Diocesi di Campagna
La diocesi di Campagna (in latino Dioecesis Campaniensis) è una sede della Chiesa cattolica, istituita da papa Clemente VII il 19 giugno 1525. Nell'ambito della generale riforma delle circoscrizioni diocesane in Italia, avviata dopo il Concilio Vaticano II, il 30 settembre 1986 la diocesi di Campagna è stata unita alla diocesi di Acerno e all'arcidiocesi di Salerno a formare l'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno. Ne sono patroni sant'Antonino abate e san Liberato martire. TerritorioIl territorio della diocesi, alla vigilia della plena unione con Salerno e Acerno, comprendeva 16 comuni in provincia di Salerno: Campagna, Auletta, Buccino, Castelnuovo di Conza, Caggiano, Colliano, Contursi Terme, Laviano, Oliveto Citra, Palomonte, Ricigliano, Romagnano al Monte, Salvitelle, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva. Sede vescovile era la città di Campagna, dove sorgeva la cattedrale di Santa Maria della Pace, ora concattedrale dell'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno. Nel 1986, poco prima dell'unione di Campagna con Salerno e Acerno, la diocesi era costituita da 30 parrocchie.[2] CattedraliSono state cattedrali della diocesi:
StoriaLa diocesi fu eretta il 19 giugno 1525 da papa Clemente VII con la bolla Pro excellenti praeeminentia[3], grazie all'interessamento del conte palatino Melchiorre Guerriero, campagnese, custode della cancelleria apostolica e abbreviatore pontificio.[4] La nuova diocesi, che comprendeva la sola città di Campagna, fu unita aeque principaliter con la diocesi di Satriano. Mentre Satriano rimase suffraganea dell'arcidiocesi di Conza, Campagna fu sottoposta alla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Salerno.[5] Primo vescovo delle diocesi unite fu il domenicano Cherubino Caietano, già vescovo di Satriano. I vescovi, fin dall'inizio, posero la loro sede stabile a Campagna, cosa che ben presto suscitò malumore e malcontento nel clero e negli abitanti di Satriano, facendo emergere le difficoltà nell'unione di due diocesi montagnose, i cui territori non erano contigui, ma assai distanti fra loro.[6] Fu il vescovo Juan Caramuel y Lobkowitz (1657-1673), il più noto fra i vescovi campagnesi, a spostare la residenza vescovile nel borgo lucano di Sant'Angelo Le Fratte, dove fece erigere un episcopio ed elevò a cattedrale la locale chiesa di Santa Maria ad Nives. Nelle relazioni presentate a Roma in occasione delle visite ad limina emergono tutte le difficoltà incontrate dai vescovi nella gestione di queste due diocesi, difficoltà «ambientali (montagne orride, inclemenza e insalubrità dell'aria), sociali (delitti, stupri, costumi "barbari" e ancestrali), istituzionali (liti e conflitti con il clero, con le università, con i baroni)».[7] Al vescovo Francesco Saverio Fontana (1714-1736) si deve la costruzione del seminario diocesano e la ristrutturazione ed ingrandimento degli episcopi di Campagna e di Satriano. Le due diocesi comprendevano diversi conventi e i monasteri, tra cui quelli dei domenicani, degli agostiniani, dei francescani, dei cappuccini e delle benedettine. Numerose anche le confraternite, intitolate alla Santissima Trinità, al Soccorso, al Santissimo Sacramento, al Santissimo Nome di Dio, a San Giovanni Battista, a Santa Maria della Neve, al terzo ordine di San Francesco d'Assisi, al Santissimo Rosario.[7] Il 27 giugno 1818, a seguito del concordato fra Pio VII e Ferdinando I, con la bolla De utiliori del medesimo papa ebbe termine l'unione con Satriano, contestualmente soppressa e unita alla diocesi di Campagna, a sua volta data in amministrazione perpetua agli arcivescovi di Conza. Da questo momento la diocesi comprenderà i territori di Campagna, Caggiano, Sant'Angelo Le Fratte, Satriano di Lucania e Savoia di Lucania.[8] Il 30 settembre 1921 con la bolla Ad christifidelium di papa Benedetto XV ebbe termine il regime di amministrazione perpetua e dopo oltre un secolo fu nominato un nuovo vescovo, Carmine Cesarano, già arcivescovo di Conza; contestualmente la diocesi fu resa immediatamente soggetta alla Santa Sede. Con la stessa bolla fu rivisto anche il territorio diocesano, che si ingrandì notevolmente con l'acquisizione di 13 comuni in precedenza appartenuti all'arcidiocesi di Conza: Auletta, Buccino, Castelnuovo di Conza, Colliano, Contursi Terme, Laviano, Oliveto Citra, Palomonte, Salvitelle, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva e Vietri di Potenza. Il 31 marzo 1973 alcune modifiche territoriali hanno portato alla cessione dei comuni lucani di Sant'Angelo Le Fratte, Vietri di Potenza, Satriano di Lucania e Savoia di Lucania all'arcidiocesi di Potenza, e contestualmente all'acquisizione delle parrocchie campane di Ricigliano e Romagnano al Monte dalla diocesi di Muro Lucano.[9] Il 4 agosto 1973 l'arcivescovo di Salerno Gaetano Pollio, già amministratore apostolico della diocesi dal 1971, venne nominato anche vescovo di Campagna, unendo così le due sedi in persona episcopi. Il 30 settembre 1986 in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi la diocesi di Campagna, quella di Acerno e l'arcidiocesi di Salerno sono state unite con la formula plena unione e la circoscrizione ecclesiastica sorta dall'unione ha assunto il nome di Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno. CronotassiVescovi di Campagna e Satriano
Vescovi di Campagna
StatisticheSecondo l'Annuario pontificio del 1981, l'anno precedente la diocesi su una popolazione di 52.510 abitanti contava 52.000 battezzati, corrispondenti al 99,0% del totale.
Note
Bibliografia
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