Eugen Tomac
Eugen Tomac (Babele, 27 giugno 1981) è un politico romeno. È europarlamentare dal 2019, prima come rappresentante del Gruppo del Partito Popolare Europeo e poi di Renew Europe. Precedentemente è stato membro della camera dei deputati della Romania in due mandati, segretario di Stato per i rumeni nel mondo dei governi Boc e Ungureanu e consigliere del presidente della Romania Traian Băsescu. È stato a più riprese presidente del Partito del Movimento Popolare. BiografiaFormazioneÈ nato nel villaggio di Babele (in ucraino Озерне) nel Distretto di Izmaïl, in Ucraina, da una famiglia di etnia rumena.[2] Si è trasferito in Romania a 17 anni grazie a una borsa di studio offerta dal governo.[3] Ha seguito dei corsi presso il centro "Eudoxiu Hurmuzachi" per i rumeni all'estero e nel 2003 si è laureato in storia all'Università di Bucarest con una tesi dal titolo «Bessarabia, provincia rumena alla periferia dell'URSS».[2][3] Nel 2005 ha conseguito un master sulla storia della Romania nel XX secolo presso lo stesso ateneo con la tesi «Meccanismi di denazionalizzazione in URSS».[4][5] Attività professionaleNel 2000 ha fondato la "Lega dei giovani rumeni nel mondo" e nel 2005 il "Centro per l'educazione democratica", associazioni in cui ha organizzato attività educative per gli studenti e per le comunità rumene oltre i confini del paese.[2][3][6] Tra il 2004 e il 2006 ha gestito il programma "News to know" per ragazzi provenienti dalle zone rurali svantaggiate della Romania, con il supporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America.[3][7] È stato redattore per la rivista "Magazin istoric" (2004-2006) e professore all'Istituto "Eudoxiu Hurmuzachi" (2007-2008).[3][4] Ha collaborato inoltre come giornalista con "Ziua", "Confluențe", Radio România Cultural e Televiziunea Română.[3] Segretario di StatoNel 2005 è stato assunto dall'amministrazione presidenziale di Traian Băsescu come consigliere sui problemi dei rumeni all'estero.[2][3] Nel 2008 si è iscritto al Partito Democratico Liberale, di cui è stato primo vicepresidente della filiale estera fino al 2012.[8] Il partito lo ha candidato come deputato alle parlamentari del 2008 nel collegio n. 2 per l'Europa orientale e l'Asia[9] ma, nonostante abbia ricevuto il maggior numero di preferenze (1.427), non ha ottenuto l'elezione per via della ripartizione dei seggi stabilita dalla legge elettorale.[2][10] Nel gennaio 2009 è stato indicato dal governo Boc quale segretario di Stato per le relazioni con i rumeni nel mondo in seno al ministero degli esteri. Nel dicembre dello stesso anno, in seguito all'istituzione del Dipartimento per i rumeni nel mondo, ente in subordine al primo ministro, è stato trasferito alla guida della nuova struttura[11]. È stato confermato nello stesso ruolo anche nel successivo governo Ungureanu.[3][12] Durante l'incarico ha promosso la semplificazione delle procedure per l'acquisizione della cittadinanza rumena da parte dei moldavi e ha supportato altre iniziative per la Moldavia, quali donazioni di libri per le biblioteche e le scuole.[3] Dopo la sfiducia al governo Ungureanu, l'11 maggio 2012 si è dimesso da segretario di Stato.[3] Il 18 maggio 2012 è stato nominato consigliere di Stato del presidente Băsescu presso il Dipartimento per le relazioni internazionali e le politiche europee.[11] DeputatoAl voto del 9 dicembre 2012 ha conseguito il 78% delle preferenze nel collegio n. 2 della sezione estero ed è stato eletto deputato.[13] Il 21 dicembre è stato nominato presidente della Commissione per le comunità di rumeni nel mondo della camera.[14] Da deputato ha avuto varie prese di posizione per il sostegno alla comunità rumena di Timočka Krajina in Serbia, sulla sua rappresentatività istituzionale, sull'insegnamento in lingua romena nell'area e sul riconoscimento del diritto di culto ortodosso rumeno.[15][16] Si è inoltre espresso per l'agevolazione del riconoscimento della cittadinanza agli abitanti di etnia rumena negli altri stati.[17] Nel maggio 2013 ha aperto un proprio ufficio parlamentare a Chișinău in Moldavia.[18] Ha ceduto la presidenza della commissione per i rumeni all'estero nel settembre 2013, in seguito alla decisione di lasciare il PDL.[19][20] Nel corso della legislatura è stato anche membro della Commissione comune per l'integrazione europea tra il Parlamento della Romania e il Parlamento della Repubblica di Moldavia (da marzo 2013 ad aprile 2014).[20] Nel 2015 è stato inserito dalla Russia in una lista nera in cui figuravano 89 politici e funzionari dell'Unione europea a cui non era consentito l'ingresso nel paese, in risposta al regime di sanzioni contro Mosca.[21] Presidente del Partito del Movimento PopolareAl fianco di altri collaboratori del presidente della Romania, nel 2013 è stato tra i fondatori del Partito del Movimento Popolare, formazione politica di centro-destra voluta da Băsescu dopo i conflitti con la dirigenza del PDL.[19][22] Tra gli obiettivi del partito figuravano il sostegno all'integrazione europea della Moldavia e, a lungo termine, la sua riunificazione con la Romania.[22][23][24] Tomac ne è stato presidente ad interim dal 23 luglio 2013 fino all'organizzazione del primo congresso del partito del 7 giugno 2014, quando è stato nominato vicepresidente.[25][26] È tornato alla guida del PMP nel gennaio 2015, in conseguenza delle dimissioni di Elena Udrea.[27] È poi stato confermato al congresso dell'8 febbraio 2015.[28] Nell'ottobre 2015 ha lasciato la presidenza a Traian Băsescu, appena iscrittosi al partito, mentre Tomac ha assunto la funzione di presidente esecutivo, che è stata formalizzata nel marzo dell'anno successivo.[29][30] Alle elezioni locali del 2016 si è candidato a sindaco del Settore 1 di Bucarest ed è arrivato quarto con il 7% dei voti. Nel dicembre dello stesso anno è stato rieletto deputato per un secondo mandato. È stato quindi capogruppo del PMP alla camera, membro della Commissione per la politica estera, di quella per gli affari europei e di quella per l'integrazione europea della Moldavia.[20] Il 16 giugno 2018 è succeduto a Băsescu alla presidenza del PMP.[31] Si è dimesso il 9 dicembre 2020, dopo l'insuccesso delle elezioni parlamentari, alle quali il PMP non ha oltrepassato la soglia di sbarramento.[32] È tornato per la quarta volta alla presidenza del PMP dopo il congresso del 19 febbraio 2022[33], ma la sua nomina è stata contestata in tribunale dal suo predecessore Cristian Diaconescu, lo che accusava di violazioni procedurali allo statuto e si riteneva il presidente legittimo del partito.[34] EuroparlamentareAlle europee del 2019 è stato eletto europarlamentare nelle liste del PMP insieme a Traian Băsescu e ha aderito al Gruppo del Partito Popolare Europeo. Al Parlamento europeo ha rivestito i ruoli di membro della Commissione per l'occupazione e gli affari sociali e della sottocommissione per i diritti dell'uomo e di membro sostituto della Commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione. Ha fatto parte della delegazione all'assemblea parlamentare Euronest e dei comitati per le relazioni con la Serbia, l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia.[35] In qualità di eurodeputato le sue attività si sono concentrare sul partenariato orientale e sui Balcani, nonché sulla democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani, l'occupazione e le politiche sociali, la protezione della diaspora rumena e i diritti della minoranza rumena nel mondo. Nei suoi interventi nella plenaria del Parlamento europeo ha condannato la Russia e la Bielorussia per le presunte violazioni dei diritti umani, dello stato di diritto, della libertà di parola e contro le supposte interferenze di Mosca nella politica di altri Stati sovrani. Inoltre ha spesso espresso preoccupazione per la presenza di militari russi sul territorio della Repubblica di Moldavia e ha segnalato il pericolo dell'ammasso di truppe russe al confine ucraino.[36] Ha manifestato in più occasioni il proprio sostegno per l'adesione di Romania e Bulgaria all'area Schengen.[37] Nel dicembre 2022 si è rivolto alla Corte di giustizia dell'Unione europea contro il veto posto dall'Austria alla Romania in sede di Consiglio Giustizia e Affari interni, invocando una violazione del diritto alla libera circolazione dei cittadini.[38] Il 26 ottobre 2023 il tribunale ha respinto il suo ricorso poiché inammissibile.[39] Nel 2024, dopo l'adesione a Schengen per le sole frontiere marittime e aeree, ha criticato quelle che a suo modo di vedere erano le debolezze e le reticenze delle autorità di Bucarest e ha sollecitato un'accelerazione dei negoziati per l'apertura anche dei confini terrestri.[40][41] È stato rieletto alle europee del 2024 nelle liste della coalizione Alleanza Destra Unita. Nella nuova legislatura è passato dal PPE a Renew Europe, gruppo parlamentare di cui facevano parte gli alleati dell'Unione Salvate la Romania.[42]. Note
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