58ª alle parallele asimmetriche con 17,450, 60ª alla trave con 17,100 e 60ª nel volteggio con 17,750. Negli ultimi quattro casi non è riuscita ad accedere alla finale, riservata alle sei con i migliori punteggi delle qualificazioni.

Nello stesso 1968 si è sposata con il collega ginnasta Franco Menichelli[1], conosciuto nel 1962[1], cinque volte medagliato olimpico, una d'oro, presente alle Olimpiadi da Roma 1960 a Città del Messico 1968. È quindi cognata dell'ex calciatore di Serie A e nazionale Giampaolo Menichelli.

In seguito è stata insegnante di ginnastica[1] e ha gestito una palestra a Roma con il marito[1].

Note

  1. ^ a b c d e f g Michele Petracci, Intervista alla coppia olimpica della Ginnastica italiana: Franco Menichelli e Gabriella Pozzuolo, su inliberta.it, 14 agosto 2018. URL consultato il 17 aprile 2024.

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