Fennoscandia

La Fennoscandia.

Fennoscandia e Fenno-Scandinavia o penisola finno-scandinava[1] sono termini geografici utilizzati per indicare la penisola maggiore comprendente la penisola scandinàva, la penisola di Kola e il bassopiano finno-careliano, diviso tra la Finlandia centro e sud orientale e la Carelia.[2] La regione geografica è circondata a nord dal Mare di Barents, a nord-ovest dal Mare di Norvegia e a sud-ovest dal Mare del Nord ed è collegata all'Eurasia continentale dall'istmo situato tra il golfo di Finlandia e il mar Bianco. Pertanto, il confine meridionale della penisola è collocato lungo i corsi dei fiumi Neva, Svir', Vodla e Ileksa, che collegano tra loro i laghi Ladoga, Onega e Vodlozero. Il canale mar Bianco-mar Baltico, inoltre, collega il lago Onega con il lago Vygozero, che ha come principale emissario il Vyg, sfociante nel mar Bianco. Un altro affluente del lago Onega, il Vytegra è collegato dal canale Volga-Baltico al Kovža, fiume parte del bacino idrografico del fiume Volga.

Il termine deriva dal latino Fennia (Finlandia) e Scandia (Scandinavia);[3] venne usato per la prima volta dal geologo finlandese Wilhelm Ramsay nel 1898.[4] Un termine simile ma non propriamente sinonimo, usato nei paesi germanici, è Norden, ossia "territori del nord" (inteso come nord-Europa), che generalmente include anche l'arcipelago danese, lo Jutland, le isole Fær Øer e l'Islanda, identificando così i Paesi nordici. Culturalmente, la Fennoscandia identifica l'area in cui vivono popolazioni scandinave, sami, finlandesi e russe.

Note

  1. ^ Enciclopedia Treccani, voce Baltico, mare
  2. ^ The Oxford Handbook of the Archaeology and Anthropology of Hunter-Gatherers, eds. Vicki Cummings; Peter Jordan; Marek Zvelebil (Oxfored; New York: Oxford University Press, 2014), p. 838
  3. ^ Fennoscandia [fen′ō skan′dē ə], su Your Dictionary, LoveToKnow, Corp.. URL consultato il 20 aprile 2015.
  4. ^ (DE) Sten De Geer, Das geologische Fennoskandia und das geographische Baltoskandia, in Geografiska Annaler, vol. 10, Swedish Society for Anthropology and Geography, 1928, pp. 119–139, OCLC 604361828. URL consultato il 22 aprile 2018.

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