Chiesa di Sant'Antonio Abate (Brenzone sul Garda)
La chiesa di Sant'Antonio Abate è una chiesa cattolica situata a Biaza, frazione del comune di Brenzone sul Garda, in provincia di Verona; è sussidiaria della parrocchiale di San Carlo Borromeo di Castelletto, e fa parte della diocesi di Verona[1][2][3]. StoriaAl netto di una tradizione che la vorrebbe cappella di un castello già in epoca altomedievale, non si hanno informazioni sulla costruzione di questa chiesa[1][2][3]. La prima citazione documentale è nel testamento di un tal Giovanni fu Benedetto da Brenzone, del 1421, che riporta anche l'esistenza di un cimitero adiacente[2][3]; l'analisi degli affreschi più antichi permette di retrodatarne ulteriormente l'esistenza forse fino alla seconda metà del Trecento, ma è assai probabile che l'edificio esistesse già in precedenza[1][2][3]. La chiesa è citata come "cappella dipendente dalla parrocchiale" in un atto di Ermolao Barbaro del 1456, e a partire dal Cinquecento venne beneficiata dalla famiglia Brenzone, che ottenne su di essa il diritto di giuspatronato[3]. Il 19 luglio 1806 venne chiusa per le soppressioni napoleoniche e passò al demanio; risulta restituita al culto entro il 1833, data di una visita pastorale di Giuseppe Grasser[1]. DescrizioneEsternoLa chiesa, orientata a est, sorge in cima ad un alto terrapieno all'estremità occidentale dell'abitato di Biaza (o Biasa), antica contrada di Castelletto; la facciata, aperta solo da un oculo in alto, è rivolta verso il lago di Garda e si staglia sopra alla strada sottostante. Il lato meridionale è caratterizzato da una rustica tettoia, aggettante rispetto alla facciata e poggiata a est contro il campanile, che ripara l'unico ingresso alla chiesa e un affresco tre-quattrocentesco raffigurante san Cristoforo. La torre campanaria è a base quadrata, con cella aperta da monofore a tutto sesto e tettuccio a quattro falde in coppi di laterizio[1]. Oltre il campanile si trova l'unica altra apertura della chiesa, una piccola finestrella rettangolare strombata; la facciata settentrionale invece è cieca, così come il retro, da cui sporge solo la sagoma semicircolare dell'abside[1]. InternoL'interno è ad aula unica rettangolare, coperta da un tetto a due falde con capriate e travature lignee a vista e pavimentata con pianelle di cotto disposte a spina di pesce; la parte terminale dell'aula, rialzata su un gradino di pietra calcare a bianco-rosata, è occupata dal presbiterio[1], dove si trova l'unico altare, con pala ottocentesca raffigurante Sant'Antonio Abate in adorazione della Vergine[3]; conclude il tutto una piccola abside semicircolare coperta da catino in muratura[1]. La parete settentrionale è coperta da affreschi frammentari e sovrapposti[1]; uno strato più antico, parzialmente perduto e databile alla metà del Trecento, raffigura un'Ultima Cena, con pane, vino, ma anche gamberi e ciliegie; lo strato più tardo, di fine Quattrocento-inizio Cinquecento, riporta invece lo stemma della famiglia Brenzone e una Madonna con Bambino con un gruppo di devoti ai piedi, nonché i nomi dei probabili committenti, Paolo Brenzone fu Delaido e sua moglie Laurezia; costoro fecero fare anche un monumento funebre, ora perduto, di cui l'affresco era probabilmente a corredo[3]. Note
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