Bruno Mussolini
Bruno Mussolini (Milano, 22 aprile 1918 – Pisa, 7 agosto 1941) è stato un aviatore italiano. Figlio terzogenito di Benito Mussolini e di Rachele Guidi, fu ufficiale della Regia Aeronautica, insignito della medaglia d'oro al Valore Aeronautico e tre volte della medaglia d'argento al Valor Militare. Grande appassionato di aerei, a Bologna ebbe come compagno di studi Federico Cozzolino, con cui divise passione e lavoro nella Regia Aeronautica. A 17 anni fu il pilota militare più giovane d'Italia. Fu anche uno dei dirigenti della compagnia aerea Ala Littoria e l'ideatore della LATI, Linee Aeree Transcontinentali Italiane, che coprivano la tratta Italia-Brasile. BiografiaI primi anni e la Campagna d'AbissiniaIl 27 maggio 1935 Bruno è pilota aviatore all'Aeroporto di Centocelle. Nel 1936, durante la guerra d'Etiopia, venne assegnato, assieme al fratello Vittorio, alla 14ª Squadriglia Quia sum leo, conosciuta anche come Testa di leone. In questa campagna gli venne conferita una Medaglia d'Argento al valor militare.[1] Nell'agosto 1937 partecipò insieme ad Attilio Biseo, con uno dei Savoia-Marchetti S.M.79, alla corsa aerea Istres-Damasco-Parigi. Il suo aereo concluse la gara al terzo posto, dopo un atterraggio di fortuna all'aeroporto di Cameri.[2] Sempre con questa squadriglia, nel gennaio 1938 partecipò alla trasvolata Italia-Brasile. Sempre assieme ad Attilio Biseo, nel 1937 migliorò il primato di velocità sui mille chilometri, con carico di due tonnellate, ottenendo i 430 km/h. In questo frangente nacque la 205ª squadriglia da bombardamento dei Sorci Verdi, proprio da una battuta di Bruno Mussolini: ai presenti che criticavano gli S.M.79 ribatté, infatti: “Storcete pure il naso. Quando gli S.79 cominceranno a volare, vi faremo vedere i sorci verdi”.[2] La guerra di Spagna e il duello aereo con DickinsonVolontario in Spagna dal settembre 1937 al maggio 1938, Bruno Mussolini lanciò subito una pubblica sfida via radio ai piloti delle formazioni volontarie repubblicane, le Forze aeree della Repubblica spagnola, che venne raccolta dal pilota statunitense Derek D. Dickinson, della formazione delle “Ali Rosse” (Alas Rojas). Il 27 settembre, i due piloti partirono rispettivamente da Palma di Maiorca (Bruno Mussolini, su un Fiat G.50)[3] e da Castellón de la Plana (Derek Dickinson su Polikarpov I-16).[4] Assieme a loro volavano due ricognitori, a fare da padrini al duello. La quota prescelta erano i 1.000 metri. Inizialmente inquadrato dalle mitragliatrici di Mussolini, Dickinson fu ferito ad una mano e non poté sventolare la sciarpa bianca di resa. Con una disperata manovra riuscì a portarsi sopra l'aereo di Mussolini e ad inquadrarlo a sua volta con le mitragliatrici. A questo punto il pilota italiano agitò la sciarpa, avendo il suo motore in panne. Al rientro, il caccia di Dickinson aveva ricevuto 326 colpi e il suo pilota era ferito ad una mano, mentre l'apparecchio di Mussolini dovette atterrare in planata, poiché piantato in asso dal motore. Il duello ebbe grandissima eco nella stampa di tutto il mondo.[5][6] Alcuni autori hanno però evidenziato alcune circostanze che metterebbero seriamente in dubbio l'esistenza stessa del duello. In primo luogo, Bruno Mussolini non era un pilota da caccia, ma da bombardamento, con all'attivo 27 missioni a bordo di Savoia-Marchetti S.M.79 in tutta la guerra. Secondariamente, il Fiat G.50 non vide i reparti da caccia operativi della Regia Aeronautica fino al 1938 e raggiunse la Spagna non prima del Gennaio 1939 in una dozzina di esemplari, che peraltro non poterono adeguatamente essere valutati perché non parteciparono ad alcuna azione di combattimento: all'epoca del supposto duello ne risultavano costruiti solo due prototipi. In ultimo, il testimone principale del duello da parte repubblicana sarebbe stato Augustin Sanz Sainz, Sottosegretario dell'Aria spagnolo e comandante della base di Alcalá de Henares: egli, tuttavia, all'epoca del duello era già morto da sei mesi, rimasto ucciso durante un bombardamento aereo nel marzo del 1937.[7] Durante la guerra di Spagna, Bruno Mussolini fu decorato di una seconda medaglia d'argento. I voli agonistici e da primatoBruno Mussolini prese parte ai seguenti voli da record:
Fece parte anche dell'equipaggio del velivolo S.79CS I-BIMU (Biseo/Mussolini), che si classificò terzo nella corsa Istres-Damasco-Parigi (20/21 agosto 1937), e del velivolo S.79T I-BRUN (Mussolini/Mancinelli), che partecipò alla trasvolata atlantica Guidonia-Dakar-Rio de Janeiro (24 gennaio 1938). Nel 1939, Bruno Mussolini era stato nominato Presidente della Federazione Pugilistica Italiana. Alla sua morte, la carica passò al fratello Vittorio. L'attività per la LATIDopo quattordici mesi di lavoro preparatorio della direzione Sperimentale, la compagnia Linee Aeree Transcontinentali Italiane[8] (LATI) viene ufficialmente costituita l'11 settembre 1939[9] con lo scopo di inaugurare un collegamento diretto tra l'Italia e il Brasile.[8] Il 3 ottobre dello stesso anno iniziarono i voli sperimentali per raggiungere l'isola del Sale,[9] posta nell'arcipelago di Capo Verde.[9] Uno di questi voli venne compiuto direttamente dal direttore generale della LATI Bruno Mussolini[9] a bordo di un velivolo Savoia-Marchetti S.M.83 (matricola I-AZUR), con equipaggio formato dai comandanti Gori Castellani e Amedeo Paradisi, e dagli specialisti Boveri e Trezzini.[9] L'aereo decollò da Guidonia alle 7:45 dell'11 novembre. Il velivolo atterrò a Siviglia in giornata dopo un volo di 1.580 km. Il viaggio proseguì il 13 novembre fino a Capo Juby, nel Río de Oro (1.667 km percorsi in 4 ore) dove fu attentamente esaminato l'aeroporto militare ivi presente, da impiegare in caso di eventuale emergenza, e dopo altre due ore di volo (587 km) l'aereo giunse a Villa Cisneros. Il 14 novembre il viaggio riprese alle 8:30 con arrivo all'isola del Sale alle ore 12:00 dopo aver sorvolato per 1.080 km l'Oceano Atlantico, raggiungendo a tappe l'isola del Sale il 14 novembre.[10] Nella seconda guerra mondialeAllo scoppio della seconda guerra mondiale fu assegnato al 47º Stormo Bombardamento Terrestre di Grottaglie (TA), e Il 1º giugno 1941, trasferito a Pisa, gli fu assegnato il comando della 274ª Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio (BGR), inquadrata all'interno del 46º Stormo con sede a Pisa. A questa squadriglia erano stati assegnati i nuovi bombardieri quadrimotori Piaggio P.108B. La morteDue mesi dopo, il 7 agosto 1941, proprio su uno di questi velivoli, all'età di soli 23 anni, perse la vita. I motori del suo aereo, mentre era in fase di atterraggio durante un volo di prova, subirono un brusco calo di potenza. Non riuscendo a riprendere quota, l'aereo si schiantò poco dopo, finendo la sua corsa in un campo di granoturco nella zona della attuale Via Puglia (vedi foto descrittive a lato). Nell'incidente persero la vita anche il tenente pilota Francesco Vitalini Sacconi e il maresciallo motorista Angelo Trezzini.[11] La salma di Bruno Mussolini fu trasportata da Pisa a Predappio con un treno speciale, tra due ali di folla ininterrotta ad ogni stazione attraversata, che salutava con il braccio teso, e alla presenza di alcuni ufficiali della RAF prigionieri, che vollero rendere omaggio al nemico caduto. Secondo Vittorio Mussolini, il saluto di massa alla salma di Bruno fu l'ultimo episodio in cui il popolo italiano si strinse attorno al proprio capo.[12] In memoria di Bruno, davanti al Palazzo dell'ex collegio aeronautico, progettato dall'Arch. Ing. Cesare Valle a Forlì, in Piazzale della Vittoria, venne innalzata una statua di Icaro, opera dello scultore Francesco Saverio Palozzi. Il suo Reparto, la 274ª Squadriglia da Bombardamento, fu intitolata Bruno Mussolini. La squadra di pallacanestro capitolina, in sua memoria, fu denominata “Bruno Mussolini Roma”[13]. È sepolto davanti al padre nella cripta di famiglia nel cimitero di Predappio. Mussolini, in seguito alla morte del figlio, subì un duro colpo: in poche settimane[14] scrisse il libro intitolato Parlo con Bruno. Senz'altro, la morte del figlio impresse una svolta nella psicologia del Duce.[15][16] Bruno lasciò la moglie Gina Ruberti (che morì in circostanze mai completamente chiarite nel 1946, annegata mentre faceva una gita in motoscafo sul lago di Como con un'amica e due ufficiali inglesi), e la figlia Marina, di appena un anno e cinque mesi. Onorificenze«Aviatore di tre guerre, già volontario in Africa e Spagna, trasvolatore di deserti e oceani, più volte consacrato dall'eroismo della breve parentesi di una giovinezza audace, materiata di fede e di amore, di passioni e battaglie. È caduto al posto di combattimento con negli occhi la gioia dell'ardire, mentre effettuava un volo di prova di un nuovo apparecchio da bombardamento a grande raggio; una delle più recenti conquiste per le nuove battaglie e per le nuove vittorie; come sanno fare solo i pionieri e gli eroi. Volendo dare maggiori glorie all'ala di guerra della Patria, le ha dato la vita. Cielo di Pisa, 7 agosto 1941.»
— Regio Decreto 14 settembre 1941.[17][18] «Più giovane pilota di aeroplano da bombardamento, volontario nell'Africa Orientale, partecipava con sereno ardimento dall'inizio delle ostilità a numerose missioni di guerra per un complesso di circa 110 ore di volo sul nemico. Costretto sovente dalla natura del terreno e dalle circostanze a navigare a bassa quota e ad esporsi alla violenta reazione avversaria che colpiva 18 volte l'apparecchio, portava sempre a termine la missione affidatagli. Il 28 dicembre rientrava da una importante azione di bombardamento sui guadi del Tacazzè con l'alettone destro squarciato e sconnesso da un proiettile esplosivo di contraereo. Cielo dell'Endertà-Tambien-Semien, 3 ottobre 1935-3 marzo 1936 XIV.[19]»
«Capo equipaggio di un apparecchio da bombardamento veloce, volontario in una missione di guerra combattuta per un supremo ideale, affrontava con entusiasmo le più ardue prove e le superava coraggiosamente. Sempre pronto ai più nobili cimenti, partecipava a numerose azioni di guerra incurante della violenta reazione nemica. Chiaro esempio di elette virtù militari. Cielo di Spagna, 26 ottobre 1937 XV.[19]»
«Comandante di una squadriglia da bombardamento, eseguiva, alla testa del suo reparto, numerose operazioni belliche, superando, con fermezza e con alto spirito combattivo, tutte le difficoltà imposte dalle avverse condizioni atmosferiche e dalla vivace reazione nemica. Con la sua condotta ardita e coraggiosa, ispirata da nobili sentimenti del dovere, era sempre di esempio ai suoi equipaggi ai quali sapeva infondere l'entusiasmo e la fiducia necessari a condurre a termine ogni più audace impresa. Cielo del Mediterraneo e della Grecia - agosto 1940 XVIII-Novembre 1940 XIX.[19]»
Note
Bibliografia
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