Eden ProjectL'Eden Project è un complesso turistico in Cornovaglia nel sud-ovest del Regno Unito, a circa 2 km dalla cittadina di St Blazey e dalla città di St Austell, ricavato nello spazio interno di una ex-cava di kaolinite, che oggi ospita al suo interno due delle più grandi biosfere al mondo[1]. All'interno di queste due enormi biosfere si trovano oltre 100.000 piante provenienti da tutto il mondo[1], inserite appunto all'interno delle due strutture a cupola in acciaio e plastica che permettono al loro interno di emulare due biomi molto diffusi, quello mediterraneo e quello tropicale, attraverso un complesso sistema di condizionamento e controllo termico. Il sitoL'Eden Project è raggiungibile facilmente in automobile dalle vicine città di St. Austell e St.Blazey, a piedi e in bicicletta grazie ad alcuni percorsi appositi che conducono direttamente alle entrate predisposte appunto per chiunque voglia raggiungere la struttura senza l'ausilio di mezzi di trasporto.
I BiomiLe due biosfere si trovano sul versante nord della cava, e vi si può accedere da un ingresso unico molto vasto, che collega le due strutture. Il "Bioma Mediterraneo", copre circa 0,654 ettari all'interno della sfera più piccola alta 30 metri, al cui interno ospita 1.015 diversi tipi di piante provenienti dai climi temperati del pianeta, dalla California al Giappone. La temperatura nella biosfera varia dai 9 °C minimo in inverno ai 25 °C massimo in estate, che consente la sopravvivenza di piante più comuni, rispetto alle enormi e tropicali piante della biosfera precedente. Il "Giardino", situato all'esterno, occupa i 3/4 dell'intera superficie del complesso, e ospita circa 1.890 tipi differenti di piante e coltivazioni. Nel Giardino inoltre sono posizionate numerose installazioni artistiche e didattiche che permettono al visitatore di scoprire le caratteristiche e le proprietà di molte piante, spesso poco utilizzate dall'industria moderna, come la canapa, la lavanda il tè e il girasole. Inoltre a seconda delle stagioni, proprio nel giardino si possono osservare le diverse fioriture delle numerose e diverse specie di fiori che pullulano nel giardino, assieme anche a diverse coltivazioni, i cui prodotti possono peraltro essere acquistati. La strutturaLe biosfere sono una struttura tubolare in acciaio space-frame in pannelli esagonali rivestiti in ETFE, molto resistente alle intemperie e autopulente impiegato per evitare l'uso del vetro che avrebbe gravato sul peso della struttura e avrebbe necessitato di maggiore manutenzione. La struttura in acciaio poi è completamente autoportante, quindi non sono presenti supporti interni alle biosfere, e il diametro degli esagoni può arrivare fino a 9 metri nella parte zenitale della struttura geodetica, dove sono presenti alcuni esagoni apribili a seconda delle necessità di temperatura all'interno delle biosfere. Parte essenziale è poi il controllo climatico all'interno delle biosfere, dove un sistema informatico controlla e regola continuamente temperatura e umidità all'interno delle semisfere, per mantenere ottimali le condizioni ambientali all'interno delle serre. "The Core"Il "Core" è una struttura all'interno del complesso inaugurata nel settembre 2005, destinata a spazio didattico comprendente aule e spazi espositivi progettati per comunicare ai visitatori il rapporto che c'è e ci dovrebbe essere tra l'uomo e la natura. Di conseguenza l'edificio ha preso la sua ispirazione dalle piante, più evidente nella forma del tetto in legno[4], che dà all'edificio la sua caratteristica forma. Il rame a copertura del tetto è stato ottenuto da fonti rintracciabili, e l'Eden Project sta lavorando con il gruppo Rio Tinto per esplorare la possibilità di incoraggiare ulteriormente la tracciabilità dei percorsi di approvvigionamento dei metalli, il che permetterebbe alle persone di evitare i metalli estratti in zone di conflitto o con lo sfruttamento di manodopera. "The Seed"Il "seme" è il centro dell'edificio, ricavato da un macigno di granito grigio-argenteo di 167 tonnellate, estratto nel 2003 da una cava a "De Lank Quarry" in Cornovaglia. Dopo la lavorazione, il peso del seme ha raggiunto le 70 tonnellate, e una forma ovale la cui superficie ritorna sul modello di crescita della testa del girasole. Quest'opera fu creata dall'artista di fama internazionale Peter Randall-Page. Aspetti ambientaliL'Eden Project cerca di guidare il visitatore in un percorso didattico itinerante verso la comprensione e l'educazione ambientale, incentrando la questione della interdipendenza tra l'ambiente e tutto ciò che ne compete, con le persone, spiegando i diversi e giusti comportamenti che l'uomo deve avere nei confronti con le piante e la natura. C'è anche una controversia in corso, in quanto una delle società partner dell'Eden Project, il gruppo minerario Rio Tinto, ha in programma alcune opere di estrazione in Madagascar di biossido di titanio, azione che comporterà la rimozione di una larga fascia della foresta costiera, che può causare gravi danni alla biodiversità della flora e della fauna del Madagascar[5]. StoriaL'Eden Project è stato parzialmente aperto al pubblico nel maggio del 2000, ma il sito venne completato e interamente aperto al pubblico il 17 marzo 2001. Da quella data in poi l'Eden Project ha ospitato centinaia di avvenimenti, concerti ed esibizioni di artisti internazionali e no. Nell'ottobre 2014, all'interno del Bioma tropicale è stata installata una mostra dal titolo "I popoli della foresta tropicale", che raccoglie le straordinarie immagini dei popoli indigeni scattate dall'esploratore e scrittore britannico Robin Hanbury-Tenison, e dal celebre fotografo brasiliano Sebastião Salgado. L'Eden Project ha collaborato con Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, per portare la mostra in Cornovaglia, e ricordare così ai visitatori che «circa 200 milioni di indigeni dipendono dalle foreste per sopravvivere[6][...] Inserendo le immagini dei popoli indigeni all'interno del ricco e splendido habitat del bioma tropicale all'Eden vogliamo comunicare questo messaggio fondamentale: popoli e piante hanno bisogno gli uni degli altri»[7]" ha affermato Hanbury-Tenison. CriticheNel 2007 vennero mosse da alcuni giornali delle critiche per gli onerosi finanziamenti pubblici concessi all'Eden Project, stimati in 130 milioni di sterline[8][9]. Note
Bibliografia
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