«Il suo ritratto ho avuto in Mantoa da Fermo Ghisoni pittor ecc[ellente], che mi affermò quello esser di propria mano del Costa, il quale di segnò ragionevolmente, come si può vedere nel nostro libro in una carta di penna in cartapecora, dove è il giudizio di Salamone et un San Girolamo di chiaro scuro, che sono molto ben fatti.»
Il Ghisoni nacque probabilmente nel 1505, data rilevabile dall'atto testamentario di Giulio Romano a cui il Ghisoni sarà presente come testimone e dove si firmò «Firmo, filio quandam Stephani de Ghisoni».[1] da una famiglia di artisti originari di Caravaggio che si erano spostati alla corte di Mantova.[2] Il Quattrocento e il Cinquecento vide però molti personaggi provenienti da Caravaggio con il cognome Ghisoni e dedicati all'arte della pittura che crearono non poca confusione nell'assegnazione delle diverse opere.
I suoi primi studi li compirà presso Lorenzo Costa il Vecchio per poi passare nel 1527 tra gli allievi di Giulio Romano con il quale avrà molte collaborazioni.[1] Nella pittura di Ghisoni si ritrova lo stile e la continuità del predecessore mantovano Andrea Mantegna, ne sono prova i modelli calcografici da lui riutilizzati (per esempio la "Madonna della Tenerezza"), così come tutti gli artisti di maggior o minor rilievo con i quali ha collaborato nella sua vita. È proprio grazie a Fermo e agli artisti suoi contemporanei e conterranei che il percorso stilistico pittorico, nato dallo studio degli autori classici come Tiziano, Correggio e Leonardo, sfocerà poco più tardi nella teatralità, nella plasticità "naturale" delle figure e nella luminosità dei dipinti di Michelangelo Merisi da Caravaggio che con Fermo condividerà le medesime origini.
Nel 1541 è nominato nel contratto stipulato da Giulio Romano coi rettori della Madonna della Steccata a Parma.
Dal 1545 partecipa a una serie di quadri per il Duomo di Mantova tra cui la Vocazione degli apostoli Andrea e Pietro (opera dispersa) e altre opere derivate da disegni di Giovan Battista Bertani, mentre sono attribuiti a lui i dipinti di Santa Lucia e San Giovanni Evangelista (1552).
Ancora da disegni di Giulio Romano derivano le opere: La Madonna col Bambino e I Santi Bonaventura e Francesco della cappella Castiglioni nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie a Curtatone (Mantova), risultano infatti molti pagamenti all'artista da parte della tesoreria ducale tra i quali uno di 180 scudi nel 1530: "Firmo de Caravatio pictori"[1] , lavori che seguirà sicuramente fino al 1540, e la Madonna col Bambino e santi della chiesa di Santa Caterina in Mantova. Purtroppo, come per molti altri artisti, le sue opere restano in un anonimato collettivo.[4]
Incontro della Vergine con sant'Elisabetta (o visitazione) alla presenza dei santi Giustina, Zaccaria, Giuseppe e Scolastica, Abbazia di San Benedetto in Polirone;
^Museo Civico IL CORREGGIO - Fermo Ghisoni, su tondelli.comune.correggio.re.it, comune di Correggio. URL consultato il 23 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2006).