Eccidio dei Sette Martiri
L'eccidio dei Sette Martiri è stata una strage nazista occorsa il 3 agosto 1944 nel centro storico di Venezia e nella quale furono uccisi sette prigionieri. AntefattiLa notte del 2 agosto 1944 una sentinella di guardia ad un'imbarcazione della Kriegsmarine ormeggiata alla Riva dell'Impero cadde in acqua ubriaca[1]. Gli ufficiali tedeschi, accortisi della sparizione del marinaio e pensando ad un suo rapimento da parte della Resistenza locale, diedero l'ordine di rastrellare il quartiere circostante, il popolare sestiere di Castello. Non avendolo trovato da nessuna parte, i graduati nazisti ordinarono un'immediata rappresaglia e fecero prelevare dal carcere di Santa Maria Maggiore e da Ca' Littoria sette detenuti. Di questi tre erano partigiani, uno era sospettato di complicità con la Resistenza ed i restanti tre erano renitenti alla leva della Repubblica Sociale Italiana. I condannati vennero condotti sulla Riva, mentre una folla di circa 500 persone, principalmente abitanti del sestiere rastrellati, fu costretta dai tedeschi ad assistere all'esecuzione come monito[1]. Dopo la fucilazione dei prigionieri, 136 uomini del quartiere vennero condotti in carcere come ostaggi. Alcuni giorni dopo, le acque della laguna restituirono il corpo della sentinella annegata[1]. Vittime
Monumenti ed omaggiSulla casa antistante il luogo della fucilazione è stata scoperta una lapide, riportante i nomi di tutti e sette i Martiri. Nel dopoguerra la Riva dell'Impero fu ribattezzata Riva dei Sette Martiri. L'artista Luigi Tito (Venezia 1907-1991) ha dedicato a questo eccidio un'acquaforte "I Sette Martiri, Venezia 3 agosto 1944" mm250x350, Cartella su Venezia, Corbo&Fiore editori, 1983. Nel 1987 dipinge l'opera "I Sette Martiri", olio su tela, cm.200x280. NoteBibliografia
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