Canto dei Carnesecchi

Il Canto del Centauro in un dipinto di Fabio Borbottoni (1820-1902)
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàFirenze
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Il Canto dei Carnesecchi si trovava a Firenze ed era formato dal quadrivio composto da via Rondinelli, via Cerretani, via Panzani, via dei Banchi. Letteralmente canto significa "angolo", cioè incrocio in questo caso.

Nel XVI secolo il quadrivio si chiamava così perché qui si trovavano le case di questa famiglia. Nel quadrivio venne collocato, nel 1599, il gruppo di Ercole e il centauro Nesso del Giambologna, spostato poi poco prima della metà dell'Ottocento nell'attuale collocazione di piazza della Signoria, sotto la loggia dei Lanzi. La decorazione di questo angolo di Firenze si deve al fatto che si trattava del percorso attraversato dai rondò delle carrozze, che provenivano dalla residenza granducale di palazzo Pitti e che poi tramite via Maggio, il ponte Santa Trinita, via de' Tornabuoni e via de' Rondinelli arrivavano a via de' Cerretani per dirigersi verso il Duomo.

Da questo angolo prendeva nome il palazzo delle Cento Finestre, già detto del Centauro.

Nel canto ai Carnesecchi era collocato il tabernacolo opera di Domenico Veneziano, ora alla National Gallery di Londra, che viene datato 1440-1444 e che viene attribuito[1] alla committenza di Bernardo Carnesecchi[2][3].

In questa zona si riuniva la Compagnia di San Giuseppe dei Legnaiuoli.

Note

  1. ^ l'attribuzione è di Gordon della National Gallery di Londra
  2. ^ "Ma per dire alcuna cosa di Domenico, prima che venghiamo all'opera della cappella, avanti che venisse a Firenze, egli aveva nella sagrestia di Santa Maria di Loreto, in compagnia di Piero della Francesca, dipinto alcune cose con molta grazia, che l'avevano fatto per fama, oltre quello che aveva fatto in altri luoghi, come in Perugia una camera in casa de' Baglioni, che oggi è rovinata, conoscere in Fiorenza. Dove essendo poi chiamato, prima che altro facesse, dipinse in sul canto de' Carnesecchi, nell'angolo delle due vie che vanno l'una alla nuova, l'altra alla vecchia piazza di Santa Maria Novella, in un tabernacolo a fresco una Nostra Donna in mezzo d'alcuni santi. La qual cosa, perché piacque e molto fu lodata dai cittadini e dagl'artefici di que' tempi", Vasari, Le vite, Vita di Domenico Veneziano.
  3. ^ Hugh Hudson, Paolo Uccello, Artist of the Florentine Renaissance Republic, 2008.

Bibliografia

  • Francesco Lumachi Firenze, nuova guida illustrata, storica, artistica, anerdottica della città e dintorni Firenze, Società Editrice Fiorentina 1929

Voci correlate

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