Elia di Nisibi
Elia (Shenna, 11 febbraio 975 – Nisibis, 18 luglio 1046) è stato un vescovo cristiano orientale, scrittore e teologo siro appartenente alla Chiesa d'Oriente, autore di opere in siriaco e in arabo. È conosciuto anche come Elia bar Sīnāyā. BiografiaElia nacque a Shenna[1], villaggio nei pressi della confluenza del Piccolo Zab con il Tigri, l'11 febbraio 975. Nella sua adolescenza, visse nel monastero di San Simeone presso Shenna; venne ordinato prete il 15 settembre 994 per le mani del vescovo Natanaele, che più tardi fu eletto catholicos e patriarca della Chiesa d'Oriente con il nome di Giovanni V (1000-1012). Dal 996 al 1000 Elia risiedette nel monastero San Michele presso Mosul, dove completò i suoi studi. Il 15 febbraio 1002 fu nominato vescovo di Beth Nuhadra, l'odierna Dahuk, nell'Adiabene. Sei anni dopo, il 26 dicembre 1008, divenne metropolita di Nisibi, funzione che occupò per trent'otto anni fino alla sua morte. Questo lungo episcopato fu perturbato, negli anni 1020, dalla sua opposizione all'elezione del patriarca Isho-Yab IV Bar Ezechiel, che accusava di simonia. Il fratello di Elia, chiamato Abu Saïd Mansur bar Isa, fu un rinomato medico, noto nelle cronache arabe. Guarì la figlia di Nasr al-Dawla Ahmad, emiro di Maïpherkat, che gli permise di fondare un ospedale nella sua capitale. Alla sua morte, il 18 luglio 1046, Elia fu sepolto a fianco del fratello a Maïpherkat. OpereElia di Nisibi è uno dei primi teologi cristiani di cui sono a conoscenza le discussione teologiche con un rappresentante dell'Islam; le sue sette sessioni (magalis) sono una elaborazione letteraria degli scambi di opinioni teologiche che Elia ebbe con il letterato e politico musulmano Abu'l-Qasim al-Husain ibn 'Ali al-Magribi negli anni 1026-1027 a Nisibi; a queste discussioni si deve aggiungere la corrispondenza tra i due protagonisti, datata 1026. In questi testi il metropolita di Nisibi si rivela un profondo conoscitore dell'Islam. I trattati di teologia affrontano in particolare le differenze dottrinali tra il cristianesimo e l'Islam. Per esempio, nel Trattato sulla beatitudine eterna Elia critica la concezione islamica del paradiso, mentre nella Risposta ai dubbi di Ibn Buṭlān sostiene con vigore l'autenticità dei vangeli, messa in dubbio dal suo interlocutore. Elia è ugualmente polemico nei confronti delle altre chiese cristiane presenti nel Medio Oriente, in particolare la Chiesa giacobita e quella ortodossa, per esempio nel Libro della Dimostrazione della vera Fede, dove li accusa di errori teologici e di abusi. Nel campo dell'etica, si possono citare il Libro per scacciare la preoccupazione, le Sentenze utili all'anima e ai corpi e la Lettera sulla castità, dedicata al fratello, dove affronta il problema della possibilità per l'uomo di vivere la continenza. La CronografiaL'opera che maggiormente ha contribuito a far conoscere Elia in Occidente è la Cronografia. È costituita da un unico manoscritto, comprato nel 1820, nel borgo di Tell-Kaïf presso Mosul, dall'orientalista Claudius James Rich, e oggi conservato nella British Library[2]. Si tratta di un codice in pergamena di 106 fogli; sembra che una parte di questo manoscritto sia autografa oppure scritta da un segretario di Elia. La redazione del testo è bilingue, siriaco e arabo. L'opera è distinta in due parti.
Tutte queste informazioni sono tratte dagli storici e dai cronologisti greci, siriaci e arabi, che Elia menziona puntualmente ad ogni paragrafo. Come molti cronachisti medievali, anche Elia non si limita a menzionare gli avvenimenti storici, ma elenca assieme catastrofi naturali, eclissi, passaggi di comete, ecc. Pierre Nautin ha dimostrato che la Cronaca di Seert è servita da principale fonte per la stesura della Cronografia, nella quale è indicato, in sei occasioni, come autore della Cronaca, il metropolita nestoriano di Bassora, Ishodenah, vissuto nel IX secolo.[3] Elenco delle opereElenco delle opere di Elia di Nisibi:[4]
Opere disponibili in italiano
Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
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