Fronte della gioventù per l'indipendenza nazionale e per la libertàIl Fronte della gioventù per l'indipendenza nazionale e per la libertà, o Fronte della gioventù, fu la più nota ed estesa organizzazione giovanile partigiana durante la lotta di Liberazione in Italia. Venne costituito a Milano nel gennaio 1944, in forma unitaria, dai rappresentanti dei giovani comunisti, socialisti, democratici cristiani, ai quali si unirono i giovani liberali, quelli del Partito d'Azione, repubblicani, cattolici, le ragazze dei Gruppi di Difesa della Donna (dai quali in seguito sorgerà l'UDI), i giovani del Comitato contadini. La base ideale e programmatica fu elaborata da Eugenio Curiel, membro della direzione del Partito Comunista Italiano, che lo guidò fino alla morte. StoriaL'organizzazione si proponeva di convogliare le forze giovanili nella lotta di liberazione e di essere nello stesso tempo una palestra per un'educazione democratica che superasse ogni residua mentalità fascista. Il Fronte della gioventù, diceva fra l'altro il manifesto costitutivo, «è l'organizzazione di tutti i giovani italiani senza distinzione di fede religiosa o di tendenza politica [...] Organizza l'azione armata dei giovani. Promuove il reclutamento, gli aiuti finanziari e gli approvvigionamenti per le forze partigiane. Dà vita a formazioni giovanili di tipo militare che servono come ausiliarie per le informazioni, i trasporti, la vigilanza. Vuole la partecipazione dei giovani alla vita sociale e politica della nazione sotto il segno della democrazia più larga. Chiede ai giovani di conquistarsi questo diritto mostrandosi i primi nel sacrificio e nella lotta». Le prime riunioni clandestine del Fronte della gioventù avvennero nella sacrestia della chiesa di San Carlo al Corso (Milano), con l'aiuto dei sacerdoti antifascisti Camillo De Piaz e David Maria Turoldo, che in precedenza si erano adoperati per mettere in contatto Curiel col movimento giovanile democristiano. Da Milano il Fronte si estese poi a tutte le regioni ancora soggette all'occupazione nazifascista. Nell'estate del 1944 numerosi nuclei sorgevano nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università, nei quartieri cittadini e nei villaggi, mentre sulle montagne si costituivano alcune brigate partigiane composte esclusivamente di giovani. Anche nel settore della stampa clandestina il Fronte era presente, pubblicando il periodico Fronte della Gioventù a Milano, e altri con lo stesso titolo a Domodossola (durante la "Repubblica dell'Ossola") e in altre zone libere. Un prospetto degli aderenti al Fronte della Gioventù dava nel gennaio 1945 le cifre di 3 800 organizzati in Piemonte, 2 100 in Liguria, 2 700 in Lombardia, 3 000 in Emilia.[1] Il 24 febbraio 1945 Curiel, riconosciuto da un delatore, si diede alla fuga ma fu colpito a morte da una scarica di mitra esplosa dai fascisti a Milano, in piazzale Baracca. Padre Camillo De Piaz, circondato da gruppi del Fronte, celebrò nella chiesa di San Carlo una messa in suffragio. L'unità tra i giovani dei partiti antifascisti, realizzatasi durante la guerra di Liberazione, non resse alla nuova situazione determinatasi nel dopoguerra, nella quale ogni partito riprese la piena libertà d'azione. La preponderanza e il maggior attivismo dei giovani aderenti al Partito Comunista finirono infatti con il dare all'organizzazione una linea politica molto vicina a quella del PCI. Per cui tra il 1945 e il 1946 gli altri movimenti giovanili, ad eccezione di quello socialista, ritirarono la propria adesione. Nel 1947 il Fronte della Gioventù cessò praticamente di esistere. I CadutiVia Botticelli 19Il 5 gennaio 1945 quattro membri del Fronte della Gioventù tra i 16 e i 18 anni di età vennero arrestati a Milano durante un lancio di volantini al Cinema Pace in corso Buenos Aires 37 (dove attualmente c'è l'UPIM)[2]. Furono torturati e all'alba del 6 gennaio 1945 la polizia azzurra con sede all'Aeronautica in piazza Novelli li fucilò all'angolo di via Botticelli 19 (attualmente piazza Occhialini) con via Colombo. Una lapide è stata posta sull'ex Istituto Rizzoli di Arti Grafiche, costruito dopo la guerra nel 1951. I fucilati furono:
I corpi dei fucilati sono tumulati al cimitero Maggiore (Musocco) di Milano, nel campo 64.[3][4] DecoratiNote
Voci correlateCollegamenti esterni
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