Castello di Vadstena
Il castello di Vadstena (in svedese: Vadstena slott) è un castello rinascimentale sul lago Vättern nella cittadina svedese di Vadstena (Östergötland, Svezia meridionale), costruito a partire dal 1545 su ordine del re Gustavo I[1][2][3] e completato intorno al 1620[2][3]. Fu residenza reale fino al 1716.[1][2][4] Attualmente ospita l'archivio della provincia (dal 1899).[1] È il castello rinascimentale meglio conservato di tutta la Svezia.[5] UbicazioneIl castello si trova nelle vicinanze del convento di Vadstena.[3] CaratteristicheIl castello si erge sul lago Vättern e le sue mura di cinta misurano 30 metri in larghezza e 3 metri in altezza.[2] L'edificio ospita, nel primo piano, un museo di oggetti antichi.[5] Nel secondo e nel terzo piano, si possono invece ammirare dei mobili del XVI e del XVII secolo.[5] Molte stanze sono tuttavia chiuse al pubblico.[3] StoriaL'ordine di costruire il castello fu dato da re Gustavo I Vasa nel 1544: il castello doveva servire come difesa per eventuali attacchi provenienti dalla Danimarca e dallo Småland e "sostituì", di fatto, quello preesistente del XIII secolo, trasformato in convento nel 1370 da Santa Brigida (1303 - 1373), alla quale il castello era stato donato nel 1346 da re Magnus Eriksson[1]. I lavori di costruzione, in particolar modo di tre edifici, iniziarono l'anno seguente. Cinque anni dopo, Gustavo I Vasa decise di trasformare il castello in residenza reale per suo figlio più giovane, il duca Magnus[2], che vi sarebbe andato ad abitare dopo la morte del padre[1] Lo stesso Gustavo celebrò nel castello il suo terzo matrimonio nel 1552.[1] Il castello venne quindi ampliato da Johan III[2][6], un altro figlio di Gustavo, con l'aiuto di Arendt de Roy, un architetto fortemente influenzato dallo stile di Andrea Palladio.[2] Intorno al 1620, si poterono considerare conclusi i lavori di costruzione. A partire dal 1716, il castello terminò la sua funzione di residenza reale.[1][2][4]. Nel XIX secolo, venne abbattuto il muro di cinta, rimpiazzato da un porticciolo.[1][6] Nel frattempo l'edificio stava cadendo in degrado[1], finché, nel 1899, vi venne trasferito l'archivio provinciale.[1] Nel 1997, ebbe luogo un'opera di restauro.[2] Punti d'interesse
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