Campo di lavoro di Kailis

Il campo di lavoro di Kailis (kailis in lituano significa pelliccia) fu un campo di lavoro nazista per ebrei, istituito a Vilnius durante la seconda guerra mondiale sul sito di una fabbrica di pellicce e pellame per produrre principalmente l'abbigliamento invernale per l'esercito tedesco.

Al suo apice il campo ospitò circa 1.500 ebrei, fu liquidato nel settembre 1943 dopo il ghetto di Vilnius e i suoi operai giustiziati a Ponary il 3 luglio 1944, appena dieci giorni prima che l'Armata Rossa liberasse la città.

Istituzione

Esistevano diversi laboratori e fabbriche di pelli e pellicce a Vilnius, la maggior parte dei quali di proprietà di ebrei. Dopo l'occupazione sovietica nel giugno 1940, le imprese private furono nazionalizzate: le tre fabbriche Furs, Nutria,[2] e Ursus furono consolidate e fuse in un unico complesso.[3] Una fabbrica era situata dietro il municipio di Vilnius.[6] Quasi immediatamente dopo l'invasione tedesca della Russia del giugno 1941, la fabbrica ricevette l'ordine di produrre l'abbigliamento invernale necessario alla Wehrmacht.[7] Il direttore adottò le misure per proteggere gli operai, per lo più ebrei, dalle atrocità commesse nel ghetto di Vilnius e nel massacro di Ponary: ad esempio, il 9 settembre, chiese e ottenne dall'amministrazione tedesca di riservare quattro case per i lavoratori all'interno del ghetto.[7]

Il 5 ottobre 1941 la fabbrica fu trasferita nei locali più grandi della Elektrit, una fabbrica evacuata di ricevitori radio.[9] Il trasloco fu organizzato da Oscar Glik, un ebreo austriaco che riuscì ad ottenere i documenti della Volksdeutsche e in seguito, di fatto, divenne il direttore della fabbrica stessa.[10] All'epoca la fabbrica contò 448 operai, i quali vivevano insieme agli altri membri della famiglia per un totale di circa 800-1.000 persone, in due grandi edifici presso il sito della fabbrica.[11][7] Fu un luogo relativamente sicuro; i lavoratori furono tra i primi a ricevere i permessi di lavoro (noti come Schein gialli) che li proteggevano dalle cosiddette Aktions, cioè i rastrellamenti per le esecuzioni a Ponary,[10] per questo motivo gli abitanti del ghetto considerarono i lavoratori di Kailis come "privilegiati".[12]

Il "periodo tranquillo"

Una giacca di pelliccia in miniatura prodotta a Kailis

Il 18 gennaio 1942 la fabbrica subì un grave incendio.[10] La causa non fu del tutto chiara: secondo Abraham Sutzkever, fu un'azione di sabotaggio da parte del Fareynikte Partizaner Organizatsye (FPO), mentre Isaak Kowalski affermò che fu un incidente.[7] Durante le indagini, i tedeschi scoprirono che Glik era un ebreo e lo giustiziarono insieme a sua moglie.[10]

Nel maggio 1942, i tedeschi condussero un censimento nel Generalbezirk Litauen del Reichskommissariat Ostland. Il censimento contò 1.016 persone di 348 famiglie a Kailis.[7] Il 1942 fu il "periodo tranquillo" che fornì l'opportunità di stabilire una certa vita culturale nel campo: gli ebrei crearono una scuola per bambini, una piccola biblioteca e delle gare sportive oltre ad avere la sua polizia e una clinica ebraica.[7]

Liquidazione

Nell'agosto-settembre 1943, il ghetto di Vilnius fu liquidato e in città rimasero solo i campi di lavoro forzato Kailis e HKP 562.[7][13] La popolazione di Kailis aumentò e molti ebrei usarono il campo come rifugio temporaneo prima di trovare un nascondiglio migliore o di unirsi ai partigiani ebrei nelle foreste. Secondo Yitzhak Arad, circa 600 ebrei passarono per il campo.[12]

Il 15 ottobre, Bruno Kittel condusse un'accurata ispezione del campo e giustiziò circa 30 ebrei che non poterono giustificare la loro presenza nel campo. Le ispezioni furono effettuate ancora un paio di volte.[10] A novembre, a Kailis arrivò il nuovo comandante Richter, appartenente alle SS. Aumentò il controllo nel campo e fece compilare un elenco dei residenti contando circa 1.350 nomi, anche se altri 100 circa ebbero troppa paura di registrarsi.[7]

Il 27 marzo 1944, i maschi del campo di età inferiore ai 16 anni furono radunati in un'operazione comandata da Martin Weiss. Furono portati alla stazione dei treni; il loro ulteriore destino non è noto.[10] Senza prove concrete della loro sorte, si sparsero varie voci. Nel Libro nero fu pubblicata una testimonianza secondo cui furono portati a Cracovia, dove furono usati come donatori di sangue e pelle per i soldati tedeschi feriti.[14]

Il 20 aprile, 80 lavoratori di Kailis furono portati a Ponary per riesumare e bruciare i cadaveri secondo la Sonderaktion 1005. Il 3 luglio 1944, i restanti lavoratori di Kailis furono radunati, trasportati a Ponary e quindi giustiziati. In totale, quel giorno a Ponary furono giustiziati circa 2.000-2.500 ebrei provenienti da vari campi.[10]

Note

  1. ^ (LT) Istorija, su kailiai.lt, AB "Vilniaus kailiai", 2010 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2003).
  2. ^ Nutria si trovava nel distretto di Paupys.[1]
  3. ^ Žiugžda, p. 130.
  4. ^ (LT) Dėl adresų (Panevėžio g. 14/a. Jaroševičiaus g. 22 ir kt.) keitimo Vilniaus miesto savivaldybėje, Naujininkų seniūnijoje. Įsakymas Nr. A30-120, su vilnius.lt, Vilnius City Municipality, 25 January 2011. URL consultato il 1º July 2017.
  5. ^ (RU) Shevelev Igor, vilnius.skynet.lt, 2007, https://web.archive.org/web/20080504154811/http://www.vilnius.skynet.lt/ulicy_vilniusa.html. URL consultato il 1º July 2017 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2008).
  6. ^ L'edificio si trova all'angolo tra via Didžioji e via Etmonų. Prima del 2011, aveva un doppio indirizzo via Didžioji 29 e via Etmonų 1.[4] In Polish, the street was known as ulica Hetmańska.[5]
  7. ^ a b c d e f g h i j k Guzenberg
  8. ^ (LT) Dalius Regelskis, Slaptos T. Ševčenkos loftų istorijos, su manonamai.lt, Mano namai, 3 March 2015. URL consultato il 1º July 2017.
  9. ^ Elektrit si trovava nell'attuale via Ševčenkos. Nel 1941, era via Mortos Mindaugienės.[7] In precedenza era dedicata al Generale Stanisław Szeptycki.[8]
  10. ^ a b c d e f g Bubnys, pp. 41–42.
  11. ^ I due edifici erano in via M. Mindaugienės 7/8 e via M. Mindaugienės 15.[7]
  12. ^ a b Arad, pp. 158, 443.
  13. ^ Il primo contava circa 70 ebrei che lavoravano in un ospedale militare a Antakalnis e il secondo circa 60 ebrei che lavoravano per la Gestapo.[7]
  14. ^ Ehrenburg, Grossman, p. 257.

Bibliografia

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