Cura del siero di latteLa cura del siero di latte è un tipo di medicina alternativa basata sull'assunzione di siero di latte, divenuta molto popolare nel XVIII e XIX secolo.[1] Già a inizio 1900 venne considerata inefficace e cadde in disuso.[1] PrincipiGià nell'antichità venivano evidenziati gli effetti purgativi e salutari del siero di latte.[1] Il siero caprino prodotto in montagna era considerato particolarmente curativo in virtù delle erbe alpine presenti nel foraggio delle capre. Nel XVIII-XIX secolo il siero era consigliato per il trattamento di svariati dolori e malattie ed era ritenuto un rimedio soprattutto contro gli effetti collaterali della vita malsana e sedentaria nelle città.[1] Secondo la medicina dell'epoca, l'assunzione del siero di latte contribuiva a ridurre il materiale azotato presente nel corpo.[2] Prima che venissero introdotte le cure d'alta quota, a Gais era impiegato anche in casi di malattie polmonari e di tubercolosi.[1] Vissuta come evento mondano, la cura durava da due a quattro settimane, durante le quali il consumo di siero si alternava alle passeggiate all'aria aperta.[1] StoriaDalla prima metà del XVIII alla fine del XIX secolo, la cura del siero fece parte dell'offerta turistica delle zone alpine e prealpine basate sull'allevamento dell'Appenzello (ad esempio Gais dal 1749) e dei Grigioni (ad esempio Seewis im Prättigau dal 1730).[1] Nel contesto della cultura illuminista della socialità e della balneoterapia, la cura del siero veniva combinata con le concezioni dietetiche dell'epoca, con la medicina naturale e con l'impiego di erbe medicinali.[1] Ulteriori stabilimenti di cura sorsero all'inizio del XIX secolo anche nell'Oberland bernese, ad esempio nel 1803 a Interlaken, Wengen e Grindelwald, e nel Giura, ad esempio nel 1829 a Weissenstein.[1] Nel 1890 esistevano in Svizzera ancora una trentina di stazioni che praticavano la cura del siero, ma già attorno al 1900 fu considerata inefficace.[1] Dopo la seconda guerra mondiale venne reintrodotta in località come Heiden, dove all'inizio del XXI secolo faceva parte dei programmi dietetici e di benessere.[1] NoteBibliografia
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