Analogamente alla suddivisione di Roma in 14 regioni, anche Ostia era stata divisa in regioni, in numero di almeno cinque, delle quali non conosciamo l'estensione o i confini. L'attuale identificazione delle regioni è quella ipotizzata dall'archeologo Guido Calza già nel 1924[1]
La regione IV comprende il settore meridionale, tra il tratto occidentale del decumano massimo e il tratto meridionale del cardine massimo.
Elenco
Di seguito la descrizione degli edifici presenti.
Isolato
Edifici
Fotografie
IV,I
NE: cardine massimo S: mura del I secolo a.C. NO: limite interno
IV,I,1
Tempio della Magna Mater
Il tempio si trova all'estremità sud ovest della vasta area nota come Campo della Magna Mater. Si tratta di un piccolo tempio edificato su di un podio in opus latericium, costituito da un'unica cella, preceduta da un pronao a quattro colonne. Di fronte al tempio c'è un grande altare in muratura.[2]
Scala di accesso al podio
IV,I,2
Porticato
Porticato largo 4,50 metri, che corre a sud del Campo della Magna Mater, lungo la cinta muraria repubblicana. Il porticus ha colonne in mattoni, mentre pilastri in mattoni con opus mixtum erano addossati al muro. [3]
IV,I,3
Santuario di Attis
Il Santuario di Attis, o Attideum. è situato sul lato est del Campo della Magna Mater. È preceduto da un'area scoperta abbastanza ampia, circondata da un muro, accessibile da ovest grazie ad un ingresso composto da un portico con due pilastri in marmo. Il santuario vero e proprio fu aggiunto nel terzo quarto del III secolo d.C. , con l'ingresso fiancheggiato da due semicolonne con grandi rilievi in marmo di Pan, ciascuno con una zampogna da pastore a sei canne e un bastone da pastore. I rilievi sono stati datati alla seconda metà del III secolo. La parete di fondo contiene un'abside, nelle pareti laterali ci sono due nicchie rettangolari poco profonde. Al centro dell'abside, a un'altezza di circa 3,00, c'è una piccola finestra rettangolare. [4]
Si trova sul lato orientale del "Campo della Magna Mater" , ed è costituito da un piccolo edificio con cella preceduta da due colonne (il tutto in laterizio), sopraelevato di tre gradini. L'interno presentava pareti affrescate e un pavimento in mosaico bianco con soglia in marmo e sul fondo un basso podio.[5]
Tempio di Bellona
IV,I,5
Schola degli Hastiferi
La sede degli Hastiferi, i portatori di lancia, si trova sul lato orientale del Campo della Magna Mater, sul lato opposto al Tempio di Bellona, a cui erano devoti.
L'ingresso ha un portico con cinque gradini in e due colonne, tutto in marmo. La sede è composta da una sala quadrata di circa 5,50 x 5,50 metri per lato, con basi in muratura poste contro il muro di fondo. Il pavimento e le pareti erano decorati con opus sectile. [6]
Schola degli Hastiferi
IV,I,6
Fossa sanguinis
La Fossa del Sangue, al lato del Tempio di Bellona, era usata per il sacrificio del toro. Due gradini tra pilastri in mattoni conducono a un pavimento in opus spicatum; da lì una stretta scala con gradini in travertino conduce a una piccola stanza sotterranea, con una volta sul retro. I fori indicano che questa stanza era coperta da una grata. [7]
IV,I,7
Sacello
Questo sacello, dedicato a una divinità sconosciuta, che si trova lateralmente rispetto all'Attideum, è costituito da un'area aperta, circondata da un muro di mattoni, al cui centro si trova un altare di tufo.[8]
IV,I,8
Sacello
Il sacello, vicino all'altro (IV, I, 7) e anche questo dedicato ad una divinità sconosciuta, presenta un'anticamera con pilastri in mattoni e un mosaico geometrico bianco e nero, e una cella in opus reticulatum e latericium. [9]
IV,I,9
Botteghe
Lungo il percorso del cardo massimo sul lato nord-est del Campo della Magna Mater c'è una fila di botteghe, dove si trovava l'ingresso con frontone che conduceva al campo. I fori nella soglia mostrano che l'ingresso poteva essere chiuso. Dietro l'ingresso c'è un "vestibolo" con panche lungo i lati. Il pavimento è costituito da una rampa coperta con opus spicatum, che scende verso il campo. Presumibilmente la rampa facilitava l'arrivo e la partenza dei carri come parte delle processioni.[10]
IV,I,10
Edifici
Lungo il lato nord-occidentale del Campo della Magna Mater sono presendi alcune stanze, costrutire in diverse epoche, di cui si ignora l'utilizzo.[11]
IV,II
NE: cardine massimo NO: via della Caupona SO: area non scavata limite interno (campo della Magna Mater
IV,II,1
Terme del Faro
Le Terme del Faro furono costruite agli inizi del II secolo d.C. e furono ristrutturati più volte fino alla fine del IV secolo d.C. . Prendono il loro nome da un grande mosaico bianco e nero con scene marine e la raffigurazione di un faro al centro.
Da una planimetria del 1805 risulta che a quell'epoca parti delle terme erano già esposte. Tuttavia non furono completamente scavati fino al luglio 1940 da G. Calza.
Le terme si trovano sul Cardo Maximus nella parte meridionale della città. Accanto all'ingresso c'è un bar da un lato e un negozio dall'altro. Dietro l'ingresso c'è il vestibolo. A sinistra e a destra ci sono gli spogliatoi. Nello spogliatoio di sinistra si trova il mosaico con il faro che dà il nome alle terme. Dal vestibolo si accede al frigidarium con una grande vasca sul lato sud. Le pareti recano murales figurativi, tra cui il mito di Europa e il Toro. Ad ovest si aprono tre ambienti riscaldabili, alcuni dei quali erano anch'essi decorati con mosaici. [12][13]
Affresco di Europa con il Toro
IV,II,2-4
Portico e caseggiato dell'Ercole
Questo complesso è incentrato su una piazza centrale interna pavimentata con blocchi di basalto. L'edificio 2 è il Portico di Ercole lungo il Cardo meridionale, su cui si trpvano gli ingressi di più di una decina di locali. La cosidetta Casa di Ercole, si trova invece all'interno che fiancheggia la piazza.[14]
Caseggiato
IV,II,5
Caseggiato
Edificio che ha l'unico ingresso sulla piazza interna al caseggiato dell'Ercole, con diversi stanze, forse parte di un unico appartamento. In una stanza si possono vedere resti di affresco, dove su uno sfondo bianco sono raffigurati un'edicola gialla, una ghirlanda gialla e un rettangolo rosso con un lato curvo.[15]
Caseggiato
IV,II,6
Caupona del Pavone
La caupona, o popina, assimilabile alla moderna osteria, destinata agli residenti della zona meridionale della città, si apriva sul Cardo Massimo. Aveva il bancone in fondo all'edificio, ed è nota soprattutto per gli eleganti affreschi che la arredavano.[16][17][18]
Resti di un affresco
IV,II,7
Caseggiato
Edificio con ambienti abitativi su tre lati di un cortile centrale con al centro una vasca, uno dei quali con fontana, e botteghe lungo la via della Caupona.[19]
IV,II,8
Caseggiato
Edificio solo parzialmente indagato, con due botteghe lungo la via della Caupona e due gruppi di stanze ai due lati di un corridoio.[20]
IV,II,9-10
Caseggiato
Diversi abitazioni intorno ad una piazza non pavimentata, raggiungibile dalla piazza interna del caseggiato dell'Ercole.[21]
IV,2,11
Mitreo degli Animali
Il Mitreo degli Animali fu scavato da Carlo Ludovico Visconti nel 1867. Era addossato al muro che circondava il Campo della Magna Mater, in una sala con tre file di pilastri e pilastri in mattoni. Si entrava nel santuario attraverso due aperture tra i pilastri. Accanto all'altare c'è un ingresso secondario. I podi sono stati trovati solo nella parte posteriore, di fronte all'altare, addossato al muro di fondo. Tutta la struttura era rivestita di marmo bianco.
Sul pavimento, tra i pilastri e i podi, c'è un mosaico bianco e nero, con cinque raffigurazioni, da sud a nord:
- Un uomo nudo, che tiene in mano un coltello da potatura e una specie di pala. Alcune tessere bianche suggeriscono che quest'ultimo oggetto sia perforato. Un simbolo simile si trova nel Mitreo di Felicissimo, dove si riferisce al grado Leo. Era usato per trasportare il fuoco.
- Un gallo, che annuncia il mattino, attributo di Cautes, e un corvo, l'araldo di Mitra e un grado di iniziazione (corax).
- Uno scorpione, che nei rilievi attacca i testicoli del toro che viene ucciso da Mitra.
- Un serpente con un pettine, nei rilievi che beve il sangue del toro.
- La testa e la coda del toro, e davanti alla testa parte di un coltello (metà del quale manca, come se fosse nel collo del toro).
Vicino all'altare è stata trovata una testa di Mitra con berretto frigio. Nel berretto ci sono dei fori per i raggi metallici, quindi Mitra è raffigurato come Sol Invictus. Inoltre è stata trovata una testa di Sol-Helios, con sette fori per i raggi.[22]
Mitreo
IV,II,12-14
Caseggiato
Diversi abitazioni intorno ad una piazza non pavimentata, raggiungibile dalla piazza interna del caseggiato dell'Ercole.[21]
IV,III
NE: cardine massimo NO: passaggio interno SO: area non scavata SE: via della Caupona
IV,III,1
Domus delle Colonne
Alla Domus delle Colonne, costruita negli anni 230-240 d.C, si accedeva dal tratto meridionale del Cardo Maximus. Fu costruita negli anni 230-240 d.C..
La Domus ruota intorno al cortile pavimentato con marmo, con un pozzo ed un ninfeo
La maggior parte del corridoio attorno al cortile è pavimentato con un mosaico policromo di dischi e linee, fatto di grandi tessere irregolari. Intorno al cortile ci sono pilastri in mattoni, tra i quali sono stati costruiti bassi muri in opus vittatum.
La stanza principale di rappresentanza, dove trovava posto il triclinio, si trovava nella parte meridionale dell'edificio, ed aveva un'ampia apertura sul cortile interno. Quattro stanze della parte posteriore della domus erano riscaldate.
Tra gli oggetti trovati nell'edificio ci sono una piccola statua di Diana e un rilievo con una ninfa.[23][24]
Colonne che danno il nome alla domus
IV,III,2
Botteghe
Fila di botteghe sul passaggio interno che si diparte dal cardine massimo. [25]
IV,III,3
Domus dei Pesci.
La domus prende il nome dal mosaico del vestibolo della casa, dove è rappresentato un calice con un pesce, per alcuni studiosi un simbolo cristiano.
L'edificio si sviluppa intorno ad un cortile, porticato per metà del suo perimetro, su cui si affaccia direttamente la stanza pubblica di rappresentanza. La domus era imprezziosita da affreschi e marmi policromi.[23][26]
IV,III,4
Domus di via della Caupona
La Casa, di modesta rilevanza, fu costruita in vittatum negli anni intorno al 270-275 d.C. Di fronte all'ingresso c'è un portico costituito da due pareti laterali con panche all'interno. L'ambiente più rilevante era il vestibolo, pavimentato con un mosaico geometrico bianco e nero, con pareti dipinte. [27]
NE: cardine massimo N: via del Tempio rotondo O: via di Iside e area non scavata SE: passaggio interno
IV,III,1
Ninfeo degli Eroti
Il Ninfeo degli Eroti è una stanza chiusa, quasi quadrata (8,00 x 8,00), a cui si accedeva da est, dal Cardo Maximus, costruito nel primo quarto del V secolo d.C. in opus latericium e vittatum.
Quattro pilastri angolari suggeriscono una volta a crociera. Le pareti e i pavimenti erano decorati con marmo bianco. Al centro della stanza c'è una vasca di marmo, contenente una vasca a forma di ciotola su un piedistallo. Nelle pareti laterali ci sono nicchie rettangolari, vicino alle quali sono state trovate statue di Eros con un arco.[23][29][30]
La sua origine è datata tra il 50 e il 40 a.C., con strutture in opus reticulatum con blocchi di tufo. Alcune modifiche posteriori dovrebbero risalire alla seconda metà del secolo II d.C. e deve il nome ad una pseudo-edicola, forse della seconda metà del secolo II.[31][32] L'arco di contorno e l'interno della nicchia sono decorati con conchiglie, ciottoli di fiume (colorati in rosso) e paste vitree blu. Nella nicchia si trova oggi una statua femminile trovata sul cardus davanti all'edificio.[33][34]
Una delle più grandi domus di Ostia, ed una delle più antiche, di impianto repubblicano. Deve il nome ad una iscrizione ancora visibile in un piccolo altare di marmo, situato nel tablinio (sala da pranzo): ΔΙΙ / ΚΑΤΑΙ / ΒΑΤΗΙ, ossia "A Giove Discendente (con fulmini e tuoni)".[35]
IV,III,4
Latrina
Latrina pubblica rialzata di circa 70 cm sopra il livello stradale. Lungo tre pareti ci sono sedili, per i quali sono stati riutilizzati sarcofagi di marmo e iscrizioni funerarie. [36]
Forica
IV,III,5
Ninfeo
Il ninfeo fu costruito in epoca traianea o poco dopo (opus latericium). È costituito da un'esedra semicircolare con cinque nicchie per statue, con lati sporgenti. Nella nicchia centrale semicircolare è stato collocato un calco di una Venere nuda. L'intera esedra era una vasca, chiusa all'estremità nord da un basso muro. Nell'ultimo quarto del IV secolo il ninfeo fu restaurato (opus vittatum). Le pareti e il pavimento erano decorati con marmo.[37]
IV,III,6
Caseggiato
Caseggiato con botteghe lungo la via del Tempio rotondo e lo spazio dietro il ninfeo e un appartamento a medianum aperto su corte interna.[38]
IV,III,7
Domus di via del Tempio rotondo
Costruito durante il regno di Alessandro Severo (222-235 d.C.; opus latericium), nella prima metà del IV d.C. secolo divenne una domus. Durante un terremoto parte della facciata crollò e cadde su via del Tempio Rotondo, dove è ancora visibile.
Le stanze sono disposte attorno a un cortile. Nella parte sud del cortile una scala con un muro di fondo absidato conduce a un pozzo, mentre nella parte nord del cortile c'era un ninfeo con due nicchie semicircolari. In una stanza a ovest c'è una grande abside, un'aggiunta successiva..
A sud del cortile c'è una grande stanza, forse una sala da pranzo che si affaccia su un peristilio. Almeno un piano superiore era utilizzato dagli abitanti, come testimoniano due scale.[39]
IV,III,8
Terme bizantine
Le cosiddette Terme bizantine furono costruite in quello che potrebbe essere stato il peristilio della Casa di Giove Tonante a est. L'edificio fu eretto intorno al 390-425 d.C. (opus latericium e vittatum).
L'ingresso principale era su Via del Tempio Rotondo. da dove un lungo corridoio d'ingresso conduce a un grande frigidarium. Al centro del frigidarium ci sono basi per sei colonne e sul pavimento c'è un mosaico di grandi tessere, gialle, rosa e grigie, con alcuni motivi geometrici.
A sud-ovest ci sono le stanze riscaldate, con molte absidi, che hanno pavimenti in marmo. [40]
IV,III,9
Caseggiato con viridario
La Casa con viridario, il giardino romano, in realtà è parte di quello che sembra essere stato un peristilio dietro la Casa della Nicchia a mosaico e la Casa di Giove Tonante (opus reticulatum; augusteo?).
L'edificio ha preso il nome da un cortile piuttosto lungo che potrebbe aver contenuto un giardino. È fiancheggiato da un portico con pilastri in mattoni e semicolonne. A nord-est si trovano numerose stanze costruite in opus reticulatum.
Nella parte posteriore dell'edificio è stato trovato un mosaico bianco e nero della prima metà del terzo secolo; vi sono raffigurati animali marini e Aktaion mutilato dai cani dopo aver spiato Diana.[41]
IV,V
E: via del Pomerio e via di Iside NO: decumano massimo SO: angiporto delle Taberne finestrate SE: area non scavata
IV,V,1
Taberne dei Pescivendoli
Le Botteghe dei Pescivendoli furono installate sul Decumano Massimo, nel portico nord del Macellum (IV,V,2), il mercato centrale per pesce, carne e verdura. Sono un'aggiunta della prima metà del III secolo d.C. (opus vittatum). Si trovano in uno degli incroci più trafficati di Ostia, il Crocevia del Castrum. Dall'altra parte della strada ci sono altre pescherie, nella Casa del Mosaico del Porto (I,XIV,2). L'edificio fu scavato alla fine degli anni '20 e nel 1938.
Ci sono due botteghe, a ovest e a est del corridoio d'ingresso del Macellum; al centro di entrambe le stanze c'è un tavolo di marmo e contro la parete di fondo una vasca per i pesci rivestita di marmo, che sostiene piccole colonne. Nella bottega orientale c'è un mosaico bianco e nero, con motivi marini: un tritone e un delfino con un polipo nel becco.[42]
Bancone e vasca
IV,V,2
Macellum
Il Macellum, un mercato centrale per pesce, carne e verdura, fu scavato nel 1938, ulteriori scavi ebbero luogo nel 1949-1953 e nel 1997-2001. La maggior parte della muratura appartiene alla fine del II secolo, probabilmente al regno di Commodo (180-192 d.C.; opus latericium).
L'edificio è dominato da un cortile, a cui vi si accedeva direttamente da via del Pomerio a est, attraverso due ingressi larghi due metri. Gli ingressi erano chiusi con porte di legno, come testimoniano le soglie. Il cortile era raggiungibile anche da nord, dal Decumano. Qui c'è un ingresso monumentale, un portico con due colonne di granito.
La parte nord dell'edificio è costituita da negozi. Alcuni sono dietro portici lungo il Decumano e Via del Pomerio, altri si affacciano sul cortile. Nel portico settentrionale si trovavano le Botteghe dei Pescivendoli (IV,V,1).
A sud-ovest del cortile c'è una grande stanza, forse con una volta a botte, dove potrebbero essere stati conservati pesi e misure standard. [43]
Area del Macellum
IV,V,3
Caseggiato
Piccolo edificio a sud del Macellum risalente all'imperium di Marco Aurelio (161-180 d.C.). Nella parte sud-orientale ci sono due stanze che potrebbero essere state delle botteghe, mentre in quella centrale c'è un piccolo cortile con una vasca addossato a una delle pareti. A sud ci sono due stanze e nell'angolo sud-occidentale c'è una stanza stretta completamente riempita da una vasca.[44]
IV,V,4
Caseggiato del Sacello
Un po' a sud del Macellum, all'estremità occidentale di Via del Tempio Rotondo, si trova la piccola Casa del Sacello, risalente al periodo di Commodo, che deve il nome ad una sala di culto (area di circa 6,5 metri quadrati) eretta nel cortile.
Sotto i resti del soffitto crollato sono stati trovati, è stata trovata una statua in terracotta di una divinità femminile in trono, forse la dea Fortuna.[45]
IV,V,5
Caseggiato
Eretto in epoca adriane, si ipotizza che fosse uno stabilimento commerciale con una scala che conduceva agli appartamenti superiori. L'ingresso alla quarta stanza da nord è fiancheggiato da colonne in mattoni gialli incastrati in una facciata in mattoni rossi, il che fa supporre che fosse un vestibolo dello spazio retrostante, dove in seguito furono costruite piccole terme (IV,V,6).[46]
IV,V, 6
Terme
Queste piccole terme furono erette dietro l'edificio commerciale IV,V,5, lungo via di Iside in età antonina.[47]
IV,V,7
Taberne
Edificio con ambienti a destinazione commerciale, al di sotto dei quali è stato trovato l'atrio di una domus repubblicana, il cui peristilio divenne in seguito il cortile della domus. Colonne in mattoni e travertino nella parte nord e sud del cortile appartengono alla domus originaria.[48]
IV,V,8
Domus dell'Aquila
La Domus dell'Aquila prende il nome dal mosaico bianco e nero con vasi negli angoli, vegetazione, animali selvatici che attaccano i cervi, figure nude e al centro un'aquila che si trova in quella che probabilmente era una stanza da letto, che conserva ancora pareti con dipinti. Sui pannelli si possono vedere un pavone, uccelli, un cesto con frutta, arbusti e fiori. Un altro dei sette ambienti di cui si compomne la domus, presenta sul pavimento un mosaico bianco e nero con motivi vegetali e una testa di Medusa. [49]
Dipinti parietali
IV,V,9
Caseggiato del Dioniso
Alla fine del II secolo d.C. furono installate quattro piccole stanze nell'angolo nord-est del Cortile di Dioniso, una dellequali conserva il mosaico bianco e nero che ha dato il nome all'edificio. Nei quattro angoli del mosaico ci sono figure dionisiache, con al centro c'è il giovane Dioniso, su un carro trainato da tigri.[50][51]
Dettaglio del mosaico
IV,V,10-11
Terme delle Sei colonne
A sud del Decumano occidentale e a est della Schola di Traiano si trovano le Terme delle Sei Colonne. Nelle terme sono state riconosciute diverse fasi di costruzione della prima metà del II secolo d.C. Qui fu trovato un recipiente di bronzo contenente 35 monete d'argento, la maggior parte delle quali risaliva al periodo repubblicano (197 a.C. - 70 d.C.).
Lungo il Decumano si trovano botteghe traianee (opus mixtum). Una scala conduceva agli appartamenti sopra le botteghe. Una popina si trovava nella bottega a ovest del corridoio d'ingresso che conduceva alle terme, e nell'angolo sud della stanza c'era una latrina.
Il corridoio d'ingresso tra le taberne conduceva al cortile dei bagni, al cui centro ci sono le sei colonne che hanno dato il nome all'edificio. Il cortile sostituisce la palestra. A sud-est c'è il bagno freddo, frigidarium, e a sud-ovest ci sono le stanze riscaldate. [52][53]
IV,V,12
Horrea
Magazzino con sei ambienti ai lati di un corridoio centrale, accessibile da sud.[54]
IV,V,13
Mitreo delle Sette porte
Si accede al Mitreo attraverso una porta larga due metri, con una soglia in travertino con fori per due porte che si aprono verso l'interno. Podi in mattoni furono posti contro le pareti laterali e furono aggiunti un mosaico pavimentale e dei dipinti. Tra i podi furono trovate monete di Adriano, con una raffigurazione di Roma seduta sulle armi e di Antonino Pio con una raffigurazione di una figura in piedi che regge una patera e uno scettro.
Tra i podi c'è un mosaico in bianco e nero dove nella parte inferiore sono raffigurate sette prote. Le sette porte sono un riferimento alle sette sfere planetarie attraverso cui passavano le anime degli iniziati; la settima porta è colorata d'oro e appartiene al Sole.[55]
Mitreo
IV,V,14
Caseggiato
Edificio con sale pilastrate e ambienti ai lati di un passaggio verso il magazzino a nord.[56]
IV,V,15
Schola del Traiano
L'edificio che presentava una facciata monumentale davanti ad un ampio giardino interno, risalente al II secolo d.C., è stato interpretato come la sede collegiale dei fabri navales, i costruttori di navi.[57][58][59]
Ingresso all'edificio
IV,V,16
Casa a peristilio
Domus a peristilio precedente alla schola del Traiano, insieme alla casa dei Bucrani.[57]
IV,V,17
Caseggiato
Edificio con cortile a pilastri in laterizio scavato solo parzialmente.[60]
IV,V,18
Caseggiato delle Taberne finestrate
Caseggiato con una fila di taberne; quelle centrali avavano l'ingresso e l'uscita contrassegnati da archi in mattoni, accompagnati da grandi finestre, che sono state interpretate come vetrine. Al piano superiore si trovavano degli appartamenti.[61]
Facciata sul decumano massimo
IV,VI
NE: angiporto delle Taberne finestrate NO: decumano massimo SO: limite interno SE: area non scavata
IV,VI,1
Caseggiato
Edificio con ambienti e botteghe ai due lati di un passaggio centrale aperto sul decumano massimo.[62]
IV,VII
NE: limite interno NO: decumano massimo SO: mura del I secolo a.C. SE: area non scavata
IV,VII,1-2
Portico e caseggiato della Fontana con lucerna
Il portico prende il nome da una fontana in marmo di fronte a una scalinata al centro dell'isolato. La fontana è composta da una vasca con una piccola colonna al centro, la cui sommità imita una lampada a olio; ha sette beccucci per gli stoppini, ma dalle aperture usciva l'acqua.
Nell'edificio c'erano tre termopoli, identificati grazie ai resti dei banconi utilizzati per servire la clientela.[63]
Portico e caseggiato della Fontana con lucerna
IV,VII,3
Caseggiato
Caseggiato con portico lungo il decumano massimo solo parzialmente scavato.[64]
IV,VII,4
Caupona di Alexander e Helix
La caupona, assimilabile adun moderno albergo, prende il nome da un mosaico in cui sono rappresentati due uomini che si chiamavano appunto Alexander e Helix.
L'ingresso principale era dal Decumano, da nord-ovest. Questo ingresso oggi non può essere utilizzato, perché la strada è stata ricostruita a un livello più antico e più basso. Ci sono ingressi secondari nel muro nord-est e sud-ovest. Al centro della stanza c'è una vasca con una mensola a un'estremità, il che suggerisce che fosse una fontana. Nell'angolo nord c'è il bancone con una doppia vasca, e dietro di questo ci sono un focolare e tre mensole a gradini. Nell'angolo ovest c'è una struttura non identificata, forse un piccolo santuario. [65]
Mosaico di Alexander e Helix
IV,VII,5
Caseggiato
Fila di ambienti addossati alle mura cittadine e aperti sulla via interna della Caupona di Alexander.[66]
IV,VIII
NE: mura cittadine NO: decumano massimo SO: via di Cartilio Poplicola SE: area non scavata
IV,VIII,1
Foro di Porta Marina
Il Foro della Porta Marina (44 x 39,5 m.) si trova appena fuori l'omonima porta della città, a est del Decumano e direttamente a sud delle mura della città. Un triplice ingresso si trova sul Decumano. Il passaggio centrale è decorato con due colonne di marmo. Su tre lati la piazza è circondata da un colonnato con un pavimento di marmo bianco (alcune colonne mancanti sono state oggi sostituite da cipressi). Al centro delle pareti laterali perimetrali ci sono piccole stanze rettangolari. Al centro della parete di fondo c'è una grande stanza con una parete di fondo leggermente curva. Il pavimento era decorato con marmo policromo, per la maggior parte rimosso nell'antichità. Pilastri di rinforzo secondari negli angoli sostenevano una volta a crociera.[67]
Foro
IV,VIII,2
Cisterna
In età adrianea, contro il muro esterno posteriore del Foro di Porta Marina (IV,VIII,1), fu costruita un'enorme cisterna. Questa era collegata tramite un breve arco alla cinta muraria della città, che portava un ramo dell'acquedotto. All'interno, una fila di pilastri sosteneva le volte. Furono costruiti contrafforti esterni per resistere alla pressione dell'acqua. Sul lato nord-est si trova una scalinata. Le misure interne sono 5,50 x 13 m, e la capacità potrebbe essere stata di circa 215.000 litri. Si sono conservati diversi fori con tubi in terracotta attraverso i quali l'acqua veniva distribuita.[68]
IV,VIII,3
Santuario della Bona Dea
Di questo Santuario, scavato negli anni 1938-1942, fu trovata solo la parte inferiore delle mura, perché l'edificio fu raso al suolo nella tarda antichità.
La Bona Dea o Buona Dea era una divinità della fertilità e della salute, sia per le persone che per la terra, che di solito è raffigurata come una matrona seduta, che tiene in mano un serpente e una cornucopia.Solo le donne adoravano la dea. I riti segreti si svolgevano all'inizio di dicembre, guidati dalla moglie di un magistrato, durante i quali veniva poi sacrificata una scrofa femmina e vino, con accompagnamento di musica e danze.
La fase edilizia più antica (opus reticulatum e latericium) è stata datata alla prima metà del I secolo d.C. Il santuario (33,20 x 17,35) era costituito da alcune stnze, con un tempietto a sud-ovest di queste, e un cortile con portico a est e a sud del tempio. Il complesso era circondato da un alto muro.[69]
Santuario
IV,VIII,4
Ninfeo
Il ninfeo si trova sulla facciata nord-occidentale del Santuario della Bona Dea. Realizzato nell'ultimo quarto del III secolo d.C. si compone di una vasca curva rivestita all'esterno da blocchi di travertino con una grondaia e fori per una grata. Non è chiaro se si trattasse di un vero ninfeo con nicchie o di una semplice vasca o trogolo.[70]
Ninfeo
IV,VIII,5
Taberne
Fila di botteghe affacciate su un portico lungo via di Cartilio Poplicola.[71]
IV,VIII,6
Abitazione
Pccolo edificio con ambienti intorno ad un cortile, forse di abitazione.[72]
IV,IX
NE: via di Cartilio Poplicola NO: decumano massimo SO: via Severiana SE: via della Marciana
IV,IX,1
Loggia di Cartilio Poplicola
Si ipotizza che si trattasse di una specie di piazza coperta. Prende il nome dalla adiacente tomba repubblicana. Il tetto era sostenuto da file di pilastri in mattoni, e nella parte posteriore c'è un piccolo cortile. [73]
Loggia di Cartilio
IV,IX,2
Sepolcro di Cartilio Poplicola
La Tomba di Caio Cartilius Poplicola, un importante cittadino di Ostia nel primo secolo a.C., fu costruita negli anni 25-20 a.C. La tomba originariamente era una struttura indipendente, e gli edifici circostanti furono eretti nel periodo adrianeo. Come tutte le tombe, è situata fuori dalle mura della città, in questo caso fuori dalla Porta Marina, vicino all'antica riva del mare.
La tomba, rivolta ad ovest, aveva una base quadrata con rivestimento in travertino (6,20 x 6,20 m.). La parte anteriore superiore (4,70 x 4,70 m.) era decorata con marmo, i lati con travertino, mentre la parte posteriore aveva un semplice rivestimento in tufo. [74]
Sepolcro
IV,IX,3
Caseggiato
Edificio con ampi ambienti solo parzialmente scavato.[75]
IV,IX,4
Caseggiato
Edificio con botteghe su via di Cartilio Poplicola e su via della Marciana e cortile interno con quattro ambienti sul fondo.[76]
In quella che era una caupona (osteria, bettola) del III sec. d.C. edificata fuori Porta Marina, che prende il nome da un mosaico che raffigura la lotta tra Eros e Pan,[77] viene a installarsi, nel IV sec., un mitreo - l'unico extraurbano finora noto a Ostia - che trasforma completamente la destinazione d'uso dell'edificio. Rialzando un ambiente semi sotterraneo, si realizzò lo speculum mitraico, ossia l'aula di culto, che venne pavimentato con circa un migliaio di piccole lastrine irregolari di marmi colorati provenienti dai quattro angoli dell'Impero, tutte di reimpiego, che valgono al mitreo la sua attuale denominazione. Nella nicchia absidale dovevano trovarsi un thronum e un rilievo marmoreo, entrambi perduti. Lungo uno dei lati c'è un podium, anch'esso ricoperto dalle crustae marmoree e, in prossimità dell'ingresso, si trovano un pozzo e un'aiuola. Le pareti sono dipinte con una decorazione imitante il marmo. Affreschi decorano anche gli altri ambienti del complesso, nei quali si trovano anche dei graffiti legati al culto mitraico. Dopo neppure un secolo di vita, il complesso venne messo fuori uso e smantellato. Un successivo crollo ne sancì il definitivo abbandono. Gli studiosi che lo hanno riportato alla luce nel 2014 ritengono che possa essere l'ultimo mitreo edificato nell'Impero Romano.[78][79] Nell'edificio sono state ritrovate 192 monete romane, delle quali solo 25 in giacitura primaria, ovvero nello stesso spazio dove sono state abbandonate; tra queste un asse di Gordiano III (241-243 d.C.), un sesterzio, un asse e un antoniniano di Treboniano Gallo (251-253 d.C.). La maggior parte delle monete risalgono all'epoca in cui l'edificio era utilizzato come caupona.[80]
IV,IX,6 incrocio tra via della Marciana e via Severiana
Caseggiato delle Due Scale e Terme dello Scheletro
Il caseggiato è stato indagato nel 1938-1942, nel 1971 e nel 2010-2014. Si trovano all'incrocio tra Via della Marciana (a est) e Via Severiana (a sud). La casa (in precedenza nota come Casa lungo Via della Marciana), ha ricevuto questo nome nel 2015 per la particolare disposizione planimetrica del piano terra, che presenta un grande corridoio est-ovest che divide l'edificio in due ali, con due scale che portano ai piani superiori. Le Terme dello Scheletro sono un piccolo complesso termale costruito all'interno della casa durante il IV secolo d.C. .[81]
IV,IX,7
Terme del Sileno
Le Terme di Sileno sono state scoperte nel 2011 ed il nome deriva da un frammento di un fregio dionisiaco con maschere di Sileno e un Fauno.
Le terme sono un grande complesso, datato al tardo periodo adrianeo che ha una serie di stanze su due assi principali. Nell'asse est-ovest è stato identificato il frigidarium, una grande piscina (natatio) con nicchie per statue e un ingresso monumentale. Due colonne di marmo con capitelli corinzi (trovate ancora sul posto, incorporate in pareti successive) decoravano l'ingresso sud. Nella stanza 8 è stato trovato un meraviglioso mosaico geometrico in bianco e nero. L'area riscaldata e la palestra non sono ancora state scavate.[82]
IV,X
NE: via di Cartilio Poplicola NO: via della Marciana SO: via Severiana SE: area non scavata
IV,X1-2
Terme di Porta Marina
Grande complesso termale costruito in età traianea quasi sulla spiaggia. Il complesso si articolava su una grande coorte interna porticata che fungeva da palestra, che ne occupava la parte più settentrionale, e gli ambienti termali veri e propri nella parte meridionale, vicini alla spiaggia.
Un mosaico a tessere bainche e nere con raffigurati degli atleti, ornava il pavimento degli spogliatoi, mentre un mosaico policromo decorava il frigidarium.[83][84]
IV, XI
lungo la via Severiana
Caseggiato
Caseggiato non scavato lungo la via Severiana
IV, XII
lungo la via Severiana
Caseggiato
Caseggiato non scavato lungo la via Severiana
IV, XIII
lungo la via Severiana
Caseggiato
Caseggiato non scavato lungo la via Severiana
IV, XIV
lungo la via Severiana
Caseggiato
Caseggiato non scavato lungo la via Severiana
IV,XV
lungo la via Severiana
IV, XV, 2
Terme di Musiciolo
Le Terme di Musiciolo si trovano all'estremo sud di Ostia, piuttosto isolate in un'area per lo più non scavata, a est delle Terme di Porta Marina e a ovest della Sinagoga, ed a nord della Via Severiana. Furono scavate nei primi anni '80. La muratura dell'edificio è in opus mixtum (Antonine), opus latericium (Severian) e opus vittatum (IV secolo). Le terme furono installate nella seconda fase.[85]
IV,XVI
lungo la via Severiana
Caseggiato
Caseggiato non scavato lungo la via Severiana
IV,XVII
lungo la via Severiana
IV,XVII,1
Sinagoga
La Sinagoga, una delle più antiche del Mediterraneo occidentale, è situata a una certa distanza a est delle Terme di Porta Marina, a sud della Via Severiana, vicino all'antica riva del mare. Fu scoperta nel 1961 e scavata da Maria Floriani Squarciapino. La fase più antica (opus mixtum) è stata in passato datata alla metà del I secolo d.C., ma le ultime ricerche stratigrafiche suggeriscono che l'edificio non sia più antico del periodo severiano. L'edificio fu ampiamente modificato nella seconda metà del IV o nella prima metà del V secolo,
La comunità ebraica di Ostia è menzionata in un'iscrizione trovata a Castel Porziano, a sud-est di Ostia. Si menzionano degli Iudei in colonia Ostiensi e dei gerusiarches, "presidente degli anziani", Caius Iulius Iustus. Nella necropoli a sud di Ostia, sulla Pianabella, è stata trovata l'iscrizione funeraria di un archisinagogo, Plotius Fortunatus.
La Sinagoga è orientata verso est-sud-est, cioè Gerusalemme. L'edificio era accessibile da nord, dalla Via Severiana, attraverso un portico. Due gradini conducevano al vestibolo. Nella stanza a nord c'è una vasca poco profonda, forse per il lavaggio rituale. La stanza principale dell'edificio è rettangolare con una parete posteriore curva, di fronte alla quale si trova un podio (bimah) per la lettura della Legge (i primi cinque libri dell'Antico Testamento, la Torah). Sembra che ci fossero sedili di legno. Il pavimento è decorato con marmo policromo. [86][87]
Resti della Sinagoga
IV,XVII,2
Caseggiato
Caseggiato con un piccolo ninfeo al suo interno.[88]
Villa suburbana
Una enorm villa suburbana ritrovata solo nel 2001, la cui facciata è lunga 125 metri. Offriva una splendida vista sul mare. È costituita da una stretta area rettangolare con un portico all'estremità sud ("Giardino-stadio"). All'estremità stretta orientale ci sono stanze con nicchie nella parete posteriore. Il piano terra aveva una decorazione relativamente semplice di dipinti e mosaici in bianco e nero. Il primo piano era decorato con marmo. Dietro queste stanze c'è un'enorme cisterna con tre scomparti. Nella parte centrale dell'edificio c'è un peristilio di circa 35 x 30 metri), circondato da muri con grandi finestre. Gli alloggi si trovano nella parte nord.[89]
Maria Stella Taddei, Ostia repubblicana, collana Itinerari ostiensi, I, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, 1977.
Massimiliano David, Il nuovo mitreo dei marmi colorati sulla via della Marciana a Ostia Antica, in Mireille Cébeillac-Gervasoni, Nicolas Laubry e Fausto Zevi (a cura di), Ricerche su Ostia e il suo territorio: Atti del Terzo Seminario Ostiense (Roma, École française de Rome, 21-22 ottobre 2015), Roma, École française de Rome, 2018, ISBN9782728313334. URL consultato il 27 ottobre 2024.