Coronadite

Coronadite
Classificazione Strunz (ed. 10)4.DK.05a[1]
Formula chimicaPb(Mn4+6Mn3+2)O16[2]
Proprietà cristallografiche
Sistema cristallinomonoclino[2]
Parametri di cellaa = 9,938 Å, b = 2,8678 Å, c = 9,834 Å, β = 90,39°, Z = 1[3]
Gruppo puntuale2/m[4]
Gruppo spazialeI2/m[4]
Proprietà fisiche
Densità misurata5,41 – 5,51[5] g/cm³
Densità calcolata5,431[5] g/cm³
Durezza (Mohs)4,5 - 5[4]
Colorecolore nero o grigio scuro[6]
Lucentezzametallica[2]
Opacitàopaca[4]
Striscionero brunastro[6]
Diffusionecomune
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La coronadite (simbolo IMA: Cor[7]) è un minerale piuttosto comune del supergruppo dell'hollandite e del gruppo della coronadite[8] appartenente alla classe minerale degli "ossidi e idrossidi" con composizione chimica Pb(Mn4+6Mn3+2)O16.[2]

Etimologia e storia

Il minerale fu scoperto nel 1904 da W. Lindgren e W.F. Hillebrand nella miniera di Coronado in Arizona [Stati Uniti). Nel 1923, l'esistenza del minerale come specie indipendente fu messa in discussione da Ernst Emerson Fairbanks, secondo la cui teoria la coronadite era una miscela di hollandite e un altro minerale sconosciuto. Tuttavia, questo non ha potuto essere confermato, per cui il minerale è ora considerato indipendente e riconosciuto.[5]

La miniera in cui è stata trovata la coronadite prende il nome dal conquistador spagnolo Francisco Vasquez de Coronado (1500-1554), che scoprì ed esplorò il sud-ovest dell'America. Pertanto, non è chiaro se il minerale prenda il nome dallo stesso scopritore[2][6] o dalla località tipo la miniera di Coronado.[9]

Il minerale è stato scoperto prima della fondazione della CNMNC ed è quindi tutelato e considerato grandfathered (G).[9]

Classificazione

La nona edizione della sistematica minerale di Strunz, aggiornata dall'Associazione Mineralogica Internazionale (IMA) fino al 2009,[10] classifica la coronadite nella classe "4. Ossidi (idrossidi, V[5,6] vanadati, arseniti, antimoniti, bismutiti, solfiti, seleniti, telluriti, iodati)" e nella sottoclasse "4.D Metallo:Ossigeno = 1:2 e simili"; questa è ulteriormente suddivisa in base alla dimensione dei cationi coinvolti e alla struttura cristallina, in modo che il minerale possa essere trovato nella sezione "4.DK Con cationi di grande dimensione (± cationi di media dimensione); strutture a tubo" dove forma il sistema nº 4.DK.05 insieme ad ankangite (non più riconosciuta dall'IMA perché identica alla mannardite[11]), henrymeyerite, manjiroite, mannardite, redledgeite, ferrihollandite, hollandite, priderite e akaganeite.[9]

Questa classificazione viene mantenuta anche nell'edizione successiva, proseguita dal database "mindat.org" e chiamata anche Classificazione Strunz-mindat, seppur con una piccola variazione nella suddivisione, poiché in minerale si trova qui nella sezione nº 4.DK.05a, che occupa insieme a criptomelano, hollandite a manjiroite.[1]

La classificazione dei minerali secondo Dana, utilizzata principalmente nel mondo anglosassone, classifica la coronadite nella classe degli "ossidi e idrossidi" e lì nella sottoclasse degli "ossidi multipli"; qui forma il "gruppo del criptomelano" con hollandite, criptomelano, manjiroite, stronziomelano e henrymeyerite con il sistema nº 7.9.1.[2]

Abito cristallino

La coronadite cristallizza nel sistema monoclino nel gruppo spaziale I2/m (gruppo nº 12, posizione 3) con i parametri del reticolo a = 9,938 Å, b = 2,8678 Å e c = 9,834 Å così come una unità di formula per cella unitaria.[6] La struttura cristallina della coronadite è paragonabile a quella dell'hollandite.[3]

Proprietà

Proprietà chimiche

Coronadite, altamente solubile negli acidi.[9] Inoltre, il minerale può contenere tracce di ossido di alluminio, biossido di silicio, ossido ferrico e ossido rameico. A seconda del luogo in cui è stato trovato, le miscele sono più o meno pronunciate.[6]

Proprietà fisiche

La coronadite ha un pleocroismo pronunciato; appare dal marrone scuro al grigio.[6]

Origine e giacitura

La coronadite si verifica spesso nella paragenesi con hollandite, pirolusite e altri minerali di manganese.[6]

La coronadite può essere trovata in circa 200 località e la sua località tipo è il pozzo "Horse-Shoe" nella miniera di Coronado in Arizona (Stati Uniti).[2]

In Italia la coronadite è stata trovata in diversi siti. Solo per citarne alcuni: Campagnano di Roma (Lazio); in Valsassina (Lombardia); a Valdieri, Lessolo e Traversella (Piemonte); a Gadoni (Sardegna); a Frassilongo (Trentino-Alto Adige); sul Monte Argentario (Toscana).[12][13]

In Germaniala coronadite è stata rinvenuta nel Baden-Württemberg: nella Foresta Nera (Gengenbach, Titisee-Neustadt e Wolfach), così come nei monti Kaiserstuhl a Bötzingen e nel Kraichgau a Bruchsal. In Baviera, c'è un sito nell'Alto Palatinato a Freihung. In Bassa Sassonia, la coronadite è stata trovata a Clausthal-Zellerfeld nelle montagne dell'Harz. Nella Renania Settentrionale-Vestfalia c'è un sito a Engelskirchen nel Bergisches Land; a Eiserfeld e Neunkirchen nel Siegerland. In Renania-Palatinato c'è un sito a Hunsrück, uno nella Lahntal e uno nel Westerwald. In Sassonia è stata trovata a Callenberg.[12][13]

In Austria la coronadite è stata trovata nel Tirolo Orientale, a Kals am Großglockner, mentre in Svizzera è stata trovata nel Canton Vallese, nella valle di Binn.[12][13]

Molti altri siti sono sparsi per il mondo.[12][13]

Forma in cui si presenta in natura

Il minerale forma aggregati fibrosi a forma di acino.[6] Il minerale ha colore nero o grigio scuro mentre il colore del suo striscio è nero brunastro.[9]

Note

  1. ^ a b (EN) Strunz-mindat (2024) Classification - With large (+- medium-sized) cations; tunnel structures, su mindat.org. URL consultato il 3 novembre 2024.
  2. ^ a b c d e f g (EN) Coronadite, su mindat.org. URL consultato il 3 novembre 2024.
  3. ^ a b (EN) Jeffery E. Post e David L. Bisch, Rietveld refinement of the coronadite structure (PDF), in American Mineralogist, vol. 72, 1989, pp. 913–917. URL consultato il 3 novembre 2024.
  4. ^ a b c d (EN) Coronadite Mineral Data, su webmineral.com. URL consultato il 3 novembre 2024.
  5. ^ a b c (EN) Cliffort Frondel e E.W.M. Heinrich, New data on hetaerolite, hydrohetaerolite, coronadite, and hollandite (PDF), in American Mineralogist, vol. 27, 1942, pp. 42–56. URL consultato il 3 novembre 2024.
  6. ^ a b c d e f g h (EN) Coronadite (PDF), in Handbook of Mineralogy, 2001. URL consultato il 3 novembre 2024.
  7. ^ (EN) Laurence N. Warr, IMA–CNMNC approved mineral symbols (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 85, 2021, pp. 291–320, DOI:10.1180/mgm.2021.43. URL consultato il 2 novembre 2024.
  8. ^ (EN) Cristian Biagioni, Carmen Capalbo e Marco Pasero, Nomenclature tunings in the hollandite supergroup (PDF), in European Journal of Mineralogy, vol. 25, n. 1, febbraio 2013, pp. 85–90, DOI:10.1127/0935-1221/2013/0025-2255. URL consultato il 10 novembre 2024.
  9. ^ a b c d e (DE) Coronadite, su mineralienatlas.de. URL consultato il 3 novembre 2024.
  10. ^ (EN) Ernest Henry Nickel e Monte C. Nichols, IMA/CNMNC List of Minerals 2009 (PDF), su cnmnc.units.it, IMA/CNMNC, gennaio 2009. URL consultato il 2 novembre 2024 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2024).
  11. ^ (EN) Synonyms of Mannardite, su mindat.org. URL consultato il 2 novembre 2024.
  12. ^ a b c d (EN) Localities for Coronadite, su mindat.org. URL consultato il 3 novembre 2024.
  13. ^ a b c d (DE) Coronadite (Occurrences), su mineralienatlas.de. URL consultato il 3 novembre 2024.

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