Chiesa di San Vincenzo (Casorzo Monferrato)
La chiesa di San Vincenzo è la parrocchiale di Casorzo Monferrato, in provincia di Asti e diocesi di Casale Monferrato[1]; fa parte della zona pastorale di Santa Lucia. Conserva importanti opere d'arte, come ad esempio due pale seicentesche di Guglielmo Caccia. StoriaLa primitiva chiesa di Casorzo Monferrato era dedicata a San Giorgio e divenne pieve nel 1411[2]; nel frattempo sorse una seconda chiesa, la quale era intitolata a San Vincenzo, anch'essa parrocchiale[2]. Nel 1642 l'edificio subì gravissimi danni provocati dalle truppe spagnole, che il 4 giugno di quell'anno diedero fuoco al campanile e nell'incendio trovò la morte un centinaio di persone[3]; nel 1720 fu commesso un furto all'interno della chiesa da alcuni ladri, che, dopo essere stati catturati, nel 1721 vennero condannati a morte ed impiccati a Casale[3]. Nel 1730 la chiesa di Santa Maria, dal momento che si era rivelata insufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione, venne demolita per far posto alla nuova[3][1]. Nel 1829 l'interno dell'edificio fu oggetto d'un restauro, mentre nel 1860 venne realizzato il pavimento[1]; nel 2000 una scossa di terremoto danneggiò la chiesa, la quale dovette pertanto venir restaurata e poté essere riaperta al culto il 20 gennaio 2002[3]. Nel 2014 il pavimento subì un rifacimento e, con l'occasione, pure la facciata e le coperture furono oggetto di un rimaneggiamento[1]. DescrizioneFacciataLa facciata della chiesa, sulla quale si trova un'iscrizione recitante "COMES POPULUSQUE CASURTII / ILLE SUMPTIBUS HIC DUCTIS A FUNDAMENTIS ERECTUM EXPLEBANT / ANNO MDCCXXXVI"[4], è spartita da una cornice marcapiano in due ordini, entrambi scanditi da paraste[1]; nel registro inferiore si apre il portale d'ingresso, mentre quello superiore, affiancato da due volute di raccordo, è caratterizzato da una finestra, a coronare il tutto è il timpano di forma curvilinea[1]. InternoL'interno si compone d'una sola navata, suddivisa in quattro campate, le cui pareti sono scandite da lesene sopra le quali si diparte la volta a botte[1]. Opere di pregio qui conservate sono le due pale della Madonna del Rosario e dell'Intercessione di San Francesco, eseguite da Guglielmo Caccia verso il 1611[3], le due tele ritraenti l'Immacolata venerata dai Santi Giorgio e Vincenzo Ferreri e Cristo in croce tra la Vergine Addolorata e San Vincenzo, entrambe di fattura settecentesca[3], il quadro raffigurante la Vergine Maria incoronata col Bambino assieme ai Santi Lorenzo e Vincenzo Ferreri, risalente al 1619[3], la statua della Beata Vergine del Rosario, intagliata nel 1736 dalla bottega di Anton Maria Maragliano[3], la tela avente come soggetto la Gloria di San Domenico, realizzata da Giovanni Agostino Ratti nel 1735[3], la statua della Madonna trafitta da sette spade, la tela di Gesù con la croce e i Santi Carlo e Sebastiano, che risale al XVII secolo[3], la settecentesca Via Crucis e la statua ritraente Sant'Antonio da Padova col Bambino[3]. Note
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