Cantavieja
Cantavieja è un comune spagnolo di 758 abitanti situato nella comunità autonoma dell'Aragona. Il comune è il capoluogo della comarca del Maestrazgo. StoriaSecondo la leggenda, Cantavieja venne fondata da Amilcare Barca, che la chiamò Cartago Vetus.[1] PreistoriaLa presenza umana nel territorio di Cantavieja è molto antica, come dimostrano vari ritrovamenti archeologici: siti importanti sono la Cueva de los Toros, con testimonianze del Paleolitico e dell'Età del rame, ed El Castellar di epoca iberica. Nel Cerradico de Casa Granja e La Masía del Tosco si trovano incisioni rupestri. Medio EvoDurante il Medio Evo, Cantavieja fu un'enclave araba fino alla conquista cristiana del 1169 da parte di Alfonso II d'Aragona e inizialmente fu concessa all'Ordine del Santo Redentore. Già nel 1197 era istituita una commenda, essendo primo commendatore Miguel de Luna.[1] Nel Basso Medioevo, il 29 novembre del 1212, fu ceduta da Pietro II di Aragona ai Cavalieri templari e nell'aprile del 1225 ricevette la Carta de población[2] dalle mani del maestro provinciale, Folch de Montpesat.[3] Il 10 giugno 1317 i Cavalieri di Malta, dopo lo scioglimento dell'Ordine templare, presero possesso della encomienda di Cantavieja che comprendeva, oltre a Cantavieja, anche Mirambel, La Iglesuela del Cid, Villarluengo, La Cañada, La Cuba e Tronchón.[4] Era moderna e contemporaneaIl commercio della lana e l'allevamento permisero a Cantavieja di prosperare economicamente durante il XVIII secolo. Sono di questo periodo alcuni dei principali edifici che tuttora si conservano, come la chiesetta di Loreto (1700) e l'Ospedale di San Rocco (1775). Contemporaneamente, nel 1745, si ampliò la chiesa parrocchiale dell'Assunzione. La città continuò a dipendere dai Cavalieri di Malta fino al XIX secolo, quando, con le desamortizaciones vennero creati i comuni. Cantavieja si costituì come comune nel 1834, formando parte del partido judicial di Castellote, per passare nel 1965 a quello di Alcañiz.[4] Guerre carlisteCantavieja fu una zona cruciale durante le guerre carliste. Inizialmente le autorità di Cantavieja avevano resistito alle pretese dei Carlisti, ma coscienti della loro debolezza — poiché il governo poteva fare molto poco per difenderli —, adottarono una posizione più pragmatica che riduceva i rischi di una guerra e nell'aprile del 1836, durante il primo di questi conflitti, il generale Ramón Cabrera (1806–1877), la scelse come sede del Comando Generale del Maestrazgo. Furono così realizzati lavori di miglioramento delle fortificazioni, vennero creati un'accademia militare per la formazione degli ufficiali, due ospedali e una fonderia da cui uscirono i primi due cannoni per l'esercito carlista.[5] Approfittando dell'assenza di Cabrera e di altri capi ribelli, il generale Evaristo Fernández de San Miguel (1785–1862), fedele a Maria Cristina di Borbone, mise sotto assedio la città nell'ottobre del 1836 e la conquistò trovando scarsa resistenza. La riconquista di Cantavieja diventò un obiettivo fondamentale per i Carlisti. Dell'operazione fu incaricato Juan Cabañero (1800–1850), che riuscì ad impadronirsene nell'aprile del 1837. Da quel momento crebbe la sua importanza: vennero aperte una tipografia, laboratori di sartoria e fabbriche di polvere da sparo e si tornò a pubblicare un giornale chiamato Boletín del Ejército Real de Aragón, Valencia y Murcia.[6] Il 24 luglio dello stesso anno, Carlo Maria Isidoro di Borbone visitò Cantavieja, venendo ricevuto con tutti gli onori. Il 7 marzo 1838, fecero il loro ingresso le truppe carliste che, al comando di Cabañero, erano state sconfitte nel tentativo di occupare Saragozza, fatto posteriormente conosciuto come cincomarzada.[7] Il patto stipulato il 31 agosto 1839 tra Baldomero Espartero e Rafael Maroto che mise fine alla prima guerra carlista nel nord della Spagna, permise al governo di destinare le risorse alla guerra nel Maestrazgo. In questo modo, una volta prese Castellote e Aliaga, le truppe liberali si mossero verso Cantavieja. Il comandante militare della città ricevette da Cabrera l'ordine di abbandonarla, dopo aver bruciato magazzini e infrastrutture e fatto esplodere le riserve di polvere da sparo del castello. Cantavieja alla fine venne occupata dalle truppe governative l'11 maggio 1840.[5] Pascual Madoz, nel suo Diccionario geográfico-estadístico-histórico de España del 1845, riferisce che Cantavieja contava all'epoca 254 case, distribuite su due piazze principali e varie vie lastricate; solo 154 di queste case erano abitate mentre le altre si trovavano abbandonate per essere andate a fuoco durante il conflitto carlista.[8] Anni dopo, durante la seconda guerra carlista, Cantavieja tornò ad essere il centro di comando dell'esercito carlista aragonese alle dipendenze del generale Manuel Marco (1810–1885), meglio conosciuto come Marco de Bello. Agli inizi dell'insurrezione del 1872, questi fu sconfitto e ferito in uno scontro presso Cantavieja il 24 aprile. L'esercito liberale, al comando del generale Eulogio Despujol (1834–1907), cercò senza successo di occupare la città nell'aprile del 1874. Da quel momento, la tattica dei governativi consistette in azioni finalizzate ad interrompere l'approvvigionamento di viveri alla città. L'assedio definitivo a Cantavieja — ultimo ostacolo per terminare la guerra — cominciò nel 1875. Dopo una tenace resistenza da parte dei difensori, il 6 luglio cadde prigioniera tutta la guarnigione, concludendo con questo episodio l'ultima delle guerre carliste. XX secoloNel XX secolo, Cantavieja e l'area del Maestrazgo furono teatro della guerra civile spagnola e delle azioni della guerriglia antifranchista. Simboli«Stemma: scudo spagnolo d'argento, alla torre di due palchi al naturale, fondata su una terrazza di verde, sostenuta da due leoni affrontati, cimata dalla figura di una donna anziana di profilo che suona un tamburo, fissante il cantone destro del capo, il tutto al naturale.[9]» Monumenti e luoghi d'interesseIl centro storico di Cantavieja ha una struttura medievale ed è stato dichiarato Conjunto Histórico nel 1981. Nel 2014, Cantavieja è entrata a far parte della «Associazione dei paesi più belli di Spagna».[10] Notevole la piazza porticata, dedicata a Cristo Re, dove si affacciano la chiesa principale e il municipio. Edifici religiosi
Edifici civili
Note
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