Filippo FronteraFilippo Frontera (Savelli, 16 novembre 1941) è un astrofisico italiano che si occupa degli studi astronomici sui raggi gamma celesti. BiografiaFormazione e carrieraSin dalla laurea in Fisica con lode nel 1966 presso l'Università di Bologna, ha svolto la sua attività scientifica nel campo dell'astronomia in raggi X duri. È stato responsabile di molti esperimenti sia da satellite, che a bordo di palloni stratosferici, lanciati dall'Italia, Francia, Stati Uniti e Australia. Dal 1969 al 1985, è stato ricercatore presso l'IASF-CNR[1] (ora OAS-INAF) di Bologna. Professore ordinario di Fisica sperimentale presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Ferrara, in quiescenza dal 2012, per otto anni è stato coordinatore del Dottorato di Ricerca in Fisica. Come "Eminente Scienziato"[non chiaro] dell'Università di Ferrara, Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, continua la sua attività di ricerca con la docenza di “Measurements and Observations of X-/gamma-rays”. È ricercatore associato all'INAF presso OAS-INAF di Bologna, professore aggiunto dell'ICRANET e fa parte del collegio dei docenti del dottorato internazionale IRAP-PhD. Nel suo paese di nascita, Savelli (KR), Frontera è inoltre l'ideatore e il promotore del Parco Astronomico Lilio, di cui ha progettato l'Osservatorio e il Planetario, inaugurati nel 2016.[2] Contributi scientificiTra i contributi scientifici di Frontera si annovera la prima evidenza di oscillazioni quasi periodiche (QPO) da un candidato buco nero[3], ottenuta nel 1975 con palloni stratosferici e confermata quasi vent'anni dopo dal satellite NASA CGRO[4]. Frontera è stato responsabile di due esperimenti di grande successo a bordo del satellite BeppoSAX lanciato il 30 aprile 1996 da Cape Canaveral (Florida, USA): l'esperimento di alta energia (15-300 keV) Phoswich Detection System (PDS)[5] e l'esperimento Gamma-Ray Burst Monitor (GRBM)[5]. Per quanto riguarda il GRBM, esso ha avuto un ruolo fondamentale, insieme alle Wide Field Cameras[6], nella scoperta, avvenuta nel 1997, dell'origine extragalattica dei Lampi di Raggi Gamma (Gamma Ray Burst, GRB), un mistero durato circa 30 anni e svelato appunto grazie a BeppoSAX. Tale scoperta[7][8] è stata classificata dalla rivista americana Science tra le prime dieci scoperte più importanti dell'anno 1997[9] in tutti i campi della scienza. Nel corso della vita di BeppoSAX (30 aprile 1996 - 30 aprile 2002), il GRBM ha rivelato oltre mille GRB[10] e ha consentito scoperte, quali la cosiddetta “Amati relation”, dal nome del primo autore del lavoro[11], di grande importanza per la fisica dei GRB, e la prima associazione di un GRB (980425) con l’esplosione di una supernova (SN1998bw). Grazie alla scoperta dell’origine extragalattica, i GRB sono ora riconosciuti essere un laboratorio ideale per la soluzione di molte questioni ancora aperte di Cosmologia e di Fisica Fondamentale.[12] Frontera è stato anche Co-Responsabile dello sviluppo e realizzazione dell'esperimento JEM-X a bordo del satellite INTEGRAL lanciato nel 17 ottobre 2002 e ancora in orbita, con la realizzazione del collimatore di campo e con la calibrazione pre-lancio dell'esperimento presso la facility di raggi X LARIX[13]. Il laboratorio LARIX, progettato e sviluppato sotto la responsabilità di Frontera, fa parte del Dipartimento di Fisica e Scienze dell'Università di Ferrara e ora, esteso e aggiornato, è una facility trans-nazionale nell'ambito del programma europeo AHEAD[14]. Frontera ha anche collaborato alla progettazione e calibrazione dell'esperimento X di alta energia (HE) a bordo del satellite cinese Insight-HXMT sviluppato presso l’IHEP (Institute of High Energy Physics) (PI Shuang-Nan Zhang[15]) lanciato con successo il 15 giugno 2017[16] dalla base cinese di Jiuquan nel Deserto del Gobi. La collaborazione con IHEP continua per lo sfruttamento scientifico del satellite. Innovazioni tecnologicheIn collaborazione con la sezione INFN di Ferrara e con IASF-INAF (ora OAS-INAF) di Bologna, Frontera ha realizzato il primo prototipo di una lente per focalizzare raggi X di alta energia[17] (da 50 a 600 keV) da utilizzare a bordo di satelliti per astronomia gamma. La lente può essere utilizzata anche in fisica medica (per esempio radioterapia). La tecnica di montaggio di questa lente è stata brevettata[18] dall’Università di Ferrara in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Lo sviluppo di lenti di Laue per applicazione astrofisiche sta continuando e un nuovo concetto di lenti di Laue è stato proposto per un'idea di missione, ASTENA[19], per il programma a lungo termine dell'ESA, "Voyager 2050"[20]. PubblicazioniÈ autore di oltre 360 pubblicazioni su riviste internazionali, tra cui Nature e Science, e circa 200 pubblicazioni in Atti di Congressi Internazionali, con oltre 850 titoli nell’archivio ADS (Astrophysics Data System)[21] della NASA, includendo anche circolari[22] e telegrammi[23]. Editor di volumi dedicati all’astrofisica delle alte energie, è anche autore della voce “Astronomia X e gamma” dell’Enciclopedia Treccani. Per l’alto tasso di citazioni (oltre 22.000), nel 2007 è stato incluso tra gli "Highly cited researchers"[24] dall'ISI-Thomson di Philadelphia (USA). AffiliazioniÈ membro dell'Accademia delle Scienze di Ferrara, della Società Italiana di Fisica (SIF), della Società Italiana di Relatività Generale e Gravitazione (SIGRAV) e socio emerito dell’American Astronomical Society. È anche membro dell'associazione "Gruppo 2003 per la Ricerca Scientifica", costituito da scienziati italiani riconosciuti essere tra i più citati al mondo[25]. Premi/Riconoscimenti
OnorificenzeNote
Voci correlateCollegamenti esterni
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