Colle Ranzola
Il colle Ranzola o colle della Ranzola[1] (in francese, col de Ranzolaz o Col de la Ranzolaz[2], in titsch di Gressoney Arescoll[3]) è un valico delle Alpi Pennine, situato a 2.170 s.l.m.[4] in Valle d'Aosta tra i comuni di Gressoney-Saint-Jean e di Brusson. ToponimoSecondo la pronuncia del patois valdostano, il toponimo in francese "Ranzolaz" va pronunciato omettendo la "z" finale, quindi "Ranzòla", come per molti altri toponimi e cognomi valdostani e delle regioni limitrofe (la Savoia, l'Alta Savoia e il Vallese). StoriaIl valico era in passato molto frequentato, e in particolare veniva utilizzato dagli emigranti valsesiani (in genere stagionali) diretti verso la Savoia e la Francia che, attraverso la Val Vogna e il colle di Valdobbia, raggiungevano il colle Ranzola per proseguire per il Col de Joux, oltrepassare la città di Aosta e salire al colle del Piccolo San Bernardo.[1] A cavallo tra il Settecento e l'Ottocento il crinale nei pressi del punto di valico venne fortificato con uno spesso muro a secco, ancora in parte presente, dalle truppe austro-russe impegnate nelle ostilità con l'esercito francese guidato da Napoleone[5]. Attorno a metà Ottocento il colle fu raggiunto dallo scrittore russo Lev Tolstoj, che lo cita nei suoi diari; in ricordo del suo passaggio al valico è stata posizionata una lapide che riporta le parole con il quale viene descritto il transito.[6] CaratteristicheIl Colle Ranzola si apre tra la Punta Regina (a sud) e il monte Ciosé (in tedesco, Stallerhorn - 2.645 m)[5]. Fa parte della cresta spartiacque Évançon/Lys. Sul colle si trovano una cappella in pietra e una statua della Madonna. Dal colle si gode di un buon panorama, in particolare verso il lontano Monte Bianco, mentre in direzione del Monte Rosa lo sguardo è un po' limitato dalla costiera divisoria Lys/Évançon.[7] AccessoIl valico si può raggiungere a piedi partendo da Estoul[5], seguendo una stradina che dopo l'Alpe Finestra (2.080 m) si trasforma in un sentiero pedonale, oppure da Bieltschòcke[8]. Dal colle in una quarantina di minuti su ripido sentiero si può arrivare alla Punta Regina, così chiamata perché vi salì nel 1898 la Regina Margherita.[7] Note
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