Open Researcher and Contributor IDL'Open Researcher and Contributor ID (acronimo: ORCID) è un identificativo alfanumerico non-proprietario per l'identificazione univoca degli scienziati e di altri autori della letteratura scientifica.[1][2][3] Risponde al problema di distinguere i contributi dei diversi autori nel caso di omonimi, di cognomi che mutano (ad esempio in seguito ad un matrimonio), di abbreviazioni diverse per il prenome o di traslitterazioni da sistemi di scrittura diversi. Esso fornisce un identificativo stabile per le persone in analogia al ruolo svolto dai digital object identifier (DOI) per i contenuti.[4] ORCID ha lanciato il proprio servizio il 16 ottobre del 2012,[5] emettendo i primi identificativi utente.[6] StoriaORCID è nato come "Open Researcher Contributor Identification Initiative".[7] Il registro ora è gestito da un'organizzazione nonprofit indipendente, denominata ORCID, Inc.,[8] fondata nell'agosto 2010. ORCID è utilizzabile liberamente e interoperabile con altri sistemi di identificatori persistenti.[1] ORCID ha lanciato il proprio registro e iniziato a emettere identificatori il 16 ottobre 2012.[5] Formalmente, gli ORCID ID vanno specificati come URI,[9] per esempio l'ORCID per Giovanni Solimine è http://orcid.org/0000-0002-7532-0899[10], anche se alcuni editori utilizzano la forma abbreviata, come "ORCID: 0000-0002-7532-0899". ORCID è parte dell'International Standard Name Identifier (ISNI), sotto gli auspici dell'International Organization for Standardization (ISO 27729); le due organizzazioni cooperano strettamente. ISNI identificherà unicamente gli autori di contributi a libri, programmi televisivi e giornali, e ha riservato un blocco di identificatori all'uso da parte di ORCID,[11] tra i numeri 0000-0001-5000-0007 e 0000-0003-5000-0001.[12] Tuttavia, è possibile per una medesima persona di avere sia l'ISNI che l'ORCID[13][14] - cioè, in realtà, due ISNI. Sia ORCID che ISNI utilizzano indicatori di 16 caratteri,[11] utilizzando i numeri 0–9, separati a gruppi di quattro da un trattino.[15] Il carattere finale potrebbe essere anche la lettera "X" che rappresenta il valore "10" (per esempio, l'ORCID di Andrea Marchitelli, studioso di biblioteconomia, è http://orcid.org/0000-0003-4448-496X[16]), cioè un check digit MOD 11-2 conforme allo standard ISO/IEC 7064:2003. Esiste anche un identificativo ORCID per una persona fittizia, Josiah Carberry, http://orcid.org/0000-0002-1825-0097, da usare nei test e negli esempi. UsiScopo di ORCID è favorire "la transizione dalla Scienza alla e-Science, laddove le pubblicazioni scientifiche possono essere setacciate per estrarre collegamenti e idee nascosti nel volume sempre crescente della letteratura scientifica.[17] Un altro uso suggerito è quello di fornire ciascun ricercatore di un 'curriculum vitae' digitale, che fornisca un quadro del suo contributo alla scienza che vada molto oltre la semplice lista di pubblicazioni."[1] L'idea è che altre organizzazioni possano usare il database ad accesso aperto di ORCID per costruire sopra i loro servizi. In un editoriale pubblicato su Nature è stato notato che ORCID, oltre a contrassegnare il contributo che i ricercatori danno agli articoli, "potrebbe anche essere assegnato ai dataset che egli ha contribuito a generare, commenti ai post pubblicati sui blog dei suoi colleghi, bozze di articoli non ancora pubblicati, modifiche alle pagine di Wikipedia e molto altro ancora".[1] Nell'aprile 2014, ORCID ha annunciato di iniziare a collaborare con Consortia Advancing Standards in Research Administration Information per registrare e riconoscere i contributi di peer review.[18] Partecipanti e comunitàNel luglio 2016 ORCID conta 460 organizzazioni partecipanti.[19]. Membri di ORCID sono molti editori, come Elsevier, Springer, Wiley and Nature Publishing Group, enti di ricerca (tra i quali molte università italiane e CNR), società commerciali come Thomson Reuters, società scientifiche ed enti di finanziamento.[20] IntegrazioniIn aggiunta alle organizzazioni partecipanti, altri editori, riviste e servizi hanno incluso ORCID nei loro flussi di lavoro o banche dati. Per esempio, il Journal of Neuroscience,[21][22] Springer,[23] the Hindawi Publishing Corporation,[15] Europe PubMed Central,[24] Wikipedia e Wikidata.[25] Alcuni servizi online hanno creato strumenti di importazione di dati verso o importazione da ORCID. Tra questi, Scopus[26] e Figshare.[27] Thomson Reuters ha abilitato lo scambio di dati tra ORCID e il suo sistema ResearcherID system, e viceversa.[28] Altri strumenti ancora permettono la migrazione di contenuti da altri servizi verso ORCID, per esempio ODIN, per DataCite[29] e Mendeley2ORCID, for Mendeley.[30] Alcuni dati di ORCID possono essere recuperati anche come RDF.[31] Note
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