Eruzione dell'Etna del 1843
L'eruzione dell'Etna del 1843 ebbe inizio il 17 novembre e si concluse dopo 11 giorni. Si sviluppò da una frattura che dalla quota di 2375 m giungeva fino ai 1.900 m. Provocò la morte di almeno 36 persone[1]. Fasi eruttiveIl 17 novembre del 1843, alle ore 21, dopo una serie di scosse telluriche, si aprì sul fianco del vulcano, ad ovest-nord-ovest nel sito denominato "Quararazzi" una fenditura[2] che si propagò dalla quota di 2.375 metri fino alla quota di 1.900. Da essa proruppero una quindicina di fontane di lava con conseguente emissione di prodotti piroclastici[1]. La colata di lava che iniziò a fuoruscire, con uno stretto fronte lavico e sovrapponendosi alle lave del 1832 percorse circa 3 km in poche ore e si divise in tre bracci tra monte Egitto e monte Rovere; quello di destra si diresse verso il bosco di Maletto, quello di sinistra verso Adernò e quello di mezzo verso Bronte. In soli due giorni, giunse a minacciare l'abitato di Bronte ma venne deviata dal "poggio della Vittoria" a circa 3 km dall'abitato. Continuò la corsa verso sud sulle antiche lave dette della Paparia. Il 23 novembre era arrivata in contrada Tripitò e in poco tempo attraversava la via consolare Messina-Palermo con un fronte lavico di alcune centinaia di metri alto tra 7 e 12 m[2]. Il 25 novembre la lava iniziò a scendere nella vallata, tra le falde del vulcano e i monti della Placa, distruggendo ovunque le coltivazioni e puntando in direzione della contrada Dagala e Barrili e delle acque del Simeto; giunta nel podere di proprietà del farmacista Ignazio Zappia la lava iniziò a gonfiarsi assumendo la forma di una cupola ed esplose violentemente seppellendo di lapilli infuocati sessantuno persone[3] a varie decine di metri di distanza. Causa del disastro fu una sorgente d'acqua alla fontana Barrili[2]. Almeno 36 persone perdettero la vita, altre rimasero orrendamente ustionate[1]. Il 26 novembre la lava rallentò la sua corsa e il giorno dopo cessò l'alimentazione dalle bocche effusive[2]. La colata si arrestò alla quota di circa 540 m s.l.m.. Furono eruttati circa 52 milioni di m³[1]. Note
Bibliografia
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