Caterina Gonzaga di Montevecchio
Caterina Gonzaga di Montevecchio (Mantova, 1476 – 1525 circa) è stata una contessa vissuta nel Rinascimento. BiografiaFu la figlia naturale di Rodolfo Gonzaga,[1] capostipite del ramo cadetto dei Gonzaga di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino, a sua volta figlio del marchese di Mantova Ludovico II Gonzaga e di Barbara di Brandeburgo. Bellissima, sposò nel 1490 il conte Ottaviano Gabrielli di Montevecchio (?-1510[2])[3][4] e fu molto amica di Lucrezia Borgia, figlia di papa Alessandro VI, raccogliendo di quest'ultima le confidenze più intime per molti anni.[5][6][7][8][9] A proposito della sua eccezionale avvenenza fisica (ricordata anche da Maria Bellonci[10]), Giacomo Dragoni, in una lettera al cardinale Cesare Borgia, scritta da San Lorenzo l'11 luglio 1494, riferiva che, in una competizione tenutasi a Pesaro qualche giorno prima, la bellezza di Caterina Gonzaga era risultata vincitrice persino su quella di Giulia Farnese. Il Dragoni la descrive con il viso regolare, i capelli biondi, gli occhi azzurri, la pelle candida; caratteristiche più apprezzate dai nobili pesaresi rispetto ai tratti mediterranei della bella Farnese. «Gareggiano la Gonzaga e Giulia […]. Giulia perse per bellezza del corpo. Gareggiano per il volto. Il colorito bruno e gli occhi neri e il volto arrotondato e un certo ardore ornano Giulia; il candore della pelle e gli occhi azzurri, nei quali ci si può specchiare come in uno specchio, e una certa avvenenza degna di onore ornano la Gonzaga. Il colorito bruno ebbe la peggio rispetto al candore e l’ardore rispetto all'avvenenza. Gareggiano per gli occhi: giustamente perse Giulia; infatti ha un volto meno regolare di quanto si richieda; né si lasciò irrisolta la gara degli occhi. Infatti il volgo preferisce gli occhi neri e i raffinati gli azzurri. […] Mentre si discuteva delle labbra di ciascuna (c’era chi imputava le labbra di Giulia di una certa asimmetria; c’era chi lo negava e temeva che alle labbra della Gonzaga si dovesse rimproverare un’eccessiva sottigliezza; e c’era chi negava questo con ostinazione), un buffone si mise a ridere e disse: "Di che discutete, se non avete visto tutto?"[11]» In passato era stata avanzata la sua identificazione con quella Caterina Gonzaga che fu amante di Ferrandino d'Aragona e Piero il Fatuo[12], oggi identificata con la cugina Caterina Gonzaga di Novellara, figlia di Giorgio e di Alda Torelli dei conti di Guastalla, in seguito sposa di Girolamo Lion.[13] DiscendenzaCaterina e Ottaviano non ebbero eredi maschi. Alla sua morte (1510), Ottaviano lasciò il feudo di San Lorenzo a Francesco Maria I della Rovere, duca di Urbino[14]. La genealogia gonzaghesca stesa da Pompeo Litta non elenca, tra i figli naturali di Rodolfo Gonzaga, il nome di Caterina.[15][16] Potrebbe dunque trattarsi di Domitilla (Domicilla), nome col quale entrò, assieme alla sorella Angelica, nel monastero dell'Annunziata nel borgo di San Giorgio di Mantova, dopo la morte del marito.[17] RitrattoCaterina Gonzaga di Montevecchio potrebbe essere stata rappresentata da Raffaello Sanzio nella sua opera Dama col liocorno[18][19]. Il liocorno, e precedentemente il piccolo cane tenuto in braccio, avrebbero rappresentato la purezza e la fedeltà coniugale nei confronti del marito Ottaviano. Dopo la morte di questi e l'ingresso in convento, il quadro sarebbe stato ritoccato per attribuire all'effigiata le fattezze di Santa Caterina d'Alessandria, con evidente allusione al suo nome proprio.[20] AscendenzaNote
Bibliografia
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