La prima menzione, seppur indiretta, di una chiesa a Mirabello dedicata a San Vincenzo risale al 1192[1]; l'edificio fu menzionato nuovamente nel 1202 e da un documento datato 1299 s'apprende che era filiale della pieve di Mediliano[1]. Nel 1474 la chiesa passò dall'arcidiocesi di Vercelli alla diocesi di Casale Monferrato[1][2]. L'attuale parrocchie parrocchiale venne costruita nel 1562[1][2][3] per interessamento della signora Marina Battezzati[1]; la consacrazione fu impartita nel 1620 dal vescovo di Casale Monferrato Scipione Pascale[1][3]. Nel 1642 la chiesa venne profanata da truppe spagnole che la depredarono e che appiccarono fuoco alla torre campanaria[1][3].
Nel 1671 la parrocchiale fu dotata di un organo con 350 canne realizzato da Andrea Gavinelli[1]. Tra il 1860 e il 1865 l'edificio venne interessato da importanti lavori di restauro, in occasione dei quali furono rifatti il pavimento del presbiterio, l'atrio, la bussola e la cantoria[3]; venne pure realizzato un nuovo organo con 1620 canne, opera di Giacomo e Luigi Lingiardi[3]. Nel 1924 fu ristrutturato l'interno della chiesa, mentre nel 1947 venne rimosso l'intonaco della facciata in modo che essa si presentasse con i mattoni a faccia vista[3]. La parte superiore della parrocchiale fu poi restaurato tra il 2013 e il 2014[3].
Descrizione
La facciata, che è a salienti, è spartita in due registri da una cornice marcapiano[3]; l'ordine inferiore presenta quattro coppie di lesene binate e tre portali[3], quello superiore, al culmine del quale vi è il timpano triangolare, due coppie di lesene binate due coppie di pinnacoli e una serliana cieca caratterizzata da un dipinto il cui soggetto è San Vincenzo[3]. Opere di pregio conservate all'interno, che è a tre navate[1], sono l'altare maggiore, consacrato dal vescovo di Casale Monferrato Giuseppe Luigi Avogadro l'11 giugno 1764[1], gli stalli del coro in legno di noce, la statua raffigurante San Vincenzo, scolpita nel 1876 dal professor Antonini[1], gli affreschi ritraenti Vincenzo e Valerio davanti al giudice Daciano e San Vincenzo in prigione confortato dagli angeli, eseguiti da Eugenio Brunati nel 1863[1], la tela vente come soggetto la Madonna del Rosario, presso la quale vi sono le quindici formelle dei Misteri del Rosario[1], il quadro del Battesimo di Cristo, dipinto da Eugenio Brunati probabilmente nel 1863[1], l'altare della Madonna Ausiliatrice, costruito in marmo di Carrara nel 1872 grazie alla donazione di tale Giuseppe Rogna[1], e la Via Crucis, realizzata nel 1844 dai fratelli Ivaldi[1].