Priamo, il leggendario re di Troia al tempo in cui la città fu coinvolta nella famosa guerra, generò 50 figli e (a seconda degli autori), anche 50 figlie.
Priamo ebbe tre mogli: la prima, Arisbe, fu da lui ripudiata dopo la nascita del loro figlio Esaco, mentre le altre due, associate insieme alla dignità reale, furono Ecuba e Laotoe. Da Ecuba gli nacquero diciannove figli, mentre Laotoe fu madre di Licaone e del secondo Polidoro, il suo ultimogenito (omonimo di uno dei figli di Ecuba).
Priamo ebbe diversi altri figli, generati con le numerose concubine.
Non esiste una lista ufficiale della sua progenie, tuttavia attraverso i più autorevoli testi greci è stato possibile riunire ed elencare tutti i nomi.
Fu un indovino, capace di svelare il destino della sua città; rivelò il significato del sogno di Ecuba; morì suicida, innamorato di Asterope, sua moglie, per il dolore della sua morte.
Fatto prigioniero da Achille e venduto come schiavo a Lesbo, fu riscattato e tornò in città, ma solo dopo 12 giorni si imbatté di nuovo nell'eroe e fu ucciso da lui. Il suo corpo fu gettato nello Scamandro.
Allontanato da Troia, ancora neonato, per oscure predizioni, fu la causa della guerra, rapendo Elena e conducendola a Troia. Filottete lo uccise a frecciate.
Il più giovane dei figli che Priamo ebbe da Ecuba, secondo alcuni concepito da Apollo; ancora giovinetto fu ucciso da Achille, fuori dalle mura di Troia.
Violentata durante la caduta di Troia da Aiace d'Oileo, venne fatta schiava da Agamennone che ne fece una sua concubina; per vendetta, Clitennestra, moglie del re, la uccise.
Indovina e profetessa di mirabile avvenenza; amata da Apollo, rifiutò il suo amore e fu condannata a prevedere il futuro, ma a non essere mai creduta.
Durante la caduta di Troia venne inghiottita da una voragine apertasi nel santuario di Troo.
Sposò Elicaone o Telefo, ma ebbe una relazione segreta con Acamante, figlio di Teseo, cui generò Munito. Secondo un'altra tradizione era invece moglie di Telefo.