Carlo PanaroCarlo Panaro (La Spezia, 8 dicembre 1962) è un fumettista italiano. Ha scritto oltre 1300 storie principalmente per il settimanale Topolino.[1][2] È stato definito da Romano Scarpa uno dei migliori autori degli anni novanta.[3] BiografiaDopo aver completato gli studi superiori diplomandosi in ragioneria, esordì come autore di storie a fumetti sul settimanale Topolino nel 1985 con la storia "Zio Paperone e il cibo del futuro", alla quale ne seguirono molte altre, spesso incentrate sul personaggio di Topolino.[3][1] Dalla fine degli anni novanta ai primi anni duemila collabora anche con altri editori scrivendo storie a fumetti anche per Il Giornalino oltre a storie promozionali come la serie Prezzemolo, mascotte di Gardaland. Insieme a Luciano Gatto nel 2008 crea un universo immaginario costituito da varie serie a fumetti per un pubblico infantile come "Il Mondo di Geo", "Marineland", "L'allegro West", "Visitors", "Amici" e "Desi & Deri".[1][4] Questi personaggi hanno un loro sito, www.geoandcompany.it dove sono disponibili divertenti fumetti da leggere, materiale didattico/creativo, giochi, disegni da colorare, filastrocche. All'inizio della sua produzione (a partire dalla sua storia di esordio Topolino e il mistero ortofrutticolo del 1986) Panaro si specializza in storie di ampio respiro aventi per protagonista soprattutto Topolino, quali Topolino e il fantastico mondo di Tagoras (1986), Zio Paperone e l'inno di Natale (1986), Paperino e la sorgente rigenerante (1989), Paperinik e il tempio indiano (1990), Topolino e la canzone di Nerone (1990), Topolino e il segreto degli Etruschi (1992), Topolino e l'operazione caos (1993), Topolino e l'artista vagabondo (1994), Chi ha rubato Topolino 2000? (1994), Topolino e l'uomo dei sogni (1996). A partire dai primi anni 2000, quando Topolino passa a sette storie, Panaro viene incaricato di sviluppare principalmente trame brevi. Nascono così avventure che mostrano Paperi e Topi a confronto con la vita quotidiana, alle prese con equivoci, o commissioni "impossibili". Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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