Foresta mediterranea di Creta
La foresta mediterranea di Creta è un'ecoregione dell'ecozona paleartica, definita dal WWF (codice ecoregione: PA1205), che si estende attraverso l'isola di Creta[1]. La regione fa parte della ecoregione globale 123 Formazioni forestali mediterranee, inclusa nella lista Global 200.[2] TerritorioQuesta ecoregione ricopre un'area molto ridotta, limitata alle catene montuose più elevate (monti Lefka, 2452 m; Monte Ida, 2456 m; Monte Ditte, 2148 m), alle colline e alle pianure dell'isola (8700 km²). Climaticamente, l'ecoregione è caratterizzata da un netto gradiente altitudinale. Nelle pianure, calde e secche, le temperature medie annue sono dell'ordine dei 17-19 °C, con precipitazioni inferiori ai 300 mm annui nella parte sud-orientale dell'isola, mentre nelle zone più elevate, fredde e umide, le temperature medie annue sono di 9-13 °C e le precipitazioni possono raggiungere i 1400 mm. Dal punto di vista geologico, le catene montuose di Creta appartengono al sistema orogenetico alpino, caratterizzato dalla prevalenza di rocce sedimentarie mesozoiche e cenozoiche quali calcari cristallini, marne, arenarie e conglomerati. La morfologia è molto complessa ed è caratterizzata da paesaggi carsici (profondi canyon, come le gole di Samariá, polje e doline)[1]. FloraL'ampia varietà altitudinale di questa ecoregione fa sì che si possano individuare in essa tipi di vegetazione diversi. Le quote inferiori si distinguono dalla prevalenza di foreste di querce sclerofille sempreverdi e semidecidue (Quercus coccifera, Q. pubescens), «macchie» di carrubi (Ceratonia siliqua), ginepri (Juniperus phoenicea) ed euforbie arboree (Euphorbia dendroides). Phoenix theophrasti, una delle due specie di palma del Mediterraneo, endemica di Creta e della penisola di Datça nel sud-ovest della Turchia, è presente in alcune gole della regione costiera più orientale dell'isola (ad esempio la baia di Vai). A medie altitudini, sono ampiamente diffuse foreste di pini mesofilli (Pinus brutia) e boschi di quercia spinosa (Quercus coccifera). Ad altitudini più elevate si incontrano impressionanti boschi di cipresso (Cupressus sempervirens), in cui cresce di frequente l'endemico acero sempreverde (Acer sempervirens). Nelle zone montuose più alte, sono presenti vaste distese di boscaglia spinosa, dove vivono molte specie endemiche. Delle 1600 specie di piante originarie di questa regione, circa il 10% è endemico. La maggior parte di esse sono antiche forme relitte, diffuse soprattutto sulle tre catene montuose principali dell'isola, specialmente sui monti Lefka. Tra le specie endemiche più significative vi è un alberello molto raro e in pericolo di estinzione, Zelkova abelicea, nonché Cephalanthera cucullata, Cyanus baldaccii, Campanula hierapetrae, Bupleurum kakiskalae, Bellevalia brevipedicellata, Astragalus idaeus, Arum purpureospathum, Anchusa cespitosa, Origanum dictamnus, Orchis spitzelii subsp. nitidifolia e Onobrychis sphaciotica[1]. FaunaNonostante la fauna di questa ecoregione sia piuttosto ricca, il numero di endemismi è basso. Due piccoli mammiferi sono endemici dell'isola, un toporagno (Crocidura zimmermanni) e un topo spinoso (Acomys minous). La rara ed endemica capra selvatica (Capra hircus cretica) è ancora presente in poche zone dell'isola. Queste foreste sono considerate un importante centro di biodiversità degli uccelli. Le montagne più alte sono una delle ultime roccaforti del gipeto (Gypaetus barbatus), in pericolo di estinzione, dell'aquila reale (Aquila chrysaetos) e dell'aquila di Bonelli (Aquila fasciata). Sull'isola è stata registrata la presenza di circa 83 specie di uccelli. Originarie dell'isola sono anche tre specie di anfibi e dodici di rettili, ma nessuna di queste è endemica[1]. ConservazioneIl manto forestale di Creta si è enormemente ridotto nel corso della storia. Distese sterili, quasi del tutto prive di copertura del suolo, e boscaglie degradate costituiscono il principale paesaggio dell'isola. Durante l'età classica e medievale, Creta costituiva un importante centro per la costruzione delle navi e l'esportazione del legname. In passato il legno di cipresso era uno dei prodotti più richiesti dell'isola. Nel corso della storia il numero di abitanti e i periodi di prosperità hanno subito cicliche fluttuazioni, con un susseguirsi di uso e abuso delle risorse forestali. Il sovrapascolo e gli incendi appiccati volutamente per creare nuovi pascoli hanno contribuito alla trasformazione di vaste aree di foresta primaria in boscaglie degradate. Oggi, almeno il 50% del terreno è utilizzato per il pascolo di pecore e capre[1]. Note
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