Chiesa di Santa Giovanna di Chantal
La chiesa di Santa Giovanna di Chantal (in francese: église Sainte-Jeanne-de-Chantal) è un luogo di culto cattolico di Parigi situato nel quartiere Auteuil, nel XVI arrondissement, sede dell'omonima parrocchia retta dal clero dell'arcidiocesi di Parigi.[1] La chiesa si trova nei pressi della stazione della metropolitana Porte de Saint-Cloud sulla linea 9.[2] StoriaA partire dagli anni 1920, l'area compresa tra l'estremità sud-occidentale del quartiere parigino di Auteuil, e di quello contiguo di Le-Point-du-Jour facente parte di Boulogne-Billancourt, fu oggetto di un'esponenziale crescita: l'unico luogo di culto cattolico della zona, costituito da una cappella situata in rue Claude-Lorrain e dipendente dalla parrocchia di Notre-Dame-d'Auteuil, si dimostrò presto insufficiente a fronte dell'ampio numero di abitanti. Il 27 gennaio 1933 venne finalmente posata alla presenza dell'arcivescovo di Parigi Jean Verdier, la prima pietra di una nuova e più ampia chiesa su di un terreno prospiciente la porte de Saint-Cloud, messo a disposizione dalla città di Parigi.[3] Il progetto venne redatto nel 1934 da Julien Barbier, architetto dell'Œuvre des Chantiers du Cardinal e prevedeva un ampio vano centrale circolare coperto con cupola conica ed esternamente caratterizzato da un loggiato su colonnine, al quale era affiancato un alto campanile a torre.[4] La costruzione, tuttavia, venne fin da subito bloccata per i lavori della vicina linea 9 della metropolitana, che richiesero una leggera modifica all'orientamento dell'edificio e la stesura di un nuovo progetto.[5] I lavori ripresero nella prima metà del 1935[6] e il 2 ottobre dell'anno successivo venne inaugurato e aperto al culto il coro con abside e deambulatorio.[7][8] Alla morte di Julien Barbier (1940), la direzione dei lavori venne affidata a Gérard Barbier e Charles Venner; la costruzione fu interrotta nel 1943 dalla seconda guerra mondiale, durante la quale le strutture fino ad allora costruite vennero pesantemente danneggiate dai bombardamenti miranti al vicino stabilimento Renault; essa poté riprendere solamente nel 1949 e nel 1954 gli architetti André Blanc e Charles Nicod modificarono i progetti originari, ampliando gli spazi previsti da Barbier;[9] la chiesa venne completata nel 1962.[10] Il futuro arcivescovo di Parigi e cardinale Jean-Marie Lustiger fu parroco dal 1969 al 1979,[11] avendo come vicario fino al 1974 il suo futuro successore sulla cattedra parigina, André Vingt-Trois.[12] DescrizioneEsternoLa chiesa, edificata in un sobrio stile neobizantino, ha una pianta a croce latina e sorge sul lato settentrionale di place de la Porte-de-Saint-Cloud, in un'area delimitata dalla piazza stessa (sulla quale dà l'ingresso principale), da boulevard Murat, rue du Lieutenant-Colonel Déport e avenue de la Porte de Saint-Cloud. La struttura è in calcestruzzo esternamente rivestito in pietre squadrate.[13] Nella facciata, a capanna, si aprono tre ampie arcate che, comunicanti fra di loro, costituiscono il nartece; il portale centrale è sormontato da un bassorilievo monumentale di Robert Juvin raffigurante la Madonna della Mercede (1962). Il prospetto, con una soluzione analoga a quella adottata da Henri Vidal per il santuario di Notre-Dame de Fatima-Marie-Médiatrice nel XIX arrondissement (1951-1954),[14] è affiancato a destra dal battistero cilindro, e a sinistra dall'alta torre campanaria che sorge isolata rispetto al resto dell'edificio.[13] Quest'ultima accoglie il seguente concerto di quattro campane, delle quali le tre fuse nel 2004 sono caratterizzate dalla ricca decorazione policroma di Marc-Antoine Orellana:[15]
InternoL'aula è suddivisa in tre navate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri quadrangolari, in corrispondenza di ciascuna delle quali si apre una bifora ad imitazione della presenza di un matroneo; la navata maggiore, come i due bracci del transetto, è coperta con volta a botte. L'ampio vano centrale a pianta ottagonale è coperta dalla cupola ribassata e illuminata da una serie di monofore, edificata ad imitazione di quella di Santa Sofia ad Istanbul. Il presbiterio, sopraelevato rispetto al resto della chiesa, è addossato al diaframma che separa l'ambiente principale dalla retrostante cappella del Santissimo Sacramento e presenta una serie di arredi realizzati da Jean Touret nel 1970-1973 quali l'altare maggiore, la grande croce e la sede presidenziale.[16] Le due absidiole del transetto nel 2016 sono state l'una dedicata alla santa titolare (con affresco di Jean-Louis Sauvat raffigurante scene della sua vita) e l'altra adibita a battistero (con affresco del medesimo autore rappresentante i Misteri luminosi); dello stesso artista sono anche la statua-reliquiario della santa e il fonte battesimale.[17] La via Crucis dipinta è di Anne-François de Serilly (2016).[18] La cappella del Santissimo Sacramento, ricavata nel coro edificato tra il 1935 e il 1936, è adornata da otto vetrate policrome di Jacques Le Chevallier con le allegorie di altrettante invocazioni tratte dalle litanie lauretane (1954), e dal coevo affresco dell'Incoronazione della Vergine di René Dionnet, nel catino absidale.[13] Organo a canneSulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne. Lo strumento venne costruito nel 1977 da Alfred Kern riutilizzando parte del materiale fonico di quello precedente, e inaugurato il 24 marzo dello stesso anno da Michel Chapuis; l'organo originario, realizzato da Gonzalez nel 1938 e dalla stessa ditta restaurato e riarmonizzato nel 1952, si trovava sulla cantoria nell'abside ed aveva 12 registri.[19] Il materiale fonico è interamente racchiuso entro la cassa lignea rivestita da lastre di zinco verniciato, opera di Jean Touret; la mostra è asimmetrica ed è composta da canne di Principale disposte in più campi, con le bocche "a mitria" allineate; la consolle è a finestra, si apre al centro del prospetto e dispone di due tastiere e pedaliera.[20] Il sistema di trasmissione è meccanico sia per i manuali e il pedale, sia per i registri;[21] quest'ultimi sono 23, per un totale di 1480 canne, e sono azionati da pomelli su più colonne ai lati delle tastiere.[22] Note
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