Bruno Malaguti
Bruno Malaguti (Finale Emilia, 5 dicembre 1887 – Roma, 2 dicembre 1945) è stato un generale italiano. BiografiaDopo gli studi all'Accademia Militare di Modena (1909) partecipò alla prima guerra mondiale con il grado di sotto tenente in forza nel 5º Reggimento Bersaglieri sul Col di Lana, 1915 – 17, poi al comando di reparti aggregati in Francia sul fiume Mosa, nella regione delle Argonne, dove nel novembre 1918 i francesi riconquistarono territorio fermando definitivamente le truppe germaniche. Più volte ferito e promosso per meriti fu assegnato, a guerra finita, alla Commissione Interalleata in Germania con funzioni di controllo e collegamento. Nell'aprile 1928 venne promosso tenente colonnello e nel 1934 assunse il comando del 6º Reggimento Bersaglieri fino all'incarico di Sottocapo di Stato Maggiore di Corpo d'Armata nel 1937. Generale di Brigata, nel maggio 1940 fu inviato in Africa Settentrionale e poi nominato Sottocapo di Stato Maggiore. Generale di Divisione e Capo di Stato Maggiore nella campagna di Russia, dal 10 luglio 1942 alle dipendenze del gen. Italo Gariboldi fu alla testa dell'8ª Armata del Fronte Orientale comandata dal gen. Adalberto di Savoia. L'8ª Armata[1] comprendeva legioni croate, divisioni tedesche, Romene, Ungheresi e Italiane dell'ARMIR nel quale confluirono anche i resti del CSIR comandato dal gen. Giovanni Messe. Originariamente destinati al Caucaso si attestarono sulla linea del Don dove nell'inverno 1942-43 vennero travolti dalla controffensiva Russa. Noti i fatti che alla fine di gennaio videro reparti degli Alpini ritirarsi in direzione Nikolaievka resistendo all'accerchiamento russo. La divisione Julia e la divisione Cuneense perduti i contatti diressero a sud avendo la peggio, mentre la divisione Tridentina riuscì in un disperato attacco a crearsi un varco che salvò non meno di 18.000 soldati. La conoscenza del territorio ed i rifornimenti degli alleati anglo-americani determinarono la superiorità militare Sovietica costringendo le divisioni italiane e germaniche alla disfatta. Dal 20 agosto 1942 al 20 febbraio 1943 dei 229.000 soldati Italiani 88.548[2] furono dichiarati morti o dispersi, nel marzo-aprile 1943 l'ARMIR rientrò in Italia e i reparti furono riassegnati o definitivamente sciolti. L'8 settembre 1943 nella Venezia GiuliaNei giorni precedenti il proclama del maresciallo Badoglio la dislocazione delle truppe Italiane al confine orientale era la seguente: la divisione Julia al comando del generale Franco Testi (capo di SM ten. col. Luigi Zenga) in val d'Isonzo, in val Badia e nell'Alto di Friuli; il 14º comando Guardia di Frontiera a Tarvisio, Piedicolle e nella zona Vipacco-Postumia; la divisione Torino al comando del generale Bruno Malaguti nel goriziano (comandante della fanteria gen. Arnaldo Pavan e capo di SM ten. col. Giuseppe Spoliti) . I tedeschi informati di un imminente armistizio scesero in forza da Villaco, nell'alto Friuli, i reparti Italiani già dal 26 agosto intimarono prima e opposero resistenza armata poi. Gli scontri furono a tratti cruenti e si protrassero fino al 12 settembre, partigiani affiancarono a Prevallo i soldati Italiani mentre operai armati in città diedero il via alla battaglia di Gorizia. La divisione Torino respinse tutti gli attacchi tedeschi dal 9 all'11 settembre. Imbattuta,[3] il 12 dovette ripiegare per ordine del comando del 24º Corpo d'Armata (gen. Licurgo Zannini) di Udine. Prima d'essere destituito il generale Malaguti ordinò di liberare tutti i detenuti politici[4] dalle carceri e dai campi di concentramento. Arrestato[5] dai tedeschi fu internato nello Stammlager XX-A della fortezza di Thorn in Polonia e dichiarato nemico della Germania. Nel marzo 1944 fu consegnato alla RSI e detenuto presso le carceri politiche di Verona, Venezia e Brescia[6] fu processato dal Tribunale speciale di guerra nel gennaio 1945. I militari italiani pagarono per questo loro comportamento un grosso tributo: 157 caduti dei quali 29 fanti della "Torino" catturati dai tedeschi a Salcano, fucilati e sepolti in una vecchia trincea a [1][3] Sella Montesanto. Dopo l'8 settembre ben 12 divisioni Italiane del fronte orientale Italiano rifiutarono di consegnare le armi generando gruppi di resistenza armata come la brigata Osoppo e la più nota Garibaldi costituita nel dicembre 1943 da soldati delle divisioni Taurinense e Venezia. Il generale Bruno Malaguti, fu liberato il 25 aprile 1945 scampando con altri ufficiali alla fucilazione ordinata dalla RSI. Trasferito a Roma per ordine del comando Alleato, rimase a disposizione del Ministero della Difesa come ufficiale a rapporto. Ricoverato all'ospedale Virgilio di Roma, morì il 2 dicembre 1945 per le conseguenze della prigionia. OnorificenzeOnorificenze Italiane«Sottocapo di stato maggiore del comando superiore forze armate Africa Settentrionale, prodigava le sue migliori energie dimostrandosi in ogni circostanza devoto e fattivo collaboratore del comandante, In sessanta giorni di aspri combattimenti svoltisi in condizioni di eccezionale difficoltà, fronteggiava con serena calma situazioni talvolta delicatissime mediate l'intervento personale più che deciso ed eseguiva ardite ricognizioni e missioni presso le unità in linea, confermando le sue brillanti qualità di capo valoroso e geniale. Africa settentrionale, maggio-dicembre 1941.»
— Regio Decreto 26 maggio 1942[7] «Fronte Russo, giugno 1942 - gennaio 1943»
— Regio Decreto 9 giugno 1943[7] «Col di Lana 11 luglio 1915»
«Monte Santo 15-25 maggio 1917»
«Monte Santo 13-31 agosto 1917»
«Monte Vodice 26 ottobre 1917»
«Argonne, Marna, Aisne, Ailette giugno-novembre 1918»
— Roma 7 aprile 1918, ruolo dei Cavalieri 61908
— San Rossore 24 aprile 1935, ruolo Ufficiali 15851
— San Rossore 16 luglio 1936, ruolo dei Commendatori 12489
— Roma 23 ottobre 1940, ruolo Grandi Ufficiali 5039
— Roma 19 febbraio 1920, ruolo dei Cavalieri 19169
— Concessione num. 85909, Roma 28 aprile 1921
— Regio decreto 1362 del 19 ottobre 1922
— Regio decreto 1918 del 16 dicembre 1920
— Roma 4 luglio 1942
— Num. d'ordine 24492, Roma 30 settembre 1928
— Regio Decreto 641 del 21 maggio 1916
«Col di Lana, 11 luglio 1915 - Valparola, 27 ottobre 1915 - Vallazza, 19 febbraio 1916»
Onorificenze e medaglie straniere— Num. d'ordine 949, Zagabria 9 novembre 1942
«Aisne 25 dicembre 1918.»
— Num. d'ordine 350/10, — Concessione num. 5301, Parigi 11 novembre 1923
— Num. d'ordine 29391, Parigi 28 febbraio 1924
Note
Bibliografia
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