Carlo Ilarione Petitti di Roreto nacque a Torino il 21 ottobre 1790, figlio del conte Giuseppe Antonio Petitti di Roreto (1729-1795) e della nobile Innocenza Gabriella Ferrero Ponziglione di Borgo d'Ales (1767-1797).
Ricordato da Metternich accanto a Vincenzo Gioberti, a Massimo d'Azeglio e a Cesare Balbo tra i più eminenti liberali del Piemonte di allora, fu tra gli intellettuali di riferimento della cultura e della politica risorgimentale della prima metà del XIX secolo, «uno dei pochi che emerga non tanto per i titoli aristocratici o per l'attività politica, che invero non fu di secondo piano, ma soprattutto per la sua opera di studioso, di economista, di commentatore e giornalista, di sociologo» (Gian Mario Bravo), così da essere considerato da molti il maggior ispiratore delle riforme carlo-albertine.
Notevole interesse suscitò negli ambienti politici, italiani e stranieri, l'uscita del suo saggio sulla convenienza della costruzione delle strade ferrate (1845).
Nel 1848 fu nominato Senatore del Regno di Sardegna.
Morì a Torino il 10 aprile 1850, all'età di 59 anni, in seguito ad una dolorosa malattia, la podagra, che lo affliggeva da anni.
Opere
Saggio sul buon governo della mendicità, degli istituti di beneficenza e delle carceri, Bocca, Torino, 1837.
Camillo Cavour, Des chemins de fer en Italie par le comte Petitti, conseiller d'Etat du Royaume de Sardaigne, Revue Nouvelle, Parigi, Tom. VIII, 1º maggio 1846;
Pasquale Stanislao Mancini, Notizia della vita e degli studi di Carlo Ilarione Petitti, introduzione all'opera postuma di C.I. Petitti, «Del giuoco del lotto», Torino, 1850;
Vittorio Bersezio, Il regno di Vittorio Emanuele II. Trent'anni di vita italiana, Roux, Torino, 1878, libro I;
Arturo Codignola, Dagli albori della libertà al proclama di Moncalieri (Lettere del Conte Ilarione Petitti di Roreto a Michele Erede dal marzo 1846 all'Aprile del 1850), in «Biblioteca di Storia Italiana Recente» (1800-1870), Torino, 1907-1932, Vol. XIII;
Mario Battistini, Documenti italiani nel Belgio. La corrispondenza del conte Ilarione Petitti di Roreto con Adolfo Quetelet, in «Rassegna Storica del Risorgimento», Roma, 1936, Fascicolo VIII;
Adolfo Colombo, Lettere di I. Petitti di Roreto a Vincenzo Gioberti (1841-1850), in «Carteggi di Vincenzo Gioberti», Regio Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Roma, 1936;
Adolfo Colombo, Gli albori del Regno di Vittorio Emanuele II secondo nuovi documenti, in «Rassegna Storica del Risorgimento», Roma, 1936, Fascicolo X e Fascicolo XI;
Gian Mario Bravo, Profilo intellettuale e politico di Carlo Ilarione Petitti di Roreto (1790-1850), in «Annali della Fondazione Luigi Einaudi», Torino 1968;
Gian Mario Bravo, Nota Critica, in «Carlo Ilarione Petitti di Roreto, Opere Scelte», Fondazione Luigi Einaudi, Torino, 1969;
Anna Capelli, La buona compagnia. Utopia e realtà carceraria nell'Italia del Risorgimento, Franco Angeli, Milano, 1988;
Paola Casana Testore, Introduzione, in «Carlo Ilarione Petitti di Roreto, Lettere a L. Nomis di Cossilla ed a K. Mittermaier», Centro Studi Piemontesi, Torino, 1989;
Anna Capelli, Il carcere degli intellettuali. Lettere di italiani a Karl Mittermaier (1835-1865), Franco Angeli, Milano, 1993;
Giuseppe Crosa, Un intendente scomodo: C.I. Petitti di Roreto, in «Asti nel sette-ottocento», Gribaudo Editore, Cavallermaggiore, 1993.