Convenzione per le armi biologiche
La Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione e immagazzinamento delle armi batteriologiche (biologiche) e sulle armi tossiche e sulla loro distruzione (di solito denominata Convenzione per le armi biologiche, abbreviazione: BWC da Biological Weapons Convention in inglese) è stato il primo trattato multilaterale sul disarmo che vieta la produzione di una intera categoria di armi. È stato il risultato degli sforzi prolungati da parte della comunità internazionale per creare un nuovo strumento che andava a completare il Protocollo di Ginevra del 1925. Il BWC è stato aperto alle firme il 10 aprile 1972 ed è entrato in vigore il 26 marzo 1975, quando 22 governi lo hanno ratificato. Attualmente impegna 163 Stati che vi partecipano a proibire lo sviluppo, la produzione e lo stoccaggio di armi biologiche e tossiche. Tuttavia, l'assenza di qualsiasi sistema di verifica formale di monitoraggio ha limitato l'efficacia della convenzione[1]. Il campo di applicazione del divieto sulle armi biologiche è definito all'articolo 1 (il criterio detto general purpose). Questo include il divieto di tutti gli agenti microbici e biologici o tossine e dei loro vettori (con eccezioni per scopi medici e di difesa ma in piccole quantità). Successivi incontri hanno ribadito che il criterio di uso generale comprende tutti i futuri sviluppi scientifici e tecnologici rilevanti per la convenzione. Come indicato all'articolo 1 della BWC: «Ogni Stato parte della presente Convenzione si impegna in nessun caso a sviluppare, produrre, stoccare o altrimenti acquisire o mantenere in vigore:
Note
Voci correlateCollegamenti esterni
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